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Capitolo XVII
Heartbroken
"So che non potrei mai rassegnarmi a vederti con lui.
Ma dentro me sento che tu mi vuoi."
●Modà●
Amy
uscì per ultima dall'aula dopo un lungo ed intenso esame.
Sentiva la testa scoppiarle per la mancanza di sonno e le troppo ore di
studio, ma almeno si era finalmente liberata da un esame difficile e
poteva così godersi qualche giorno di riposo.
Entrata nella caffetteria si
apprestò a cercare un tavolo vuoto dove avrebbe sistemato le sue
cose per poi andare a prendersi qualcosa al cioccolato e pieno di
zucchero. Ne aveva decisamente bisogno.
Nemmeno il tempo di appoggiare la
sua tracolla sulla sedia che venne raggiunta da un ragazzo che
ultimamente non sapeva se adorare o se odiare a morte. I suoi bei occhi
azzurri la fissavano attentamente e, dopo aver accennato un breve
sorriso, appoggiò sul tavolo un bicchiere pieno di quello che
doveva essere l'idea di cioccolato e pieno di zucchero che aveva in
mente. Allungò il milkshake con più panna verso di lei e
si sedette, tenendosi per sé quello meno abbondante.
« Che cosa vuoi? » disse
piatta, studiando attentamente le sue mosse quasi non credesse che
potesse fare tutto con così tanta naturalezza come se non fosse
successo assolutamente nulla.
Sapeva che lo avrebbe visto, era
naturale dato che frequentavano la stessa università e avevano
perfino un corso in comune, ma sinceramente sperava che non si sarebbe
mai avvicinato. Era stata stupida, doveva sapere che non lo avrebbe mai
fatto.
« Ti ho portato il milkshake
con panna e cioccolato, il tuo preferito. » disse con
ovvietà il moro assaggiando la seconda cucchiaiata. Prese un
cucchiaino e glielo porse, ma rimase con il braccio sospeso a mezz'aria
dato che Amy non voleva prenderlo.
« Non ho nessuna intenzione di
star qui a mangiare un milkshake con te. » sbottò
tagliente afferrando la sua tracolla e pronta a fare marcia indietro.
« Lo facciamo sempre dopo un esame, Pigeon. »
Amy si mise la tracolla sulla
spalla, ma non si mosse. Il tono che aveva usato era mesto, quasi
timoroso oserebbe dire. Nel suo sguardo sembrava scorgere un velo di
supplica, quasi avesse aspettato tutto il giorno solo per poter
condividere un semplice dolce insieme. Incredibilmente riuscì a
restare ferma nella sua freddezza, senza farsi influenzare dal suo
comportamento improvvisamente privo dell'arroganza che generalmente lo
caratterizza.
« Non voglio più farlo
con te, Sheldon. » replicò duramente. « Ti ho detto
di lasciarmi in pace, perché non lo capisci? »
« Non finché non mi lasci spiegare. »
« E io ti ripeto per
l'ennesima volta che non voglio sentire le tue stupide scuse. Per una
volta accetta che qualcuno ti dica di no. »
Sheldon si alzò di scatto facendo quasi cadere la sedia e batté con forza entrambe le mani sul tavolo.
« Non lo accetto, no!
Perché so che nemmeno tu vuoi questo in realtà. Sei solo
arrabbiata e parli a sproposito, come fai sempre del resto. »
Amy sbatté le palpebre più volte. « Come scusa? Io parlerei a sproposito? »
« Ogni volta che ti arrabbi
finisci sempre per non ascoltare mai nessuno e dici cose che non
diresti mai. » aggirò il tavolo e si mise di fronte a lei,
pochi centimetri a dividerli. « Come per esempio il fatto che non
vorresti più stare con me. »
Amy sentiva crescere la rabbia. Non
sopportava quel suo modo di dimostrare di avere sempre ragione ad ogni
costo. Lui non poteva assolutamente immaginare i sentimenti che stava
provando in questo momento. Certo che avrebbe voluto continuare a stare
con lui, ma era proprio Sheldon stesso a renderlo impossibile. Se fosse
stato meno imprevedibile, meno sfuggente e meno incoerente tutto questo
adesso non ci sarebbe. Ma perché appunto sapeva che comunque
andavano le cose avrebbe sempre finito per rimanere delusa che la
costrinse a nascondere tutti questi sentimenti dietro una maschera di
finto menefreghismo.
« Ti assicuro che sono
più che convinta di questa decisione. Non voglio più
avere a che fare niente con te. »
Sheldon, invece di arrabbiarsi come pensava, iniziò a ridere facendola innervosire parecchio.
« Come se ci riuscissi davvero. » Amy strinse le labbra. Forse aveva ragione, anzi, aveva pienamente ragione, ma questo non poteva dirglielo. « Sappiamo entrambi che non riuscirai mai a starmi lontana, Pigeon. »
Amy sostenne il suo sguardo pungente
nello stesso identico modo. « Per prima cosa, io riesco benissimo
a starti lontana, quello che non ci riesce sei tu. E per seconda
cosa...» questa volta fu lei ad avvicinarsi a lui, abbassando al
minimo la voce. «...non chiamarmi più con quello stupido
nome. »
Il sorriso un po' sbilenco sul volto del ragazzo lasciò spazio ad un'espressione fredda, priva di emozione.
« Te lo dico per l'ultima volta: stammi lontano. »
E con questo concluse, andandosene
verso l'uscita e lasciandolo in piedi accanto al tavolo su cui erano
appoggiati due milkshake di cui uno non era stato nemmeno toccato.
Sheldon abbassò lo sguardo
rendendosi conto del duro colpo che aveva subìto. Amy era
davvero, ma davvero arrabbiata se pensava a quelle cose. Forse faceva
davvero bene così, uscire dalla sua vita e lasciarla andare.
Mentre rifletteva su questo
passò davanti al tavolo in cui era seduto il capitano della
squadra di football, il quale mostrava ancora sul volto i segni
lasciati da Sheldon dopo la famosa rissa che aveva fatto mormorare e
discutere l'intera università.
Appena i loro occhi si incrociarono Josh abbassò immediatamente lo sguardo sul suo piatto e smise di ridere.
« Ehi, ma che ti prende? »
Sheldon si fermò
immediatamente riconoscendo quella voce odiosa ed irritante. Sapeva che
doveva fargliela pagare in qualche modo per quello che aveva fatto,
dato che aveva volontariamente rovinato quello che doveva essere uno
dei momenti migliori della sua vita. Più ci pensava e più
sapeva che era soltanto colpa sua se Amy ora lo odiava. Arretrò
così di qualche passo e raggiunse il tavolo occupato dall'intera
squadra di football.
Appena lo adocchiò Barry gli rivolse un largo sorriso.
« Cooper, è sempre un
piacere rivederti. » disse ironico. Fu l'unico a rivolgersi con
così tanta tranquillità a Sheldon, gli altri rimasero
immobili quasi avessero paura di subire la stessa sorte di Josh.
« Josh ci stava proprio
raccontando di come lo hanno appena dimesso dall'ospedale e che i suoi
genitori hanno intenzione di denunciarti. » continuò Barry
trasformando il sorriso in un ghigno. Sheldon si irrigidì e
questo non passò inosservato a Barry che lo fece divertire
ancora di più. « Come è finita è finita poi
con quella lì? Te l'ha data o no? Anche se dalla scenetta che ho
visto prima direi proprio di no. » lo prese in giro iniziando poi
a ridere.
Sheldon impulsivamente scattò verso di lui e Barry si alzò di colpo a sua volta.
« Che c'è, ti ho offeso
per caso? Poverino, la ragazzina è andata via e lui ci è
rimasto male. » lo scimmiottò e Sheldon dovette fare forza
a tutto se stesso per non sbattergli la faccia contro il tavolo. Non
voleva creare ulteriori casini in università.
« Quello che è successo tra me ed Amy non deve interessarti. » sibilò furioso.
« Peccato, perché ti assicuro che è parecchio divertente. »
Sheldon stava per ribattere quando
l'occhio gli cadde sulla bionda seduta nel posto accanto a quello di
Barry. Appena la riconobbe ghignò e Barry si limitò a
squadrarlo perplesso.
« Rachel non ti ha mai
raccontato di come ce la siamo spassata quando sei stato due settimane
a New York quest'estate? »
Come previsto Barry sbiancò all'improvviso e smise immediatamente di sorridere.
« Non ti ha detto di quante
volte lo abbiamo fatto e che abbiamo usato ogni luogo possibile del tuo
appartamento? » Ora era il suo turno di deriderlo davanti a
tutti. Come previsto i ragazzi al tavolo iniziarono a sghignazzare
sommessamente e Barry si sentì sprofondare dall'umiliazione.
« Sheldon! »
strillò Rachel. « Avevi promesso che non lo avresti detto
a nessuno! » Si portò entrambe le mani sulla bocca
accorgendosi troppo tardi di aver rivelato fin troppo, ma ormai il
danno era fatto. Aveva appena ammesso che quello che Sheldon aveva
detto era tutto vero.
« Tu lo hai portato nel nostro
appartamento?! » urlò fumante di rabbia rivolto alla
ragazza seduta dietro di sé. « E te lo sei scopato per
tutto il tempo in cui non c'ero! Era così che ti mancavo, eh?!
»
« Ops, forse non avrei dovuto
dirlo. » disse il moro fingendo di rammaricarsi. «
Divertitevi adesso. » concluse spostandosi verso l'uscita
lasciandoli nel loro litigio. Vibrò il cellulare e lo estrasse
per leggere il messaggio. Era di Raj mandato nella chat di gruppo che
condivideva con gli altri tre amici.
"Ragazzi stasera ho una notizia fantastica da darvi!"
Non gli interessava sapere che tipo di notizia fosse.
Ripose il cellulare in tasca e si avviò verso l'aula di fisica.
~°~
« Andiamo? » domandò Leonard.
Penny si alzò dal divano e
diede una veloce sistemata alla gonna corta del vestito mentre Sheldon
si sistemò la giacca elegante indossata sopra a una maglia
colorata per poi affiancarsi a passo svelto all'amico. Teneva lo
sguardo basso, rimurginando per l'ennesima volta su Amy e sulle sue
parole.
Erano passati diversi giorni da
quando l'aveva baciata e ancora non riusciva a togliersi dalla testa
l'idea che Amy stava ricambiando il suo bacio, che forse gli avrebbe
rivelato che anche lei provava qualcosa per lui.
In tutto quel tempo Amy non fece
altro che allontanarlo, ancora troppo arrabbiata per permettersi di
ascoltarlo. Il modo con cui lo guardava, con disprezzo e fastidio, fu
difficile da sopportare per Sheldon. Cercò di mostrarsi il
più possibile indifferente, ma sapeva che era solo questione di
tempo prima di crollare. Sentirsi dire che non voleva più avere
nulla a che fare con lui lo lasciò senza parole. Non credeva che
qualcuno, una ragazza per giunta, sarebbe riuscita a ferirlo
così profondamente.
« A cosa stai pensando? »
Sheldon alzò la testa di scatto rivolto al suo coinquilino, trovandosi per un attimo smarrito.
« Niente...niente di importante, Leonard. »
Leonard lo squadrò per qualche secondo, intento a capire se stesse mentendo o meno, poi decise di lasciare perdere.
« Chissà cosa avrà da dirci Raj stasera. Sono piuttosto curioso. »
Giusto, la fantastica notizia
che doveva dare a tutti. A Sheldon non interessava un tubo sapere se
era stato promosso a capo chef del ristornate, se i suoi genitori
avevano finalmente comprato quella villa al mare o chissà
cos'altro.
Stasera ci sarebbe stata anche Amy e
doveva pensare soltanto a questo, ovvero a come trovare un modo per
farle ascoltare quello che aveva da dire.
« Dai, andiamo che ci stanno
aspettando! » si intromise la bionda spingendo il ragazzo
più basso verso l'uscita.
Dopo aver percorso alcuni chilometri
in macchina giunsero a un ristorante che per tutto quel tempo in cui
vissero a Pasadena non avevano mai saputo della sua esistenza. Nemmeno
il nome risultava familiare. Non solo quel posto era nascosto in una
stradina stretta e buia, ma da fuori sembrava addirittura mezzo
abbandonato. Ma dove accidenti erano finiti?
« Beh, ma che diavolo è
questo posto? » sbottò Sheldon infastidito e mezzo
schifato alla vista di quel posto.
« Raj ha detto di venire qui a
mangiare perché è uno dei migliori posti in cui sia mai
stato...» commentò Leonard ricordando il messaggio mandato
nel gruppo la sera prima.
« Abbiamo sbagliato per caso? » disse Penny anche lei perplessa per la strana scelta dell'amico.
« No è giusto, ho messo il navigatore apposta. »
Si scambiarono delle brevi occhiate.
