Me & Alice - capitolo 6 - Quanto tempo ancora?
Non
chiedetemi perché, o come ci ero finita, ma per un qualche
motivo mi ritrovai a bere alla Sirena Straziata. Un posto che in genere
io trovavo assolutamente inutile, che ovviamente era
utile soltanto quando si trattava di farmi dimenticare tutti i miei
problemi... In quel momento.
"Hey ragazzina..." disse
una voce maschile vicino a me, non mi voltai, ero troppo occupata a
sorseggiare, "Quanti
anni hai?" chiese,
"Molti più di quanto tu possa credere." risposi
sempre senza guardarlo, lui sghignazzò "Ah sì? Spara il
numero." ho avvertito una specie di tonfo in quel
momento, si era seduto accanto a me, io continuavo a restare in un
immacolato silenzio
'Spero tanto che così si spazientisca e si decida a
lasciarmi in pace.' pensai, "Mh.. Dunque vediamo, dato che
sei così taciturna sparo io un numero.. Venti?" chiese
lui insistendo, "Mh.." fu
l'unico suono che mi uscì dalla gola, "Sì?" chiese
lui, "Sì." risposi
e mi voltai verso di lui, mi fece ribrezzo, assomigliava ad Edward, con
l'unica differenza che costui aveva i baffetti, lo vidi sorridere, "Venti saranno i pugni che ti
tirerò se non mi lascerai in pace." risposi
sorridendo, "Pensi
davvero di poter competere con me, ragazzina?" i suoi
occhi brillavano, "Dipende,
picchieresti mai una ragazza?" - "No, per me le donne sono cosa buona e
giusta." sghignazzò "Soprattutto quelle che
obbediscono e che sanno come farsi perdonare." continuava
a sorridere, aveva un che di fastidioso, ripresi il bicchiere in mano "Vuoi forse insinuare che devo
farmi perdonare?" chiesi, restò
qualche secondo in silenzio "Beh,
potrei pagarti bene.." mentre lo diceva mi
poggiò una mano sulla schiena, 'Okay bello, adesso hai davvero
toccato il fondo.' pensai,
non avevo ancora finito di vuotare il bicchiere che mi alzai dalla
sedia, non dissi niente e mi indirizzai verso la porta, "Hey bella! Un semplice rifiuto
sarebbe bastato!" lo sentii urlare, 'Non credo proprio.' pensai.
Dopo essere uscita cercai di affrettarmi a cammianre, avrei potuto
combatterlo se mi avesse toccata, è vero, ma in quel momento
non
mi andava molto, dopo qualche chilometro mi sono resa conto che stavo
camminando alla cieca, ho alzato gli occhi "Manicomio di
Rutledge." , sono rimasta qualche secondo a
fissare l'insegna, "Tsk!
Ovvio..." dissi parlando tra me e me, "Ovvio..." rispose
qualcuno dietro di me, mi voltai, dato che non eravamo nel paese delle
meraviglie non la vidi con i soliti abiti, ma con quelli consumati ed
ingrigiti, ed i capelli sempre bellissimi anche se tagliati un po'
più corti, anche se non era la prima volta che la vedevo con
i
vestiti del mondo reale, in un primo momento stentai a
riconoscerla "Mi
stavi seguendo?" chiesi calma, "Può
essere." rispose incrociando le braccia al
petto "In
questi giorni non sei rimasta troppo a lungo al rifugio, ero solo
preoccupata." rispose,
sì in effetti anche in quelle condizioni non mi dispiaceva,
non
pensavo ad altro in quel momento, molto probabilmente a causa del fatto
che mi ero presa qualche bicchiere di troppo, per fortuna non ero umana
altrimenti non credo che avrei retto, "Apprezzo il tuo
interessamento." risposi, ci fu qualche secondo
di silenzio, si mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio "Ma ti infastidisce?" chiese, " Vuoi una risposta
sincera?" chiesi, "Sì.." rispose
con un po' di timidezza, forse con una puntina di paura, "No." sorrisi, "Sicura?" chiese, "Sì." dissi
tornando a guardare l'edificio accanto a me, "Ti ho vista entrare alla Sirena
Straziata." disse, tornai a guardarla, "Dicevi
che per te quel posto è inutile..." - "E lo è, si
rivela
utile solo quando si parla di procurarmi una distrazione.. Per il resto
io e te sappiamo che quel posto non può che causare
problemi." risposi,
Alice restò in silenzio per qualche secondo, nessuna delle
due
sapeva cosa dire. La vidi tremare leggermente,"Senti freddo?" chiesi, "Un po'.." rispose
lei, feci subito per togliermi la giacca e mettergliela sulle
spalle, "Che
clichè..." disse lei, "Lo so.." risposi
abbozzando un sorriso, "Senti..
