Cadere e tornare

di Shizue Asahi
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A Ornella, la prima persona che ho incontrato a conoscere questo fandom 
 




Cadere e tornare


 
 
Il pick-up sobbalza sul terreno accidentato e il paesaggio schizza rapido intorno a loro. È buio, ma non saprebbe dire da quanto. Warren guida, Vasquez siede sul sediolino del passeggero, i piedi sul cruscotto e tra le mani un pugnale che si fa rotolare pigramente tra le dita. Di fianco a lui c’è Murphy, con Lucy tra le braccia. Stanno parlando, lo capisce dal modo in cui fanno oscillare le teste, scrollano le spalle e Murphy annuisce con la testa. Non può sentirli e non le interessa. Ormai le risulta difficile rispondere a qualsiasi cosa non sia istinto, in una ridicola copia di quella che era fino a qualche mese prima.
Addy e Doc sonnecchiano poggiati al fianco del pick-up. La mazza chiodata è abbandonata in mezzo ai loro stivali e Cassandra percepisce costantemente l’orrido tanfo di putridume e carcasse di cui è impregnata. Anche lei ha quell’odore? Si chiede in un istante di lucidità, ma dura appena un secondo, poi un movimento al suo fianco le attira l’attenzione e la consapevolezza di sé la abbandona di nuovo.
Diecimila è steso a pancia in su, gli occhialoni da motociclista tra i capelli e il fucile abbandonato vicino le spalle. Ha ancora addosso l’odore dell’arsenico.
Cassandra gli sfiora la pelle del viso, le escrescenze causate dal veleno, le tracce secche di sangue, più attirata dalla voracità della malattia che dal desiderio di quel contatto. Diecimila si agita appena nel sonno, gli occhi gli tremano e le palpebre si sollevano in un turbinio di ciglia.
- Tommy stupido – articola la donna, gli occhi improvvisamente animati da un ricordo. Gli passa le dita sulla fronte, privandolo degli occhialini e gliele immerge tra i capelli.
 - Tommy – ripete. Le piace come la lingua le tocchi il palato quando articola quella parola.
 Diecimila si agita, prova a mettersi a sedere, il viso tirato nel sorriso speranzoso di chi è ancora troppo stordito dal sonno.
Neanche lo aiuta a rimettersi giù, gli occhi di nuovo spenti e inumani. Per quella notte Cassandra non torna più.
 
 
 
***




Questa storia è stata scritta per La corsa delle 48 ore del forum Torre di Carta.
Non penso in molti conoscano questo telefilm, ma io lo amo. Il trash che trapela da ogni pixel rende il mo umore incredibilmente allegro. Nel caso qualcuno volesse promptarmi su di esso avrà tutto il mio amore XD
Il titolo è riferito a Cassandra - lo so che è ovvio, ma qualcuno potrebbe essere tardo come me. Nella 2x04 accennano al fatto che ogni tanto è come se tornasse in sé ed è su quello che giova la storia.

Prompt usato:
 
• I soli possono cadere e tornare; per noi, quando la breve luce cade, c'è il sonno di una notte senza fine (Catullo);
 




 




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