« Entriamo e vediamo se
troviamo qualcuno. » propose Sheldon e gli altri due appoggiarono
la sua idea con un semplice cenno della testa.
Varcarono la soglia e l'interno non
era tanto meglio di come si presentava l'esterno. L'arredamento era
ridotto all'osso, i tavoli come le sedie sembravano provenire da
mercato di roba vecchia e nell'aria c'era un vago odore di fumo di
sigari. Nonostante ciò non dava l'idea di essere un posto sporco
o poco frequentato, anzi i numerosi tavoli erano quasi tutti occupati e
c'erano alcuni in fila ad aspettare di sedersi.
Si avvicinarono al bancone dove un
uomo di bassa statura stava leggendo qualcosa su un quaderno pieno di
scritte e cancellature e con gli angoli rovinati.
« Scusi per caso—»
« Oh, ma voi siete gli amici
di Rajesh vero? » esclamò l'uomo dall'accento straniero,
probabilmente messicano.
« S-sì...quindi lui è qui? »
« Certo è giù
che vi aspetta insieme a tre belle fanciulle, un tizio pallido come un
lenzuolo e il suo amichetto speciale da cui non si separa mai! »
disse con un largo sorriso e la voce acuta.
Penny dovette mordersi il labbro per non ridergli in faccia. Aveva una voce davvero assurda.
« Dobbiamo scendere quelle
scale? » continuò Leonard indicando le scale infondo alla
grande stanza, vicino ai bagni.
« Esattamente! » rispose l'uomo sempre con quel sorriso enorme. « Volete che vi accompagni? »
« No no grazie abbiamo capito.
» si affrettò di rispondere Leonard per paura di averlo in
mezzo ai piedi ancora.
« Come facevi a sapere che
eravamo amici di Raj? » chiese Sheldon curioso e Leonard alzando
gli occhi al cielo lo tirò leggermente per una manica
invitandolo a muoversi e a lasciarlo perdere.
« Oh, è stato
faaaacile! » si sfregò le mani. « Rajesh mi ha detto
che se avessi visto un bel ragazzo alto con gli occhi azzurri e l'aria
di chi si crede il più figo del mondo, uno basso e con la faccia
da scemo e una bionda carina avrei dovuto farvi passare immediatamente.
»
« Ehi! » si lamentò Leonard per essere stato l'unico ad essere stato insultato nella descrizione.
L'uomo si protese verso di loro e si
soffermò ad osservare intensamente Sheldon. « E aveva
ragione quando diceva che non sei affatto male. Guarda qui che bel
figliolo! » alzò la voce e un paio di persone si girarono
per guardarli.
Sheldon rise nervosamente mentre si
allontanava di un paio di passi messo in soggezione da quello sguardo
così intenso ed inquietante. « D'accordo. Allora noi
andiamo eh? »
« Se per caso sei single
guarda che io sono qui! » gridò alzando un braccio ad
indicare la sua presenza come se non si fossero accorti fino a quel
momento che lui era lì.
Sheldon spintonava Leonard per farlo camminare più veloce. « Muoviti, veloce. E non ti voltare! »
Penny intanto scoppiò a ridere mentre scendevano le scale. « Dai, era simpatico però! »
« Era inquietante, altroché! Hai visto come mi guardava? »
« Poverino, si è preso una cotta per te. Cosa c'è di male? » continuò lei mentre rideva.
« Lasciamo perdere. Spero solo
di non incontrarlo mai più. » borbottò mentre
raggiungeva il tavolo occupato dai suoi amici.
Howard li guardò perplessi. « Perché state ridendo? »
« Perché il tizio alla
reception, o comunque quella specie di cosa dove teneva conto dei
tavoli occupati, è tipo l'uomo più inquietante che abbia
mai conosciuto e si è pure preso una cotta per Sheldon. »
spiegò Penny che ancora cercava di trattenersi dal ridere.
« Non fate caso a Pablo. Non
è tanto a posto. » disse Raj mentre sfogliava il
menù che in quel caso c'era ben poco da sfogliare visto che era
un semplice foglio scritto da entrambi i lati.
« Ma in che razza di posto ci hai portati?! » sbottò Sheldon una volta seduto.
« Qui amico mio fanno la
miglior cucina messicana dell'intera città, anzi dell'intera
California. Lo so che da fuori non daresti due centesimi, ma la cucina
è stratosferica. »
« Avrei preferito uno dei soliti vecchi posti. » disse prendendo uno dei fogli su cui erano scritti i vari piatti.
Notò che a capotavola c'era
anche Alex e le rivolse solo un breve cenno prima di immergersi
nuovamente nella lettura e la ragazza sospirò. Nessuno parve
accorgersi della tensione che c'era tra i due.
Davanti a sé invece c'era Amy
che stava giocando con i capelli e intanto pensava se provare ad
assaggiare o meno le ali di pollo fritte. Si ritrovò ad
osservarla a lungo da sopra il menù e lei notando il suo sguardo
pungente ricambiò solo con un paio di veloci occhiate. Nessuno
dei due aveva più parlato con l'altro dalla sera prima e
nonostante le avesse mandato più di un messaggio per chiederle
di potersi spiegare lei non gli rispose.
Sheldon non voleva ritornare come
quando aveva deciso di ignorarla e di starle lontano per un suo
capriccio. Non voleva ritrovarsi nella situazione opposta in cui era
lui che bramava anche solo una breve occhiata, ma la quale veniva
continuamente rifiutata.
« Hai già deciso cosa
prendere? » le domandò e Amy dovette per forza rispondere
non avendo alcun modo la possibilità di allontanarsi da lui e
dalle sue domande.
« Sono indecisa. Non so se
prendere le Fajitas o il più classico Chili con carne. »
disse mostrandosi poco interessata.
« Possiamo fare a metà se vuoi. Io prendo un piatto e tu l'altro e poi ce lo dividiamo. »
Amy stava per rispondere che non era
una cattiva idea quando Raj la precedette. « Il chili qui
è una bomba. Prendi quello, non rimarrai delusa te lo assicuro.
» disse rivolgendo una mezza occhiata all'amico.
« Va bene. » disse abbozzando un sorriso.
Immediatamente a Sheldon venne in mente il messaggio ricevuto quella stessa mattina da Raj riguardo una notizia fantastica
che doveva dare a tutti. Non ci aveva badato più di tanto
durante la giornata perché poco gli interessava sapere cosa si
trattasse, ma ora aveva un terribile sospetto. Amy e Raj erano seduti
uno accanto all'altra, si continuavano a scambiare occhiate e sorrisi e
il fatto che le avesse accarezzato la mano più volte senza che
lei desse alcun cenno di fastidio anzi era piuttosto soddisfatta.
Poco alla volta le sue paure peggiori stavano prendendo forma.
Mentre gli altri parlavano e
mangiavano Sheldon continuava a guardare i due ragazzi seduti di fronte
a lui cercando di non farsi notare. Stava studiando i dettagli per
capire se quello che pensava fosse vero o fosse in realtà un
semplice sospetto.
« Allora qual è questa cosa che dovevi dirci? » disse Howard che ormai fremeva dalla curiosità.
Bernadette guardò curiosa
prima il fidanzato poi l'amico. Stessa cosa fece Penny, ma si
limitò semplicemente a guardare Raj.
L'indiano piegò il tovagliolo e prese una mano di Amy e le loro dita immediatamente si incrociarono.
Sheldon sentì il cuore accelerare e la gola farsi secca.
« Io ed Amy stiamo insieme.
» disse semplicemente senza inutili giri di parole. Tutti si
bloccarono per un paio di secondi.
Bernadette fu la prima a mostrare un
grande sorriso e complimentarsi con loro dicendo che erano proprio
carini insieme. Stuart chiamò il cameriere per farsi portare
altro vino per festeggiare, Penny si sforzò di sorridere dopo
aver fatto cadere la forchetta nel piatto per lo shock. Howard si
sforzò di essere entusiasta per l'amico, ma non ci riuscì
completamente. Alex non disse nulla e Sheldon rimase semplicemente
immobile come una statua. Non poteva credere a quello che aveva appena
sentito, non voleva.
Io ed Amy stiamo insieme.
« Devo...devo uscire un
attimo. » mormorò dopo essersi alzato di scatto rischiando
di far cadere il cameriere con il vino in mano.
« Stai bene? »
domandò Leonard preoccupato. Lui si limitò semplicemente
ad annuire. Si scusò con il cameriere e salì in fretta le
scale. Leonard gettò il tovagliolo sul tavolo e lo raggiunse.
Penny rivolse un'occhiata torva alla sua migliore amica. « Devo andare in bagno. Vieni con me Amy? »
« Ma io a dire il
ver—» Penny assottigliò lo sguardo minacciosa.
« Okay ti accompagno. » ed entrambe salirono le scale per
raggiungere il bagno.
« Devo fare una telefonata,
scusate un attimo. » disse Alex con un filo di voce e Bernadette,
conoscendola bene, sapeva che stava mentendo così decise di
seguirla. « Aspetta vengo con te. Il cellulare non prende niente
qui sotto! » Dopo che se ne andarono anche loro al tavolo
rimasero in tre.
Stuart aveva ancora la bottiglia in
mano pronto per dare il via ai festeggiamenti e intanto guardava
perplesso e stupito i due ragazzi.
« Ehi, ma che accidenti succede?! » esclamò Raj rivolto ad un tavolo deserto ormai deserto.
Sheldon uscì e percorse
qualche metro lungo il vicolo prima di appoggiare entrambe le mani al
muro e guardare la strada mentre prendeva dei grossi respiri.
Io ed Amy stiamo insieme.
Quelle cinque dannatissime parole
continuavano a ripetersi nella sua mente. Le cose erano degenerate in
fretta negli ultimi giorni. Sapeva che stavano uscendo insieme, si era
accorto degli sguardi che si lanciavano e allora perché questa
notizia lo aveva turbato così tanto nel profondo? Forse
perché una parte di lui non se lo aspettava affatto. Non dopo
quel bacio in cui lei sembrava tutt'altro che intenzionata a staccarsi,
anzi, ne era decisamente entusiasta se n'era perfettamente accorto.
« Cosa succede? » la voce del suo migliore amico lo costrinse ad alzare la testa e a staccare le mani dal muro.
« Niente, assolutamente niente. »
« Pensi sia così
stupido? » si avvicinò lentamente fino a trovarsi di
fronte a lui. « Te ne sei andato di punto in bianco senza motivo!
Vuoi dirmi perché? » disse esasperato.
Sheldon appoggiò le spalle al
muro e si lasciò andare in un sospiro. « Non lo so nemmeno
io che mi sta succedendo...» ammise a mezza voce.
« Devi spiegarti meglio di
così se vuoi che ti dia una mano. » disse serio l'amico
giocando con le chiavi nella tasca.
Sheldon si staccò di colpo e
fece qualche passo in avanti. « Io non lo so, va bene!? Non so
che diamine mi sta succedendo! » esclamò ad alta voce. Si
girò verso Leonard. « Dovrei essere felice per Raj, ma non
lo sono! » confessò passandosi una mano sul volto.
Leonard spalancò la bocca a
quella rivelazione. Non fu difficile capire a cosa si riferisse.
« Oh mio Dio...» disse. « Ti piace Amy, vero? Tu...tu
sei...»
Lui chiuse sgranò gli occhi. « No, non è come pensi, non- »
« Tu sei innamorato di lei. » constatò, interrompendolo, con l'espressione stupita sul volto.
Entrambi restarono in silenzio per interminabili secondi.
« Amico perché non me lo hai mai detto? » disse infine con un filo di voce dopo essersi ripreso.
Sheldon corrugò la fronte.
« Cosa avrei dovuto dirti? Che mi piaceva la ragazza a cui andava
dietro Raj? » sbottò incrociando le braccia.
« Sì! E qui non si
tratta solo di piacerti, ma te ne sei addirittura innamorato! Siamo
amici e ci siamo promessi che ci saremmo detti qualunque cosa ricordi?
»
« Sì lo so...» ammise a bassa voce e sciogliendo le braccia per riportarle lungo i fianchi.
« Però adesso...cavolo Sheldon, adesso è un casino. Perché non glielo hai mai detto prima? »
« Ho cercato di dirglielo, ma non ci sono riuscito. E ora penso che sia troppo tardi. »
Leonard annuì. « Sì Sheldon, è troppo tardi ora. »
Sheldon spalancò gli occhi di
fronte a quell'affermazione. Era suo amico pensava sarebbe uscito con
qualcosa tipo: "ti aiuterò con Amy, non preoccuparti".