A proposito di quella cosa.." iniziò, "Quale cosa?" chiesi
facendo finta di non sapere a cosa si riferisse, "Buona sera signore."
disse una voce dietro di noi, riconobbi subito la voce. Il suo sorriso
sornione non poteva
non essere la prima cosa da notare, 'Dannato gatto..' pensai, "Che cosa vuoi?" chiese
Alice leggermente irritata, "Ho
ricevuto la notizia della guerra." rispose "Allora, come procedono le
preparazioni e gli armamenti?" chiese continuando
a sorridere, "E
a te cosa importa?" chiesi io senza
rispondergli, "Volevo
semplicemente regolarmi." rispose, "Regolarti?" - "Devo capire da
quale delle due parti conviene stare." rispose "Almeno sei onesto." disse
Alice, "L'onesta
è una virtù, ed io non perdo mai l'occasione per
farne uso." il suo sorriso era inquietante ma non
abbastanza da mettermi paura e cose simili, "Per fare questa domanda
significa che stai tenendo sott'occhio anche loro." dissi "Beh,
sì anche se ovviamente con loro non ho ancora avuto un
contatto
diretto." - "Che aiuto potresti dare, sia a noi che a loro?" chiesi "Angela.."
iniziò Alice, mi voltai verso di lei "Sì?" - "Non ci serve
saperlo.." continuò mentre il gatto
sorrideva sornione "Tanto
non ci dirà niente, probabilmente è solo
quì per confonderci." disse. Alla fine
sospirai, mentre lui continuava a guardarci senza dire una
parola, "Hai
ragione.. Andiamo" la presi per mano e ce ne
andammo, lo Stregatto non fece nulla per fermarci e non disse niente.
Già di per sé, quello era un comportamento
anomalo da parte sua.
Salimmo le scale fino alla sua stanza, "Mi dispiace se hai perso ore di
sonno a causa mia.." dissi abbassando la testa, "Ti ho seguita di mia spontanea
volontà, non me lo hai chiesto tu." rispose, "Mi sento comunque responsabile."
dissi abbozzando un sorriso. Restammo a guardarci per qualche secondo, "Okay, allora.. Buona notte."
disse girando i tacchi. 'Beh,
hai due scelte davanti a te, o vai da lei o entri nella tua stanza
smettendo di pensarci. Ma sono altamente sicura del fatto che farai la
prima...' - "Umh..
Alice!" quando urlai il suo nome si voltò quasi
subito, mi avvicinai di qualche passo "Solo.. Adesso che questa sorta
di.. Guerra è alle porte, siamo tutti un bersaglio,
perciò.. Per qualunque cosa non esitare a chiamare. Sai che
ci sono.." dissi imbarazzatissima. Mi sorrise "Sì, lo so."
Inutile dire che passai la notte con gli incubi alle calcagna, credo di
essermi svegliata almeno tre volte. La mattina mi svegliai di
soprassalto a causa dei colpi decisi provenienti dalla mia porta, "Angela! Apri, dannazione!
Sveglia!" era Rob, mi affrettai per scendere dal letto ed
aprire rischiando di inciampare più volte, afferrai la
maniglia e girai. Era visibilmente scosso "Rob, che succede?" - "Scendi
sotto." mi disse aprendomi completamente la porta.
Arrivati al piano di sotto mi accorsi che la porta del rifugio era
completamente spalancata, e al centro della stanza, a terra c'era uno
zombie, e sul pavimento attorno a lui c'era qualche schizzetto di
sangue qua e là. "Che
diavolo ci fa questo.. Coso, quì?" chiesi "Lo riconosci?" mi
chiese Rob, feci per guardare meglio "Mi sembra un Haunted." risposi,
"Ti sembra o sei
sicura?" - "Adesso che lo guardo meglio sono sicura." -
"Guardagli la fronte, non noti nulla?" mi chiese, non
intendevo avvicinarmi troppo e quindi dovetti sforzare un po' la vista.
Non potevo credere a quello che vedevo: aveva Halo of The Sun disegnato
col sangue sulla fronte. "Capisco.."
dissi "E
questo cosa significherebbe?" chiesi, "Non lo so, ma ho chiamato
quelli della scientifica per farlo esaminare, magari oltre ad Halo of
The Sun ha anche altro e noi non ce ne siamo accorti." rispose
"Aspetta.." dissi
"Che c'è?" -
"Siamo sicuri che non lo abbiano mandato quì appositamente
perché vogliono che lo esaminiamo?" a queste
parole Rob ci pensò su "In
effetti potrebbe essere così..." rispose "Potrebbe anche essere una
trappola." dissi, e nonostante la puzza che emanava
quell'essere decisi di inginocchiarmi per guardarlo meglio, 'Io ti consiglio di non farlo..'
aveva gli occhi rivolti al soffitto ed erano completamente
bianchi. Qualche secondo dopo la sua mano si mosse, ma io fui troppo
lenta, e le sue unghie mi trapassarono la gola. Ho sentito Roberto
urlare in quel momento, e sempre in quel momento volevo morire, sentivo
come se qualcosa mi opprimesse, è davvero questa la
sensazione che si prova quando si viene sgozzati o comunque quando la
gola riceve lesioni? Il cervello mi era completamente andato in tilt in
quel momento. Sentivo i passi degli altri mentre si precipitavano nel
salone, c'era chi tentava di tenere fermo lo zombie e chi venvia in mio
soccorso. Ricordo che mi dimenavo, gemevo, e tentavo di produrre suoni
dalle corde vocali, ma dopo non ricordo più niente
probabilmente mi hanno sedata a forza e non me ne sono accorta o
semplicemente (come ho detto prima) non ricordo. Mi risvegliai in
infermeria, ancora non potevo credere di essere sopravvissuta, anche se
la gola continuava a fare male e sentivo che se mi sforzavo anche solo
ad emettere un suono il dolore mi avrebbe lacerata in pieno.
Quella è rientrata nella lista di esperienze nella quale non
sarei mai più voluta incappare.
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