Vedendo l'espressione di Sheldon,
Leonard si affrettò a spiegarsi. « Adesso stanno insieme
Sheldon ed è evidente che si piacciono molto. Se ti fai avanti
adesso finiresti per perdere due amici in un colpo solo oltre a
ricevere un rifiuto da parte di Amy. »
« Immagino. Infatti non
è mia intenzione interferire con loro. » disse con aria
mogia mentre si incamminava verso l'auto parcheggiata.
« Mi dispiace. Vorrei aiutarti, dico davvero...»
« Lascia stare Leonard.
» tagliò corto avviandosi verso la parte opposta
dell'ingresso del ristorante. « Non ho voglia di tornare
giù con...loro. Inventati una scusa o non lo so. Fa' quello che
ti pare. »
Sparì dietro l'angolo del vicolo senza dare il tempo a Leonard di replicare.
Penny appoggiò con un gesto
secco la pochette rossa sul mobile accanto al lavandino e si
girò verso l'amica, appoggiandosi al lavabo ed incrociando le
braccia al petto dove un dito aveva iniziato a picchiettare
nervosamente sul braccio.
« Cosa stai facendo? Si può sapere? »
Amy abbassò lo sguardo.
« Vedo Sheldon avvicinarsi a
te e sgusciare via insieme dal locale, e adesso tu mi dici che stai
insieme a Raj?! » esclamò.
« Penny...»
« Mi hai detto che ti piaceva Sheldon, che volevi stare con lui! » continuò, alzando la voce.
Amy si sistemò il vestito e
la guardò seriamente. « Io non ho mai detto che volevo
stare insieme a lui. » replicò duramente e la bionda
serrò le labbra. « Cioè ci ho pensato tante volte,
è vero, ma mi sono accorta che non è lui la persona che
voglio! »
« Amy...» disse
staccandosi dal lavandino e avvicinandosi a lei. « Che
cos'è successo quella sera? »
Amy prese un grosso respiro. « Siamo andati sulla spiaggia e...ci siamo baciati, anzi lui ha baciato me. »
Penny spalancò gli occhi, ma non disse una parola.
« Poi è arrivato un
tizio, ha cominciato a dire che Sheldon e Alex sono stati insieme e che
aveva fatto a pugni con un suo compagno di corso la mattina...»
« Sì avevo sentito...» disse semplicemente ricordando le voci che giravano per i corridoi.
« E ho capito che sto solo
perdendo tempo con lui. » si strinse le braccia e abbassò
la voce. « È stato a letto con Alex e poi mi ha
baciata...quanto si può cadere più in basso di
così? » mormorò con un filo di voce.
« Mi dispiace. » disse
avvolgendola in un abbraccio. Era stata scossa da quella confessione.
Non sapeva di Alex e questo la lasciò parecchio turbata. Non
voleva che anche Amy soffrisse come ha sofferto lei in passato. Era
davvero furiosa con Sheldon. Come si permetteva di trattare così
la sua migliore amica?
Mentre preparava piani di vendetta sentì Amy parlare da sopra la sua spalla.
« Vorrei essere arrabbiata con lui, ma non ci riesco. » ammise con gli occhi chiusi e le mani strette a pugni.
La allontanò un po' da
sé, quel tanto che bastava per guardarla negli occhi. «
Non ci riesci per quello che provi per lui. » disse con un mezzo
sorriso. « E il fatto che porti ancora il braccialetto che ti ha
regalato ne è la prova. »
Amy accarezzò inconsciamente
il sottile filo che le avvolgeva il polso pensando all'evidente
imbarazzo che Sheldon aveva provato quando le porse la scatolina o
delle sue dita che lentamente le accarezzavano il braccio per poi
salire fino a soffermarsi sul collo. Anche se ci provava con tutta se
stessa non riusciva a non rendere meno reale quel tocco, a renderlo un
caso isolato, un episodio da rilegare in un angolo remoto della propria
memoria.
Basta! Doveva smetterla di pensare sempre a lui.
« Forse hai ragione...è
per colpa di questi stupidi sentimenti che provo per Sheldon che non
riesco ad odiarlo. »
« Stare con Raj non migliorerà la situazione. » disse Penny seria.
Amy aprì la porta del bagno. « Ma ho bisogno di lui adesso. »
« Perché mi hai
seguito, Bernadette? » disse duramente la ragazza rivolta
all'amica che timidamente si avvicinava alle sue spalle e si tormentava
l'unghia del pollice.
« Quando Raj ha detto che
stava insieme ad Amy sei sbiancata di colpo. Poi ti sei alzata per
andare via ed istintivamente ti ho seguito...» ammise e si
lisciò la gonna a palloncino del vestito. Ridacchiò poi
nervosamente. « Magari dovevi fare davvero una telefonata e io mi
sto solo preoccupando per nulla. »
Alex scosse la testa e si
portò una mano all'altezza della fronte. Dopo le parole di Raj
guardò immediatamente Sheldon e l'espressione che si dipinse sul
suo volto le aveva tolto il respiro. Per un paio di secondi aveva visto
incredulità, rassegnazione, rabbia e invidia. Poi nascose sotto
un falso sorriso di circostanza tutte quelle emozioni. Quando lo vide
alzarsi e andarsene una morsa allo stomaco improvvisa la costrinse a
fare lo stesso. Si sentiva terribilmente in colpa per quello che stava
accadendo. Una parte di sé sapeva che se non fosse stato per lei
forse al posto di Raj ci sarebbe stato Sheldon a dire che adesso era
fidanzato mentre con un braccio avvolgeva le spalle di Amy.
Le serviva una boccata d'aria e
Bernadette non era nei suoi piani. Ora però la bionda si era
portata in parte a sé e teneramente le accarezzava un braccio.
« Non c'è nessuna telefonata in realtà. » disse a bassa voce.
Bernadette sorrise appena. « Lo avevo capito. »
« È che...mi sento così in colpa...non avrei dovuto...»
« Fare cosa? » chiese perplessa smettendo di accarezzarle il braccio.
Si passò una mano nei capelli. « Niente, niente...»
Non poteva di certo rivelarle il motivo. Avrebbe finito per odiarla esattamente come Sheldon.
« Sei strana ultimamente, sai? » la fissò negli occhi. « Da quando sei tornata. »
Alex alzò le spalle con un
gesto di noncuranza, facendo finta che andasse tutto bene. « La
vita di Londra ti cambia. »
« O forse è la vita di qui che ti sta cambiando. Magari centra qualcuno. »
Alex serrò le labbra
sentendosi colta in flagrante. Bernadette non era stupida e ovviamente
stava già intuendo che qualcosa stava cambiando in lei.
Nonostante fosse sua amica non riusciva a confidarsi pienamente come se
qualcosa la bloccasse.
« È...è complicato. » ammise.
Bernadette tornò ad
accarezzarle il braccio nel tentativo di rassicurarla e di farle capire
che era lì per qualunque cosa.
« Qualunque cosa sia, anche se
è la più complicata del mondo, si sistemerà. Ci
vuole solo tempo, vedrai. »
« Questa volta non credo si
risolverà. » disse guardandola negli occhi azzurri.
Alzò poi un braccio per chiamare un taxi e appena si
fermò sul ciglio della strada si gettò all'interno senza
nemmeno rivolgere mezza parola all'amica. Una volta seduta e chiusa la
portiera si rilassò sul sedile, chiudendo gli occhi ed
abbandonandosi alla stanchezza che aveva iniziato a sentire.
~°~
« E niente, è successo
e basta. Sinceramente non so nemmeno io come sia nato tutto. Ci siamo
baciati dopo che abbiamo guardato le stelle, siamo usciti ancora un
paio di volte e le ho chiesto se voleva rendere la cosa seria e lei ha
detto di sì. » spiegò Raj il giorno dopo ai suoi
amici seduti al solito bar. Raccontò dettagliatamente gli eventi
che lo portarono a mettersi insieme ad Amy e il suo palese entusiasmo
aiutò a rendere tutto più avvincente. Sheldon cercava di
mostrarsi contento per lui, ma era già tanto se riusciva a
mostrargli un sorrisetto di circostanza palesemente finto.
« Sono sempre più
convinto che Amy sia quella giusta. Pensavo che dopo Lucy non sarei
più riuscito ad andare avanti e invece...» sorrise.
« Amy mi sta rendendo di nuovo felice. »
« Finalmente sei riuscito a
toglierti dalla testa quella Lucy, non ne potevo più sentirti
parlare di lei, sopratutto dopo tutto quello che ti ha fatto. »
disse Howard dando una pacca sulla spalla dell'amico.
« Ve l'ho detto ragazzi. Il capitolo Lucy è chiuso definitivamente. »
Leonard schiuse le labbra in un sorriso. « Ottimo. »
Raj ridacchiò e poi, rivolgendosi a Sheldon, smise di sorridere diventando improvvisamente serio.
« Non dici niente? »
« Cosa dovrei dire? » ribatté con freddezza, assaggiando il suo drink.
« Qualcosa sul fatto che sono
finalmente riuscito a lasciarmi alle spalle la storia con Lucy, che non
sto più soffrendo a causa sua e che sono felice di stare con
Amy? »
« Buon per te. » disse tagliente, mettendo mano al portafogli ed alzandosi.
« Grazie, sei davvero un
ottimo amico, sul serio. » replicò sarcastico Raj alzando
il proprio bicchiere verso di lui e poi portandoselo alle labbra.
Sheldon strinse le labbra per
qualche secondo, scrutandosi entrambi negli occhi come se si stessero
sfidando a una sorta di duello immaginario. Il leggero attrito che da
qualche mese c'era tra di loro si era improvvisamente accentuato,
rendendo freddo e macchinoso qualsiasi tipo di dialogo o di
interazione.
« Ho da preparare un esame
difficile, stasera non esco. » disse semplicemente, voltandosi
per andarsene, ma la voce di Raj lo bloccò.
« Sei incredibile, davvero. Il tuo menefreghismo e disinteresse per gli altri mi lascia senza parole. »
Sheldon si girò ed alzò un sopracciglio scettico. « Menefreghismo? »
« Sì, menefreghismo. Ti
importa soltanto di te e basta, degli altri non ti interessa
minimamente. Non dico di fare i salti di gioia, ma almeno un minimo di
interesse e coinvolgimento non mi sarebbe dispiaciuto. Ma sai cosa ti
dico? Non me ne può fregar di meno del tuo finto interesse.
»
Sheldon rise. « Non sai
nemmeno di cosa stai parlando. Ti sei messo insieme ad Amy? Okay, buon
per te, a me cosa cambia? Assolutamente niente. »
Raj si mise in piedi. « Non
sopporti l'idea che qualcuna ti abbia allontanato e rifiutato, ecco
perché fai così lo stronzo. Il sapere che Amy ha
preferito me a te ti manda su tutte le furie. » alzò un
po' la voce, ma la musica alta fu sufficiente a coprire la sua voce.
« Stai dicendo un mucchio di roba senza senso, amico. »
« Un mucchio di roba vera
senza senso. Ho capito qual è il tuo giochetto, Sheldon. »
assottigliò lo sguardo. « Non ti permetterò di
sfruttarla e farla soffrire come hai già fatto con altre. L'hai
già fatta piangere una volta, non capiterà una seconda.
»
Sheldon strinse le mani a pugno,
fremente di rabbia. Come si permetteva di dire che il suo scopo era
solo quello di sfruttarla e ferirla? Non era mai stata questa la sua
intenzione, anzi era sempre stato tutto il contrario. Voleva solo
renderla felice, non chiedeva tanto.
Passò accanto al tavolo a
passo svelto e Leonard, leggendo la minaccia nei suoi occhi, si
alzò in fretta e si mise immediatamente tra i due ragazzi per
evitare che scoppiasse una lite. Conosceva bene Sheldon e quello
sguardo non gli piaceva per niente.
« Ritira quello che hai detto. Ritiralo! » urlò Sheldon adirato come non mai.
« No perché è la verità! Sei solo in grado di ferire chiunque ti sta vicino! »
Sheldon a quelle ultime parole
scattò verso di lui cercando di colpirlo, ma Leonard fu
abbastanza rapido da prenderlo per un braccio ed allontanarlo. Il pugno
sfiorò solo la guancia di Raj.
Tenendolo per entrambe le braccia lo
trascinò fuori dal bar, sotto lo sguardo di tutti, mentre
quest'ultimo cercava di divincolarsi.
« Lasciami! Lasciami ti ho
detto! » gridò ancora e una volta giunto fuori Leonard lo
liberò dalla presa.
« Questa volta lo uccido,
giuro! » esclamò cercando di entrare di nuovo al bar, ma
il suo migliore amico gli diede uno spintone facendolo arretrare di
qualche passo.
« Leonard togliti o ce ne sarà anche per te. »
« Piantala, ti stai solo comportando da idiota. »
« Ma hai sentito cosa ha detto? Non gliela farò passare liscia. »
Leonard si avvicinò fino ad
arrivargli a pochi centimetri di distanza. « Capisco che tu sia
arrabbiato perché stanno insieme e capisco anche quanto tu stia
soffrendo per questa cosa, ma non puoi comportarti male con Raj. Non
è colpa sua se si è innamorato di Amy e ha voluto
iniziare una relazione con lei. »
Sheldon rilassò i muscoli e si lasciò andare in un lungo sospiro di rassegnazione.
« Lo so, ma non ci riesco,
Leonard. Vederli così felici insieme mi...fa provare un'invidia
tremenda. » si passò entrambe le mani nei capelli prima di
proseguire. « E ha ragione a dire che faccio soffrire chiunque mi
stia vicino. »
« Questo non è vero, lo sai anche tu. »
« Invece è così! Prima tu, poi Penny, Alex e adesso acnhe Amy. »
« Se tiri fuori ancora una
volta la storia dell'aver lasciato casa mia per seguirti mi incazzo.
Per la millesima volta ti dico che se l'ho fatto è perché
non volevo lasciarti da solo. Non ti avrei permesso di andartene da
solo in quelle condizioni. E sai una cosa? Lo rifarei ancora.
Perché sei mio amico e non ti avrei mai abbandonato in un
momento così difficile. »
Sheldon si limitò ad annuire
un paio di volte. Sapeva che poteva sempre contare su di lui e si
chiese come facesse a restargli sempre così vicino nonostante
tutto quanto.
« Dai, vieni dentro. »
lo invitò Leonard indicando con la testa l'ingresso, ma il
ragazzo si mosse verso la parte opposta.
« Ho davvero un esame difficile da preparare. E ho bisogno di stare un po' da solo. »
« Certo, capisco. » disse solo mentre osservava l'amico allontanarsi.
~°~
Forse mettersi insieme a Raj era
stato un gesto un po' avventato, dovuto probabilmente a ciò che
aveva scoperto per puro caso per colpa di Kripke. Non le importava
sapere la causa, quello che le interessava era che se non fosse stato
per lui non avrebbe mai scoperto cosa fosse successo con Alex e sarebbe
venuta a conoscenza troppo tardi di quello che era accaduto in
università, evento che era ancora sulla bocca di tutti.
Quello che sapeva era che stava bene con Raj, la trattava bene ed era felice. Tutto il testo non le importava affatto.
O forse c'era ancora qualcosa che le importava.
Sheldon aveva reagito in un modo
davvero strano quando Raj aveva dato la notizia a tutti. Non disse
nemmeno una parola e si alzò con la stessa fretta di uno che non
voleva restare lì un solo minuto in più.
Alla fine si disse che era inutile
star lì a pensarci troppo. Non voleva arrovellarsi il cervello
inutilmente su questioni che non avrebbero mai trovato una risposta. Se
non era proprio Sheldon stesso a spiegarle il significato sia del bacio
sia della sua reazione, lei da sola non sarebbe mai riuscita a capirlo.
Immersa nei suoi pensieri non si
accorse di un ragazzo che si affiancò a lei per poi prenderla
per un braccio e trascinarla lontano dalla folla che si riversava verso
l'ingresso del prestigioso istituto. Una volta lontani da orecchie
indiscrete Sheldon prese un grosso respiro e parlò prima ancora
che Amy potesse iniziare a protestare.
« Dobbiamo parlare. »
« Di cosa precisamente? » disse pentendosi già di aver voluto dargli corda.
« Di noi due. »
affermò serio più che mai ed Amy trattenne il fiato.
Improvvisamente sembrava che il suo volersi a tutti i costi allontanare
fosse sparito, svanito nel nulla. Gli lasciò il tempo di
proseguire.
« Lo so che sei arrabbiata, dico davvero, ma non puoi odiarmi se non mi dai nemmeno il tempo di spiegarmi. »
« È proprio questo il
problema! Tu pensi che tutto possa risolversi semplicemente con le
parole, ma non è così! Non puoi fare quello che ti pare,
infischiandotene degli altri e poi venire sempre a dare spiegazioni
come se fossi tu la vittima! Sei infantile. »
« Ah, io sarei infantile? Non
tu che non mi guardi nemmeno in faccia e sei arrabbiata con me senza
nemmeno sapere il motivo! »
Amy sbatté gli occhi incredula. « Io so il motivo per cui sono arrabbiata con te! »
« Ma davvero? » Si
avvicinò di un passo, accorciando pericolosamente le distanze.
« Allora dimmi perché sei arrabbiata. »
Amy fece un passo indietro, ma alle sue spalle si trovò il muro. Si sentiva in trappola.
Il modo intenso con cui la fissava fece accelerare il suo battito. Deglutì quando sentì la gola farsi secca.
« Mi hai preso in giro con i
tuoi amici...» iniziò a bassa voce quasi avesse paura di
quello che stava per dire.
« Non ti conoscevo ancora.
Anzi, se vuoi saperlo, è stato poco prima che ti incontrassi per
i corridoi e ti dessi indicazioni. Quando ti ho vista con
quell'espressione spaesata avevo la sensazione di averti già
incontrata prima, ma non mi ricordavo più dove. Mi è
bastato parlarti per un secondo per ricordarmi della ragazzina fuori
dal locale che si guardava attorno come se si sentisse fuori posto. Io
mi sono avvicinato con l'intenzione di aiutarti, non di deriderti. Se
avessi voluto prendermi gioco di te ti avrei fatto inciampare davanti a
tutti facendoti fare una figuraccia, oppure in mensa ti avrei
rovesciato qualcosa addosso. Ma non l'ho fatto perché non sono
quel genere di persona. Non sono mai stato un bullo. »
Amy si ricordava bene il giorno in
cui lo conobbe la prima volta. Fuori dal locale mentre aspettava Penny
e veniva investita da una nuvola di fumo passivo. Quello stesso ragazzo
dall'aria insopportabile l'aveva aiutata a farsi strada tra quel
labirinto di corridoi e sempre lui era anche il vicino di casa della
sua migliore amica. Aveva imparato a conoscerlo e ad apprezzarlo poco
alla volta finché smise di considerarlo come 'l'insopportabile
vicino di Penny'. Gli voleva bene, così tanto da cercarlo
continuamente perché ne sentiva il bisogno. Sorrideva ogni volta
che lo vedeva e sentiva il cuore battere più velocemente quando
per puro caso o intenzionalmente si toccavano. E così
capì che non era più semplice amicizia quella che provava
verso di lui.
Da qui sono iniziati i problemi, pensò. Prima andava tutto così bene, ora invece era un problema dopo l'altro.
« Mi hai baciato dopo essere
stato a letto con Alex. » continuò alzando un po' di
più la voce per darsi sicurezza.
« Io non sono mai stato a
letto con Alex! » sospirò esasperato. « È
stata lei ad inventarsi questa balla che ha raccontato alla ragazza di
Kripke e ora queste bugie hanno iniziato a diffondersi per
l'università. »
« Alex ha mentito? » chiese piuttosto sorpresa.
Sono migliori amici perché mai avrebbe dovuto inventarsi una cosa simile?
« Perché si è
inventata questa bugia? » domandò visto che Sheldon non
rispondeva. Lo vide mordersi il labbro e spostarsi in parte a lei dove
appoggiò la schiena al muro. Prese il pacchetto di sigarette
dalla tasca del giubbino e ne sfilò una che mise tra le labbra
sottili. L'accese ed espirò il fumo che andò dalla parte
opposta a dove si trovavano.
« Perché si è
innamorata di me e io sono stato così idiota da non accorgermi
mai di niente in tutti questi anni. Me lo ha confessato la sera che
siamo rimasti da soli. Sono rimasto così spiazzato da essermene
andato via subito. » aspirò un'altra boccata di fumo che
poi lasciò fuoriuscire poco alla volta. « Ne ha parlato
con Rachel e invece di dire che non è successo niente ha
mentito. »
« Allora è per questo
che non vi parlate più. » disse abbassando lo sguardo.
Finalmente iniziava ad avere tutto un senso.
« Per un po' preferisco starle lontano. È meglio così. » tagliò corto.
« E del ragazzo che hai
picchiato l'altro giorno cosa mi dici? Anche questo è una balla
inventata da qualcuno? » disse tornando a guardarlo dopo un breve
silenzio.
Il ragazzo vacillò un attimo
per riprendere poi immediatamente il controllo. « No, questo
è vero » mormorò a bassissima voce.
Amy sciolse le braccia che
lentamente ritornarono ad appoggiarsi lungo i fianchi. Questa
confessione l'aveva lasciata parecchio stranita. Era convinta che si
sarebbe inventato qualcosa pur di non ammetterlo di fronte a lei,
invece tutta questa sincerità era venuta fuori come se niente
fosse. E se non stava mentendo significava che sarebbero cambiate le
cose con Raj? Ma a lei piaceva e voleva stare con lui, a prescindere
dai motivi. Sì, voleva credere che fosse così.
« È un idiota che si
diverte a provocarmi e a darmi fastidio. Solitamente lo lascio perdere,
ma aveva iniziato a parlare male di Leonard, di Penny e di te. »
si leccò le labbra e alzò le spalle prima di proseguire.
« E non ci ho visto più. Il resto poi più o meno
è quello che si sente in giro. » disse ricordandosi di
come avesse perso il controllo sentendo in che modo si era riferito ad
Amy.
La ragazza rilassò i muscoli tesi e anche l'espressione divenne meno severa nonostante fosse rimasta seria.
« Non puoi metterti a picchiare la gente solo perché dice qualche parola sui tuoi amici »
« Lo so. E ti prometto che non capiterà mai più. »
Ora che veniva a conoscenza di
questi aspetti tutta la rabbia che provava per lui sembrava magicamente
scomparsa. Del tizio che aveva ricevuto un pugno in faccia da lui non
gli importava poi molto e per quanto riguarda Alex una parte di
sé aveva sempre saputo che in realtà non avevano mai
fatto niente.
« Porti ancora il mio braccialetto...» disse Sheldon interrompendo i suoi pensieri.
« Sì. Mi...mi piace molto. »
Sospirando le prese il polso e lo avvicinò al viso limitandosi a fissare per qualche secondo il braccialetto d'argento.
« Le cose sarebbero potute
essere molto diverse adesso...» disse a bassa voce esprimendo un
pensiero che da giorni lo stava attanagliando. « Se non fosse
stato per Kripke. »
Amy fece un sorriso tirato. « Allora forse dovrei ringraziarlo. »
Sheldon le lanciò
un'occhiataccia ed Amy lo guardò torvo a sua volta. Ma
perché doveva comportarsi sempre in modo così strano?
« Perché non vuoi che
io e Raj stiamo insieme? » disse togliendo il polso dalla sua
presa ed allontanandosi di qualche passo.
« Io non ho mai detto questo. » affermò il ragazzo mettendosi sulla difensiva.
« Oh certo come no, allora me
lo sono appena inventato. Spiegami perché non vuoi che stia con
lui! Non dovresti essere felice per me? » sbottò aprendo
le braccia ed alzando la voce per rimarcare il suo disappunto.
« E lo sono, va bene? »
anche Sheldon alzò la voce a sua volta. Si staccò dal
muro per ridurre un po' le distanze. « Sono contento che tu stia
con Raj perché sono sicuro che saprà...trattarti come
meriti. » concluse soffermandosi un po' di più sull'ultima
parte come se fosse un boccone amaro che con fatica cercava di mandare
giù.
Amy si passò una mano nei capelli. Non sembrava affatto sincero quando disse che era contento per lei.
« Però mi hai baciato. Perché? »
« Tu non ti sei tirata indietro. » replicò per evitare la domanda.
Amy, come previsto, spalancò gli occhi. « Quindi stai dicendo che è colpa mia? »
« Sto solo dicendo che se non
fosse stato per Kripke tu e Raj adesso non stareste insieme! »
esclamò lasciando Amy senza parole.
Si guardarono per qualche secondo negli occhi come se cercassero di trovare le parole giuste da dire.
« Sei felice di stare con lui?
» mormorò Sheldon dopo un po'. La fronte leggermente
corrugata che non lasciava dubbi su ciò che pensava realmente.
Amy ci mise qualche secondo a rispondere. « Sì, Sheldon. Sono felice con lui. »
Il ragazzo annuì semplicemente. Non riusciva a dire nient'altro.
Amy si mordicchiò il labbro.
Forse aveva ragione a dire che se non fosse stato per Kripke le cose
sarebbero molto diverse ora. Ma infondo come poteva saperlo? E poi, in
cosa sarebbe stato diverso?
Sheldon non voleva relazioni, di questo ne era certa. Doveva iniziare a ripeterselo un po' più spesso.
E Sheldon da parte sua sapeva che
non avrebbe potuto continuare così a lungo o avrebbe dato di
matto. Adesso Amy stava insieme ad uno dei suoi migliori amici, non
avrebbe potuto più fare nulla.
Si sentiva uno stupido ad aver lasciato che tutto andasse nel peggiore dei modi.
« Allora non mi metterò più in mezzo. » concluse secco superandola per raggiungere l'ingresso.
Avevano parlato così a lungo
da perdere la cognizione del tempo. Ormai il cortile era deserto e gli
unici rimasti ancora fuori erano soltanto loro due.
Era in ritardo per le lezioni e in un altro momento questo l'avrebbe portata ad arrabbiarsi con lui, ma non questa volta.
Ora non le importava niente.
~°~
Amy era davanti all'appartamento 4B
quando si ricordò troppo tardi che Penny le aveva mandato un
messaggio dicendo che non c'era e che avrebbero recuperato la serata in
un altro momento.
Accidenti si era completamente
dimenticata. E adesso che avrebbe fatto? Non le andava di ritornare al
campus da sola. Diede una veloce occhiata all'appartamento di fronte.
Era sabato e molto probabilmente non c'era nessuno in casa. Meglio
così, almeno era sicura che Sheldon non sarebbe piombato sul
pianerottolo improvvisamente chiedendole di fare qualcosa insieme. Non
voleva stare da sola con lui, succedeva sempre qualcosa quando erano
soltanto loro due.
Improvvisamente il suono di un paio
di accordi suonati sul piano arrivarono ovattati alle sue orecchie. Era
da così tanto che non lo sentiva esercitarsi in qualcosa.
Appena finì con gli accordi
per il riscaldamento ed iniziò a suonare un brano decisamente
più complesso Amy non riuscì a non chiedersi cosa stesse
pensando in questo momento. Se come aveva capito si metteva al piano
solo quando aveva bisogno di stare da solo a pensare, ora doveva essere
sicuramente uno di quei momenti dove tutto quanto rimaneva fermo
là fuori da qualche parte e a cui Sheldon non voleva dare il
potere di influenzarlo. Quando suonava il mondo si fermava solo per lui.
Non sapeva per quanto rimase ferma
davanti alla porta ad ascoltarlo. Forse dieci minuti o forse più
di mezz'ora. Non appena la musica si fermò per Amy la magia si
fermò con essa. Sarebbe entrata per chiedergli di continuare,
per poter sentire di nuovo quella magia che solo lui era in grado di
creare e di immergerla. Ora si sentiva persa, smarrita nel momento di
quotidianità a cui pensava di essere sfuggita per un po'.
Il mondo aveva ripreso a muoversi di nuovo.
Era pronta per scendere il primo
gradino della rampa di scale quando sentì la porta aprirsi e il
rumore di passi dietro di sé. Si girò e ovviamente non
poté non chiedersi perché la fortuna non fosse dalla sua
parte una volta tanto.
Sheldon era di fronte a sé e
per interminabili secondi si fissarono in silenzio. Lui decisamente
stupito di vederla lì fuori e lei assolutamente incerta su cosa
fare.
« Penny non c'è è fuori a cena con Leonard. » disse semplicemente mentre infilava le chiavi in tasca.
« Lo so, mi sono ricordata solo adesso. »
« Capisco. »
Si mossero entrambi incerti sul
posto mentre i loro sguardi sfuggivano e cercavano di guardare
qualunque cosa tranne i loro occhi.
« Beh, ci vediamo. » Le
passò accanto e sentì ancora una volta il suo profumo di
vaniglia invaderlo e destabilizzarlo come ogni singola, dannatissima
volta.
Fece finta che fosse tutto a posto
ed iniziò a scendere le scale, obbligandosi a mostrarsi
indifferente e a non fermarsi per chiederle cosa avrebbe fatto ora che
sapeva non ci fosse nessuno. Raj faceva gli straordinari adesso per
riuscire a mettere via dei soldi per il suo progetto di aprire un nuovo
ristorante.
Prima di svoltare l'angolo
però un "aspetta" pronunciato delicatamente lo fermò tra
il muro e l'ultimo gradino. Si girò lentamente fino a vedere la
figura della ragazza rimasta immobile nello stesso punto di prima e che
questa volta aveva iniziato a girarsi nervosamente una ciocca di
capelli tra le dita. Amy si pentì di averlo fermato, ma era
anche consapevole che non potevano continuare ad andare avanti ad
evitarsi inutilmente. Avevano lo stesso gruppo di amici e volenti o
nolenti dovevano per forza interagire l'uno con l'altra in qualche
modo. Se volevano far tornare le cose come un tempo uno dei due doveva
sforzarsi di essere meno orgoglioso e di muovere i primi passi per
riallacciare i rapporti rovinati.
« Ormai sono qui e...»
si bloccò pensando che se stava uscendo era perché aveva
già un impegno. Magari con una di cui ormai aveva imparato a
conoscere fin troppo bene. « Niente lascia stare. »
Sheldon tirò fuori il
cellulare e cercò un numero sulla rubrica. « Howard?
Scusa, ma ti do' buca stasera. Ciao. » Amy sentì solo un "Cosa?! Non puoi darmi buca all'ultimo! Io ti—" urlato che usciva dal telefono prima che Sheldon chiudesse la chiamata.
Scrollò le spalle con
noncuranza. « Prendiamo una pizza? » chiese aprendo la
porta ed entrando, dando per scontato che lei avrebbe accettato. Ma lo
sapeva, sapeva che sarebbe rimasta lì con lui. E infatti Amy
entrò e mise la borsa in un angolo. Sistemò la camicetta
ed iniziò a rigirarsi il braccialetto mentre osservava il
ragazzo chiamare la pizzeria d'asporto.
La pizza arrivò con un ritardo mostruoso ed era pure fredda.
Dopo aver insultato a lungo sia la
pizzeria sia il fattorino Sheldon guardò la ragazza seduta sul
divano che ripiegava accuratamente il cartone vuoto. Doveva inventarsi
qualcosa per non farla andare via.
« Guardiamo un film. » disse avvicinandosi al ripiano dove teneva tutti i suoi DVD.
Amy pensò che forse era
meglio se andava così avrebbe potuto chiamare Raj, ma il suo
corpo non voleva muoversi. Ma sì, poteva restare anche per un
film.
Sheldon si massaggiò il mento
dubbioso mentre guardava indeciso la copertina di un film horror e di
uno thriller. « Quale ti ispira dei due? » Rivolse entrambe
le copertine verso di lei ed Amy, con un piccolo sbuffo si portò
al suo fianco. Si chinò leggermente per poter leggere il titolo
sul dorso di ogni DVD.
« Nessuno dei due. Non voglio
vedere un film di paura. » disse inclinando leggermente la testa
di lato per riuscire a leggere meglio.
« D'accordo, allora cosa? »
Ne tirò fuori uno.
« 'Harry ti presento Sally'? » chiese perplessa e mezza divertita dopo aver letto il titolo.
Il ragazzo alzò entrambe le mani in segno di difesa. « Non è mio. »
« Va bene facciamo finta di niente. » disse rimettendolo a posto.
« È vero! Deve essere
di Raj. Una volta abbiamo deciso di rimanere tutti qui a guardare un
film e abbiamo chiesto a Raj di passare a prenderne uno in videoteca ed
è tornato con questa roba qui! E deve essere rimasto qui per
tutto il tempo. »
« Non c'è niente che mi piace. » asserì dopo un'attenta ricerca.
« Sei difficile da accontentare sai? » disse alzando gli occhi al cielo.
« Non è colpa mia se hai dei film orribili. »
« Shining non è orribile. » ribatté incrociando le braccia e facendo il finto offeso.
« Mmmh...aspetta. »
estrasse un DVD rimasto nascosto dagli altri. « Anche questo
è di Rajesh? » disse mostrandogli la copertina di
'Shakespeare in Love'.
Sheldon non rispose ed Amy spalancò gli occhi sorpresa.
« È un bel film va bene? » sbottò vergognandosi un po'.
Amy scoppiò a ridere. Ecco
uno dei motivi per cui Sheldon le piaceva. Aveva tanto l'aria da duro,
ma in realtà sotto sotto era piuttosto tenero anche se odiava
mostrarlo. E piuttosto di dire che gli piaceva un film romantico come
quello si sarebbe fatto sotterrare vivo.
« Allora guarderemo questo. » disse raggiungendo il lettore ed inserendo il DVD.
Sheldon si sedette in parte a lei dopo aver preparato i pop-corn e aver portato da bere per entrambi.
« Shining dovresti vederlo però. »
« Shh! Sta iniziando! »
lo zittì minacciosa appropriandosi poi della scodella con i
pop-corn e mettendosela sopra le gambe.
Alla fine del film Amy aveva gli occhi ludici.
« Ma...ma non può finire così! » si lamentò guardando i titoli di coda.
« Parliamo di uno che ha
scritto Romeo e Giulietta. Non potevi aspettarti chissà quanto.
Anzi è finito anche troppo bene. »
« Ci sono rimasta male. » bofonchiò facendo un'espressione indispettita che Sheldon trovò buffa.
Amy si accovacciò per
prendere il bicchiere appoggiato per terra, ma l'essere maldestra la
portò a farlo sfuggire di mano il quale si schiantò sul
pavimento, frantumandosi.
« Non preoccuparti faccio io.
» disse la ragazza iniziando a raccogliere i pezzi. Non si
accorse di un coccio particolarmente appuntito che le lasciò un
taglio sul dito non appena lo prese.
« Ahia...» gemette mordendosi il labbro con una smorfia di dolore.
« Cos'è successo? »
« Niente mi sono solo tagliata
con il vetro. » disse mostrandogli un sorriso rassicurante.
Raggiunse il lavandino dove passò il dito sotto il getto
dell'acqua per lavarlo dal sangue che copiosamente ancora continuava ad
uscire. Sheldon, preso un fazzoletto di carta, le tolse la mano da
sotto l'acqua corrente e le asciugò delicatamente il dito
attorno alla ferita poi ne prese un altro asciutto e lo premette con
una leggera forza sul taglio.
« Ci vorrà un po' prima
che si fermi. » mormorò con una smorfia di fastidio e
spostando lo sguardo da un'altra parte.
« Grazie. » disse
semplicemente e quando il ragazzo si allontanò Amy
continuò a premere al suo posto. Ritornò con in mano il
disinfettante e un cerotto.
« Tieni. » Le porse entrambi gli oggetti e si sedette su uno sgabello rivolgendole la schiena.
« Oh, ma come sei gentile.
» disse con una punta di sarcasmo quando si accorse che la stava
deliberatamente ignorando e che l'avrebbe lasciata a sbrigarsela da
sola. Chissà perché era convinta che sarebbe stato lui a
medicarla, un po' come fanno vedere nei film e invece si sbagliava.
Quello accadeva nelle opere di finzione, non nella realtà.
Meglio così, almeno avrebbe evitato di avere le sue mani sulle
proprie, di sentire i suoi respiri vicinissimi e di sentire il suo
profumo. Non voleva ricaderci di nuovo e ora che erano soli le
probabilità erano davvero alte.
Quando finì richiuse il tappo e prese le cose lasciate sulla penisola che poi buttò nell'immondizia.
« Sei a posto? » chiese girandosi appena, giusto quel tanto che bastava per guardarla con la coda dell'occhio.
« Sì, a posto. Guarda.
» gli mostrò il dito con il cerotto. Notò anche che
era un po' più pallido del solito.
« Va tutto bene? »
« Sì...sì.
» fece un gesto evasivo con la mano. « È solo
che...non sopporto la vista del sangue. » ammise con un filo di
voce.
« Oh, non lo sapevo...»
« Sono in pochi a saperlo in realtà. È una cosa che ho sempre avuto. »
Si sedette su uno sgabello di fronte a lui. « Emofobia. In genere si manifesta dopo un trauma. »
Sheldon si morse il labbro. «
Ti va se guardiamo qualcos'altro? » disse sperando di deviare la
conversazione. Si alzò e tornò a sedersi sul divano dove
immediatamente mise su un canale a caso anche se Amy non si era ancora
mossa.
Questa volta passava un film di
azione ed Amy, anche se sapeva che era tardi, decise di rimanere
ancora. Per un altro film non sarebbe successo niente.
Dopo un'ora Amy sentiva le palpebre
pesanti per la stanchezza. Lentamente appoggiò la tempia sulla
spalla del ragazzo che, sorpreso dal gesto, non mosse un muscolo per
paura che si allontanasse. Dopo mezz'ora Amy stava dormendo pacifica
con la testa appoggiata alla sua spalla. Le alzò delicatamente
la testa, si spostò e la fece sdraiare sul divano. Spense il
televisore e cercò una coperta che le mise sopra per non farle
prendere freddo, ma il contatto con il tessuto la svegliò.
« Che succede? » disse sfregandosi un occhio.
« Stavi dormendo. Non volevo svegliarti. »
Amy si tirò su di scatto e
cercò gli occhiali che trovò appoggiati con cura sul
tavolino. « Devo andare...»
« Ormai è tardi. Perché non resti qui? »
Amy lo guardò come se si fosse appena bevuto il cervello. « Qui? »
« Sì. Qual è il problema? »
Di problemi ce n'erano, eccome se ce
n'erano. Restare lì la esponeva ai rischi dei sentimenti che
ancora non riusciva ad assopire completamente nonostante gli sforzi.
Iniziò a ridacchiare pensando
che fosse solo una battuta, ma quando vide la sua espressione immutata
smise immediatamente. « Oh Dio, non stai scherzando. »
« No, infatti. » disse serio incrociando le braccia al petto.
Sospirò. « Mi fai dormire sul divano? »
Schioccò la lingua. « Non farei mai dormire una ragazza sul divano, non sarebbe molto carino. »
« Okay, allora ci dormi tu?
Benissimo, buonanotte. » disse incamminandosi verso la sua camera
per poi bloccarsi quando lui le disse di no.
Amy gli lanciò un'occhiataccia.
« Non ci penso nemmeno! È scomodo! » esclamò allargando le braccia.
Amy serrò le labbra. No, non lo pensava davvero...non stava pensando davvero che loro due avrebbero...
« Dormiremo insieme. Siamo amici no? Perciò non ci vedo nulla di male. »
Amy chiuse gli occhi per un paio di
secondi. Erano amici, questo senza dubbio, ma provava ancora dei forti
sentimenti per lui e restargli così vicino per un'intera notte
sarebbe stata una tortura infinita.
« Siamo amici...» disse a bassa voce guardando il pavimento.
« Perfetto. » disse indurendo il tono. Si avviò lungo il corridoio ed Amy fu costretta a seguirlo.
Titubante entrò in camera e Sheldon era inginocchiato davanti alla cassettiera mentre frugava tra i vestiti.
« Vuoi un pigiama? Ora che ci
penso però dovrei cercare nell'armadio di Leonard. Scommetto che
i suoi ti andranno benissimo. Siete alti uguali. » disse facendo
leva sulle ginocchia e portandosi entrambe le mani sui fianchi.
« Mi basta una tua maglia. Tanto mi andranno enormi. »
Indicò il cassetto ricolmo di maglie. « Allora scegli quella che vuoi. »
Si mise nella stessa posizione che
aveva Sheldon fino a poco prima e curiosò tra le sue maglie, ma
sembravano tutte troppo belle per essere usate per dormire.
C'era quella nera che aveva
indossato il giorno che si erano conosciuti in università. Se la
ricordava perché l'aveva particolarmente colpita.
Scavò per un po' finché non trovò una maglia rossa con il logo di una saetta.
« Hai una maglia di Flash?
» chiese perplessa mentre la rigirava tra le mani e notava i
bordi leggermente consunti. Doveva essere piuttosto vecchia.
« Sì ed è vecchissima tra l'altro. Mi ero quasi dimenticato di avercela. »
« Userò questa allora. »
Andò in bagno a cambiarsi ed
uscì con solo la maglia indosso. Era lunga a sufficienza da
riuscire a coprirla abbastanza.
Rientrata in camera Sheldon tirò su le coperte. « Prego. » disse indicando uno dei due posti.
Lei si infilò sotto le
coperte e le tirò fin sotto il mento. Lesse il messaggio sul
cellulare in cui Raj le augurava la buonanotte. Se sapeva dove fosse in
questo momento e con chi la buonanotte sarebbe andata a farsi benedire.
Ma Sheldon aveva ragione. Erano
amici e non c'era nulla di cui preoccuparsi. Lei sapeva benissimo di
non piacergli e stava cercando di imparare a non andare in
iperventilazione ogni volta che lo aveva vicino. Fissò il
soffitto per interminabili minuti mentre Sheldon andava in bagno, si
svestiva per mettersi il pigiama e si sdraiava accanto a lei.
Adesso erano tutti e due a fissare il soffitto senza dire una sola parola.
« Ho appena mentito a Raj. Gli ho detto che ero al campus quando in realtà sono qui con te. »
« Se gli avessi detto la
verità mi avrebbe tirato un pugno in faccia. Mi ci sarebbero
voluti giorni per fargli capire che non c'era nessun secondo fine.
»
Si girò leggermente per guardarlo. « Dovrei dirgli la verità. »
« Non sei tenuta a fargli sapere ogni singola cosa che facciamo. » sibilò.
« È il mio ragazzo, non dovrei mentirgli. »
Sheldon sospirò esasperato.
« D'accordo, diglielo allora. » disse allungandole il
cellulare. « Digli che non ho voluto farti andare al campus da
sola a quest'ora e che stai dormendo qui con me adesso perché
sul divano avresti gelato per il freddo. »
Amy strinse le labbra mentre
guardava l'oggetto tra le sue mani. Se lo avesse fatto sarebbe venuto
fuori un putiferio. Avrebbero litigato di nuovo, il gruppo si sarebbe
diviso nuovamente e lei avrebbe dovuto tenere la parte a Raj a
prescindere. Sarebbe stata costretta ad evitare Sheldon nuovamente,
cosa che non voleva assolutamente fare.
Si girò dall'altra parte e si
sistemò meglio la coperta sopra la spalla. Sheldon
riappoggiò il cellulare sul comodino e cercò di
rilassarsi sperando di riuscire a prendere sonno.
Il suo sonno fu tormentato dagli incubi.
Si svegliò di colpo, madido
di sudore. Dopo essersi passato una mano sul volto per tranquillizzarsi
e convincersi che era stato solo un brutto sogno diede una breve
occhiata ad Amy che dormiva al suo fianco. Per qualche secondo si
illuse che ora erano una coppia, che si sarebbe risvegliato ogni giorno
con lei vicino e che non resistendo alla tentazione si sarebbe
avvicinato per baciarla delicatamente, svegliandola con un sorriso.
Invece tutto questo era solo la sua immaginazione.
La sua crudele immaginazione.
Prese dei respiri profondi e il buio
fuori dalla finestra indicava che era notte fonda. Se si fosse
addormentato di nuovo era certo che avrebbe rifatto lo stesso identico
sogno.
« Stai bene? » chiese delicatamente Amy appoggiando il gomito sul materasso e alzandosi appena.
Lui si voltò di poco. « Sì non preoccuparti. Dormi, è tardi. »
« Sembri sconvolto. » continuò lei non badando alle sue raccomandazioni.
« Era solo un incubo, non importa. » mormorò piegando l'angolo della bocca in un mezzo sorriso.
Amy vedeva solo il suo profilo e
nemmeno tanto distintamente. Le diede quell'impressione perché
respirava intensamente come se stesse cercando di calmarsi e si
continuava a passare la mano nei capelli, segno che era teso per
qualcosa.
« Parlane, ti aiuterà. » disse lei con tono gentile.
Prese un grosso respiro, incerto se
rivelare o meno le scene ancora nitide nella sua mente. « Ho
sognato di fare un incidente in macchina. Lo stesso che feci anni
fa...» deglutì nel tentativo di sciogliere il nodo in
gola. «...e ho visto una donna morire...» abbassò la
voce e si portò entrambe le mani sugli occhi.
Era decisamente turbato e ad Amy non
fu difficile collegare il suo stato emotivo con quello che aveva
sognato. Rajesh glielo aveva accennato una volta che sua madre era
morta quando lui era piccolo, salvo poi cambiare immediatamente
argomento e guardandola come a dire di non parlarne con lui per nessun
motivo.
« Era tua madre? »
chiese debolmente per poi mordersi il labbro con forza e darsi della
stupida mentalmente per averlo chiesto. Non ci aveva pensato, le era
uscito di getto e solo ora si rese conto di quanto indelicata fosse
stata.
Sheldon sembrò non farci
nemmeno caso. Rimase immobile per qualche secondo poi liberò gli
occhi dalle mani che scese lentamente sulla coperta iniziarono a
tormentare il tessuto.
« Era tanto che non sognavo...questo. » mormorò insicuro.
« Mi dispiace...»
« E per cosa? Tu non hai fatto niente. » disse con un debole sorriso.
In quel momento nel buio della
stanza Sheldon le parve debole ed insicuro come mai le era sembrato.
Lui che era sempre stato forte e sicuro di sé dove sembrava che
niente e nessuno potesse scalfirlo ora sembrava solo un bambino che
cercava disperatamente di chiedere aiuto, ma non ci riusciva.
Amy capiva quello che provava,
sapeva bene il dolore di aver perso un genitore e sapeva anche che
spesso le parole non erano sufficienti per alleviare quell'opprimente
sensazione che attanaglia il petto e lacera il cuore. Molto spesso
bastava un gesto, un semplice tocco, giusto per far capire che non
è da solo ad affrontare la propria battaglia. Per questo fece la
prima cosa le venne in mente e sperò che potesse aiutare nello
stesso modo in cui lei era stata aiutata. Si mise sulle ginocchia, al
suo fianco e portò entrambe le mani sulla sua spalla destra
mentre la fronte toccava la sua tempia sinistra leggermente umida per
il sudore. Chiuse gli occhi e sentì il corpo di Sheldon
rilassarsi poco alla volta nel suo abbraccio un po' impacciato per la
strana posizione in cui si trovava.
Rimasero così per interi
minuti. Sheldon sfiorò delicatamente il suo braccio ed Amy si
allontanò leggermente sempre mentre teneva gli occhi fissi su di
lui.
« Non so come fai, ma ogni volta che mi sei vicina sento come se tutto potesse soltanto migliorare. »
« Posso restarti vicina in
ogni momento se vuoi. » disse come se si fosse dimenticata tutto
d'un tratto che lei adesso aveva un ragazzo, che Sheldon non voleva
alcuna relazione, che tutti gli sforzi fatti per non lasciarsi
coinvolgere stessero andando all'aria e che le loro differenze erano
così enormi da non lasciare in alcun modo la possibilità
di restare davvero vicini.
Sheldon passò lentamente il
pollice sul mento della ragazza. « No, non puoi. » disse
dopo essersi fermato. Doveva far leva a tutto il suo autocontrollo per
non scaraventarsi su quelle labbra e baciarle a lungo, passando sopra
la lingua e mordendole delicatamente fino a quando avrebbe tastato ogni
centimetro di pelle.
« Perché no? »
mormorò mentre fissava a sua volta le labbra di lui. Si mosse
impercettibilmente verso quella bocca quasi ne fosse attratta come una
calamita. Sarebbe stato solo un innocente bacio, nessuno ne sarebbe
venuto a conoscenza, nessuno lo avrebbe saputo. Sarebbe stato un
segreto che avrebbe portato con sé molto volentieri.
« Perché non farei
altro che farti soffrire. Sempre, continuamente. Così come ho
già fatto con tutti gli altri che mi sono stati vicino. Guarda
solo cos'è successo quando eravamo sulla spiaggia. Ti ho fatto
piangere, Amy e non potrò mai perdonarmelo. » disse
abbassando lo sguardo.
Amy sapeva quanto fosse difficile
per lui ammettere una cosa del genere e per questo si sentì
pervadere da uno strano senso di colpa, come se si sentisse la vera e
unica responsabile di tutto il disagio che stava provando in quel
momento. E forse, un po', aveva ragione a pensarlo.
« Anche se l'unica cosa che
vorrei fare adesso è gettarti sul letto e baciarti dappertutto.
» Le posò un dito sulla fronte. « Inizierei da qui,
poi scenderei sul naso, le labbra, il mento...» appoggiò
il dito ad ogni posto indicato, soffermandosi per un paio di secondi
sulla sua pelle ogni volta. Amy respirava appena, la bocca asciutta e i
muscoli che non si decidevano a reagire. Era come stregata dai suoi
tocchi. « Poi sulla mandibola, qui dietro all'orecchio e sul
collo...» tracciò un segno sulla pelle che partiva dalla
mandibola per poi scendere fino alla base del collo, vicino alla
clavicola. « Ti bacerei il petto, l'addome, fino all'orlo delle
mutandine, dove mi soffermerei più a lungo. » Con il dito
passò tra i suoi seni, sulla pancia, l'ombelico, fino a fermarsi
sul fianco e più precisamente sul bordo della maglietta che a
malapena le copriva il fondoschiena. Amy si sentì accaldata con
il cuore in gola e il tutto solo per averla toccata un po' più a
lungo del solito. E per aver detto dove avrebbe voluto baciarla se
avesse potuto, usando un tono sensuale e provocante.
Sheldon non rimase indifferente alla
reazione della ragazza. Il suo silenzio e il suo improvviso irrigidirsi
già spiegavano più che a sufficienza quello che nel suo
corpo stava accadendo. Ed era così piacevole vederla
così, sembrava stesse dipendendo totalmente da lui e dalle sue
parole.
Avvicinò il viso di poco ed
abbassò la voce, facendola risultare roca. « Solleverei
questa maglia poco alla volta mentre torno a baciarti le labbra prima
piano e dolcemente e poi aumentando sempre di più la
velocità, con le nostre lingue che iniziano ad intrecciarsi e a
muoversi allo stesso ritmo. »
Amy avvertì un brivido
percorrerle la schiena immaginandosi questa scena. E la sua descrizione
la rendeva terribilmente reale, così tanto da riuscire quasi a
sentire di nuovo le labbra sulle sue e le mani che toccavano il suo
corpo. Nessuno le aveva mai parlato in quel modo prima. Non sapeva
nemmeno a cosa pensare.
« E dopo che ti ho tolto la
maglia bacerò ogni centimetro di pelle, ci passerò sopra
la lingua mentre tu starai fremendo sotto di me e mi supplicherai di
andare fino in fondo. E non appena ti toglierò anche le
mutandine...» Amy trattenne il respiro quando spostò la
bocca verso il suo orecchio e sussurrare delle parole, sentendo il suo
respiro vicinissimo. « Ti farò mia. »
Allontanandosi da lei Amy
poté iniziare nuovamente a respirare. Più o meno a
respirare, perché quello che aveva provato semplicemente
ascoltando le sue parole era indescrivibile. Avrebbe voluto con tutta
se stessa che non si limitasse semplicemente a parlare, ma che mettesse
in pratica tutto quanto.
« O almeno questo è
quello che farei se tu ora non stessi insieme ad un mio
ami—» non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che le
labbra di Amy erano sulle sue e, avvolgendo le braccia attorno al
collo, si era protesa verso di lui. Sheldon la prese per i fianchi e
l'attirò a sé, facendo aderire i loro corpi. Senza
perdere tempo la fece sdraiare e si mise sopra di lei, iniziando a
baciarla allo stesso modo di come aveva detto poco prima. Le aveva
già tolto la maglia, gettandola poi sul pavimento e non
lasciando le sue labbra nemmeno per un secondo. Le loro lingue si
incontravano, si muovevano insieme nello stesso modo quasi fossero
state in simbiosi. Poi fu il turno di Sheldon svestirsi gettando il
pigiama in un angolo della stanza. Rimasti entrambi in intimo ormai
mancava davvero poco per superare quello che mai avrebbero pensato di
fare.
Amy teneva ancora gli occhi chiusi,
inebriandosi dei suoi tocchi e del suo profumo che le invadeva le
narici e le offuscava i pensieri. Non si era mai sentita così
bene come in quel momento.
Appena il ragazzo fece scivolare le
sue mutandine lungo le gambe, Amy sgranò gli occhi di colpo. Con
il braccio lo spinse via e si alzò ansimando, mettendosi in
fretta la maglia. Sheldon la guardò con la stessa espressione
sconvolta di Amy e, in ginocchio sul letto, allungò un braccio
verso di lei.
« Aspetta...»
« Lo sapevo che sarebbe stata una pessima idea, lo sapevo! »
« Amy...»
« Lo hai fatto apposta! Hai
fatto tanto il gentile prima, mi hai addirittura confidato una cosa che
nessuno sa. Poi mi hai raccontato quelle...quelle cose e hai solo
voluto approfittarti di me! » urlò afferrandosi le spalle
per coprire il petto anche se aveva addosso una maglia, la sua maglia.
Si sentiva così arrabbiata ed in imbarazzo che le tremava
addirittura la voce.
« Non è come pensi. Devi credermi, ti prego, almeno questa volta! »
Si diresse verso la porta e, prima di chiudersela alle spalle, lo guardò un'ultima volta.
« Nessuno deve saperlo,
Sheldon. » lui non si mosse da quella posizione. « Nessuno
deve sapere che abbiamo quasi fatto sesso. »
Arrivata in salotto si gettò
sul divano e si portò la coperta fin sopra la testa. Avrebbe
voluto uscire e andarsene il più lontano possibile, ma non
poteva andarsene in quelle condizioni. Mezza nuda e senza nemmeno uno
straccio di passaggio, visto che era venuta in pullman. Si chiese per
quale assurdo motivo non fosse venuta con la sua di auto.
Stava tremando, ma la colpa non era
della pelle del divano a contatto con le sue gambe nude. Non poteva
credere che stesse per diventare così intima con lui. Se non si
fosse fermata era certa che le conseguenze sarebbero state disastrose.
Chiuse gli occhi sperando di addormentarsi, ma quando ci riuscì era quasi l'alba.
« Amy...»
La ragazza sospirò e si
sistemò meglio la coperta. Una voce lontana la stava chiamando,
ma non aveva nessuna intenzione di aprire gli occhi. Stava dormendo
così bene.
« Amy...»
Svogliatamente aprì un occhio
e si ritrovò il viso di un ragazzo vicinissimo. Urlando si
tirò su di scatto.
« Leonard, ma sei impazzito?! Mi hai fatto prendere un colpo! »
« Scusa non volevo spaventarti. Solo che pensavo che avresti voluto essere svegliata visto l'orario. »
« Ma che ore sono? » chiese stropicciandosi un occhio assonnata.
« Sono le undici e mezza. »
« LE UNIDICI E MEZZA?! »
gridò spostando la coperta, ma rendendosi conto di essere ancora
mezza svestita si avvolse nuovamente in fretta e furia.
Leonard la guardò perplesso e
confuso. « So che non sono affari miei, ma si può sapere
che avete fatto ieri sera? »
Amy boccheggiò pensando ormai
che la verità era diventata di dominio pubblico. Ovviamente
Sheldon non aveva mantenuto la promessa e alla prima occasione aveva
spifferato tutto. Non osava pensare a cosa Raj avrebbe pensato di lei.
Stavano insieme da neanche una settimana e già aveva combinato
un casino gigantesco!
« Noi? Niente, te lo giuro, stavamo per...ma poi...»
« Ieri sera ero con il gruppo
di studio mio e di Sheldon. Aveva detto che ci avrebbe raggiunti dopo
essere stato un po' in giro con Howard, ma alla fine non si è
fatto più vedere. Stamattina torno e lo vedo con l'aria
sconvolta, sembrava non avesse nemmeno chiuso occhio stanotte. È
uscito senza dirmi niente e poi mi accorgo di te che dormi sul divano.
Ti ho lasciata dormire fino adesso, ma so quanto odi rimanere indietro
con lo studio e per questo ho pensato di svegliarti. »
Amy annuì più volte.
« Sì, hai fatto bene Leonard, non preoccuparti. »
borbottò senza guardarlo negli occhi. Che stupida, stava per
tradirsi da sola.
Il ragazzo si sedette sul bracciolo ed appoggiò entrambe le mani sulle ginocchia.
« Raj ti sta cercando da ieri sera. Dice che non rispondi ai suoi messaggi e il telefono è irraggiungibile. »
Amy sgranò gli occhi
ricordandosi solo ora di Raj e di come abbia passato probabilmente
tutta la mattina a tentare di chiamarla.
« Non gli ho detto che sei qui
perché se no ci sarebbe un casino infinito. Già Raj e
Sheldon ultimamente sembra che non possano vedersi, se poi sa che sei
rimasta qui con lui tutta notte è la volta buona che davvero
quei due non si parlano più. Se non si sono uccisi prima, ovvio.
»
« Non doveva andare
così. Ero venuta per Penny, ma poi lui mi ha invitata ad entrare
e io, come una stupida, non sono riuscita a dirgli di no…»
« Non è con me che devi
giustificarti, Amy. » disse serio. « Non sono io il
fidanzato che hai ignorato tutto il tempo per stare con Sheldon a fare
chissà cosa. »
Amy si alzò, ignorando di
avere le gambe scoperte e una maglia che la copriva appena. Ma tanto
che importava? Sheldon l'aveva vista nuda, almeno adesso qualcosa
indosso ce l'aveva.
Andò in camera a prendere il
cellulare e lo accese. Una sfilza di messaggi e chiamate perse le
apparve davanti agli occhi. Fece il numero del ragazzo e
aspettò che rispondesse, cosa che fece al secondo squillo.
« Amy, ma dove sei? È da ieri che ti cerco. Perché non mi hai risposto? »
« Ci vediamo davanti all'università. Sto arrivando. » chiuse la chiamata ed iniziò subito a vestirsi.
Scese e vide Sheldon fuori che fumava. Sussultò appena la vide.
« Ti sei svegliata finalmente. È un'ora che aspetto di poter salire. » disse freddo.
« Potevi farlo tranquillamente. È casa tua quella. » ribatté lei.
« Non si sa mai che appena mi avvicino mi salti addosso. » continuò Sheldon rivolgendole un'occhiata torva.
« Sei stato tu che—»
« Oh no, non ci
provare...» gettò la sigaretta ancora mezza intatta sul
marciapiede e si avvicinò a lei. « Non provare a dire che
la colpa è mia. Io non ti ho fatto niente, sei stata tu che
all'improvviso ti sei gettata su di me. Stavo solo giocando un po' e
guarda cosa hai fatto. Sono bastate due parole per farti aprire le
gambe. Alla fine forse non sei poi così diversa da quelle
ragazze che hai sempre criticato e giudicato. »
Amy rimase ferita dall'ultima
affermazione. Aveva sempre ribadito più volte che era diversa
dalle solite che aveva conosciuto e frequentato, a cui era abituato
confrontarsi ed esporsi. Ora invece la stava paragonando proprio ad una
di loro.
« Sheldon è stato un
errore...un errore che non capiterà mai più, te lo giuro.
» mormorò con voce così flebile che a malapena la
sentì nonostante ci fosse poca distanza a separarli.
« Un errore...» disse
senza mostrare alcuna espressione. « Solo un errore...»
ripeté, infilandosi le mani in tasca e iniziando a giocare con
le chiavi. « Beh, immaginavo che la pensassi in questo modo.
»
« E come avrei dovuto immaginarlo, scusa? »
Scrollò semplicemente le
spalle in un gesto di noncuranza. « Non lo so, che magari mi
dicessi perché diamine non riesci a starmi lontana come dici
sempre di voler fare. »
Amy non rispose e si limitò a fissare il marciapiede. In mancanza di una risposta non sapeva cos'altro fare.
« Senti, io posso continuare
ad esserti amico. Possiamo...far finta che tutto questo non sia mai
accaduto. » strinse le labbra per un paio di secondi prima di
rilassarle nuovamente. « Non lo dirò a nessuno. »
Lei annuì debolmente. « Okay...»
« Bene. Sono sicuro che sia la cosa migliore da fare. »
Si allontanò perché la
sola vista della ragazza lo stava facendo andare fuori di testa. Si era
gettata su di lui senza pensarci due volte, lo aveva baciato e lo aveva
stretto a sé come a dirgli che aveva bisogno di sentirlo vicino
e che non voleva fosse mai lasciata andare. Il suo sguardo parlava
chiaro, non era stupido. Il luccichio nei suoi occhi verdi
rappresentava tutti i sentimenti che stavano affiorando lentamente dal
posto nascosto in cui aveva voluto sigillarli per paura di soffrire.
Per un solo, brevissimo, attimo aveva visto qualcuno guardarlo con gli
occhi di chi ama, chi ama per davvero.
E poi il rigetto. Lo aveva
allontanato, spingendolo via in malomodo come se stesse facendo la cosa
più sbagliata di questo mondo.
Si era sentito così tanto
rifiutato durante l'infanzia e l'adolescenza che riprovare di nuovo
quella sensazione da l'unica persona che ora gli importava sul serio
non riusciva a tollerarlo.
Per ogni passo che faceva verso Amy erano tre che lei faceva all'indietro.
Non sapeva più cosa fare.
Stava diventando tutto così esasperante che per un attimo pensò addirittura di arrendersi.
Forse c'era una specie di
volontà divina ad impedire che loro due potessero stare insieme.
Forse era proprio il destino a mettersi contro di loro, come a voler
dire di lasciare perdere perché non ci sarebbero mai riusciti ad
essere felici.
Fermandosi dopo pochi passi si
voltò appena verso di lei, rimasta ancora ferma nella stessa
posizione con il volto teso in un'espressione di massima concentrazione.
Rendendosi conto di essere osservata
Amy alzò lentamente la testa per posare lo sguardo su di lui in
attesa di sapere cosa volesse dirle ancora.
« Non prendere in giro Raj.
È un bravo ragazzo e non si merita questo. Non farlo soffrire
come ha fatto Lucy. »
« Non voglio prenderlo in giro...»
« Allora vedi di fare chiarezza nella tua mente. Non voglio essere preso in giro anche io. »
Detto questo con il braccio
aprì il portone e lasciò che si chiudesse alle spalle
mentre saliva di corsa le scale per il quarto piano.
Amy si ricordò di dover
andare in università dato che Raj la stava aspettando da
chissà quanto tempo. Improvvisamente sentì un senso di
nausea all'idea di andare e parlarci. L'ennesimo messaggio sul telefono
la convinse a darsi una mossa per raggiungere il luogo dell'incontro.
Cercò di sfoggiare un sorriso di serenità, lo stesso che
mostrava sempre quando lo vedeva, ma sapeva benissimo che questa volta
doveva risultare come una smorfia poco convincente.
« Amy, finalmente. »
L'abbracciò stretta appena la vide e lei si appoggiò alla
sua spalla, inspirando il suo profumo e chiudendo forte gli occhi come
se avesse voluto svegliarsi da un brutto incubo.
« Dove sei stata tutto questo tempo? »
« Ero...» si
mordicchiò il labbro incerta. La verità non sarebbe mai
riuscita ad uscire dalla sua bocca. Lo avrebbe fatto soffrire
terribilmente e non voleva. «...mi sono addormentata presto ieri
sera e stamattina il telefono era morto e non sono riuscita ad
avvisarti. » Era stata così pessima nel raccontarlo che
nemmeno lei si sarebbe creduta, ma Raj inarcò le sopracciglia in
un gesto di soddisfazione ed emise un piccolo sospiro prima di
sorridere caloroso.
« Scusa se ti ho assillata,
non l'ho fatto apposta. Il fatto è che con Lucy era sempre
così. Non rispondeva, mi mentiva, faceva finta di essere
impegnata. Tutto questo prima di sapere che mi tradiva. »
Amy gli prese una mano nella sua. « Io non sono come lei. »
« Lo so. » disse e le diede un lungo bacio.
« Vieni, andiamo a farci un
giro, ti va? » appena si voltò Amy lo afferrò per
la spalla e lo abbracciò nuovamente, stringendosi a lui il
più possibile. Raj, un po' perplesso, le accarezzò
dolcemente la schiena.
« Va tutto bene? »
« Sì...ho...ho solo voglia di abbracciarti. » mormorò nascondendo il viso nell'incavo del collo.
È stato solo un errore...è stato solo un errore, un errore, un errore.
Continuava a ripetersi mentalmente come se fosse un mantra o
semplicemente un modo per autoconvincersi che fosse davvero così.
Non capiterà mai più, mai più.
Leonard stava pensando da tutto il
giorno a ciò che è successo a Sheldon con Amy, a come
fosse bastato solo un momento di esitazione per arrivare ad un punto di
non ritorno. Anche se non lo dava a vedere vedeva come il suo
amico stesse soffrendo per questo. Gli fece uno strano effetto
assistere ad un suo turbamento così intenso. Non lo aveva mai
visto così.
Si sfregò a lungo le mani in
un gesto pensieroso. Alla fine si alzò e uscì
dall'appartamento con l'intenzione di prendere un po' di aria fresca,
ma invece di scendere le scale attraversò il pianerottolo e si
fermò davanti alla porta della sua vicina di casa.
Bussò un paio di volte, ma nessuno rispose. Eppure era convinto che ci fosse qualcuno in casa.
Girò la maniglia e constatò che la porta non era stata chiusa a chiave così si affrettò ad entrare.
Trovò Penny seduta sul divano che piangeva sommessamente, asciugandosi gli occhi con il palmo della mano.
« Che succede? » disse il ragazzo visibilmente preoccupato.
« Leonard! Cosa ci fai qui? »
« Volevo chiederti se ti
andava di fare un giro, ma piuttosto dimmi che ti succede.
Perché stai piangendo? » Si avvicinò e il suo tono
calmo diede alla ragazza un senso di conforto. Anzi, solo vederlo
lì davanti a sé fu sufficiente a darle un certo senso di
sollievo.
Quando si fu calmata iniziò a parlare.
« Mi ha chiamato mia madre
prima e mi ha detto che mio fratello è finito in carcere.
Produzione e vendita di metamfetamine a quanto ho capito. »
« Caspita. » disse, ma
non era particolarmente impressionato dalla notizia. Aveva visto
Sheldon finire in riformatorio un anno. Non era come il carcere, ma ci
andava vicino.
« Mi dispiace, immagino sia un duro colpo. »
« Il fatto è che sapevo
che prima o poi sarebbe successo. Ma non sono pronta per questo adesso.
Se fossi rimasta con lui forse tutto questo non sarebbe mai accaduto.
Forse sarei riuscita a fargli cambiare idea e a fargli smettere di aver
a che fare con quella gente. » mormorò. « Sono
così stupida da piangere per quell'idiota? »
« No, non sei stupida. Capisco esattamente quello che stai provando. »
« Non credo. A meno che non
hai anche tu un fratello che è finito in carcere e che non
vedrai per chissà quanto tempo. »
« Non è finito in
carcere, ma in riformatorio e ti assicuro che non è poi tanto
diverso. E non si tratta di mio fratello, ma di una persona che ho
sempre considerato tale. Anzi, a cui voglio più bene che ai miei
fratelli. »
« Parli di Sheldon? »
« Sì esatto. »
« Non sapevo fosse finito in riformatorio. »
« Avevamo sedici anni e
abbiamo provato a rubare un'auto. Non so nemmeno perché lo
abbiamo fatto a dire il vero, forse perché eravamo strafatti e
in quel momento ci sembrava la cosa più geniale del mondo.
Oppure eravamo così stupidi da non renderci conto che non ci
facevamo niente di un'auto rubata visto che ci avrebbero beccati
subito. Quando è arrivata la polizia il giorno dopo Sheldon si
è preso tutta la colpa e visto che aveva già qualche
precedente prima hanno deciso di mandarlo in riformatorio per un anno.
Io ne sono uscito pulito perché secondo la versione raccontata
da Sheldon io nemmeno sapevo di tutto questo. »
« Ti ha difeso. »
« Sì. Mi sono sempre
sentito in colpa per questo. Mi chiedevo se invece di comportarmi
così da coglione non avessi fatto meglio ad aiutarlo invece di
continuare a dargli corda. Quando è tornato a casa mi sono
ripromesso proprio questo, ovvero di aiutarlo perché era questo
che aveva bisogno. Non di qualcuno che desse retta a tutto quello che
voleva fare, ma che al contrario gli impedisse di fare cose stupide di
cui poi si sarebbe pentito. Dopo l'anno di riformatorio è
cambiato tantissimo. Sembrava l'opposto di come lo conoscevo. Mi ha
detto delle sue intenzioni di lasciare la città e non ci ho
pensato due volte a seguirlo. Ha smesso di comportarsi come uno
sbandato, ha finito il liceo e ha voluto iscriversi
all'università. »
« Non avrei mai detto che avesse passato tutto questo. Sembra così diverso ora. »
« Lo è. Ancora adesso
mi stupisco di quanto sia cambiato. Certo fa ancora l'idiota con le
ragazze e corre clandestinamente, ogni tanto si ubriaca così
tanto da non riuscire a reggersi in piedi e se provocato si lascia
andare in qualche rissa; ma...» prese una breve pausa in cui
guardò il pavimento prima di riportarlo sulla ragazza.
«...non si avvicina nemmeno lontanamente al ragazzo sempre
arrabbiato con tutti, che non aveva amici e non si fidava di nessuno e
che d'estate era costretto a mettersi le maglie a maniche lunghe per
nascondere i lividi lasciati da suo padre. »
Penny si sfregò le braccia
come se fosse stata percorsa da un brivido. « Allora deve
ringraziare di aver avuto un amico come te. Non tutti sarebbero
disposti a rinunciare a tanto per un amico. »
« Parli di essermi trasferito
qui in California? Beh, se non lo avessi fatto non ti avrei mai
conosciuta. » disse e Penny si sentì arrossire senza
motivo. La guardava così intensamente con quegli occhi scuri che
dovette deglutire più volte a motivo della gola improvvisamente
secca.
« Già, anche questo
è vero. » disse a bassa voce questa volta pensando a come
se non fosse stato per Amy nemmeno lei sarebbe finita a Pasadena.
« E io non avrei mai conosciuto voi. » Anche se li
conosceva da poco si sentiva come se li conoscesse da una vita. Tutti,
da Howard a Raj a Leonard e persino Sheldon, era come se avessero fatto
parte della sua vita da sempre. Si era così affezionata a loro
che non sarebbe mai riuscita ad allontanarsene.
Dopo un lungo silenzio il ragazzo si
alzò e si sgranchì le braccia portandole verso l'alto ed
emettendo uno sbuffo.
« Se...se hai bisogno di
qualcosa, anche solo di parlare, non esitare a venire da me. Anche nel
cuore della notte. » disse cercando di mostrarsi un po' scostante
per non dar a vedere quanto ci tenesse a passare del tempo con lei a
parlare. Si infilò le mani in tasca e guardò un punto
della cucina.
Penny riuscì ad abbozzare un
sorriso, intenerita dalle sue parole. Chi mai le aveva fatto una
proposta del genere? Nessuno che ricordasse. Leonard si vedeva lontano
un miglio che per lei aveva un trattamento speciale, oserebbe dire
unico rispetto a tutti gli altri. Improvvisamente si chiese cosa di
Leonard, esattamente, dovesse farle paura. Cosa, tra i suoi gesti o le
sue parole, dovesse intimidirla. Aveva qualcosa di diverso dai soliti
che aveva frequentato, ormai ne era quasi certa, ma forse ancora il
timore che in realtà fosse solo un imbroglio la faceva desistere
dal lasciarsi andare completamente con lui. Fu un pensiero rapido
però, così rapido da non darle tempo di soffermarsi a
pensare nemmeno per un attimo in più.
« Ormai lo hai detto, non puoi
più rimangiartelo. Se avrò una crisi di pianto nel cuore
della notte correrò da te, anche se dovrò rischiare di
imbattermi in uno Sheldon decisamente incazzoso per averlo svegliato ad
un orario improponibile. »
« Già, sappiamo quanto sia rompi balle se viene svegliato. »
« Oh, tu no invece? » lo prese in giro e iniziò a ridere seguita poi dal vicino di casa.
« Ti ringrazio davvero tanto Leonard. Non so come hai fatto, ma mi sento decisamente meglio. »
Lui scrollò le spalle.
« Sono uno a cui piace chiacchierare ed ascoltare le persone.
Tutto il resto viene da sé. »
Penny annuì un paio di volte ed entrambi rimasero ancora immobile uno di fronte all'altra con un certo imbarazzo.
« Di solito dopo una
conversazione di questo tipo c'è sempre un abbraccio finale.
» disse con un mezzo sorriso Leonard.
Penny ci pensò su poi
acconsentì. « Hai ragione, un abbraccio è il degno
finale di una serata che comprende un pianto isterico e confessioni
intime. »
Tempo due secondi e si ritrovò le braccia del ragazzo avvolgerla in un abbraccio stretto.
Fu lungo e pieno di calore, esattamente quello di cui lei aveva bisogno ora.
« Sei un amico fantastico, Leonard. » mormorò da sopra la sua spalla.
Quando si staccarono si guardarono negli occhi per lungo istante e il ragazzo le accarezzò dolcemente la guancia.
Improvvisamente la porta si aprì facendoli sobbalzare.
« Interrotto qualcosa? »
« No, non hai interrotto niente. » borbottò guardando il coinquilino.
« Ottimo perché
c'è qualcuno per te qui fuori. » si fece da parte e
lasciò che la ragazza si fermasse sulla soglia e lo salutasse
con la mano.
« Ciao, Leonard » disse con un largo sorriso.
Il ragazzo sgranò gli occhi per la sorpresa.
« Mandy? E tu che accidenti ci fai qui? »
Allora,
che ne pensate? È un capitolo lunghissimo, me ne rendo conto,
spero che non vi abbia annoiati, ma ho aggiunto un paio di cose e non
mi andava di aumentare i capitoli né di tagliarlo proprio sul
più bello, così sono venute fuori 30 pagine di
capitolo^^'' Mi faccio perdonare per il mese di ritardo u.u
Sono accadute tantissime cose, spero non vi sia venuto il mal di testa xD
Con Sheldon ed
Amy ormai abbiamo capito che qui le cose è sempre un continuo
complicarsi e basta. La matassa invece di sgarbugliarsi si ingarbuglia
sempre di più!
Per Leonard e
Penny invece sembra arrivare una certa Mandy a smuovere le cose. Che
forse Penny inizierà a darsi finalmente una svegliata?
Chiedo scusa se ci sono degli errori, ma ho controllato piuttosto in fretta e probabilmente qualcuno mi sarà scappato.
Vi ringrazio ancora per essere arrivati fin qui <3
Al prossimo capitolo!
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