Senz'Ombra

di Ambrambru
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3. Sempre la STESSA storia


“Anni fa, nessuno sa esattamente quando, una strana malattia iniziò a diffondersi sul pianeta: coloro che ne venivano colpiti perdevano la propria ombra.”
“Oh no, non sempre la stessa storia! E' la realtà, non è un racconto!” mi rimbeccò Fianna contrariata.
“E' per questo che fa paura, perché è la realtà. Ora fa silenzio altrimenti non posso andare avanti. All'inizio non venne dato molto peso a chi si ammalava, insomma, si poteva benissimo vivere anche senza ombra, questo era ovvio, e le persone che l'avevano persa sembravano in ogni caso godere di ottima salute. Perché i medici o i militari si sarebbero dovuti preoccupare per una cosa banale come questa? Ebbene, se lo avessero fatto probabilmente non ci troveremmo al punto di non poter più uscire di casa dopo il calar del sole.
Tutto avvenne piuttosto lentamente, nessuno ebbe sospetti di alcun tipo e le Ombre poterono lavorare indisturbate. Dotate di vita propria, si unirono in vari gruppi sparsi per il pianeta e iniziarono a muoversi con l'obbiettivo di assorbire l'energia vitale che serviva loro per mantenersi in vita, e dove cercarla se non dalle persone alle quali erano appartenute? Un indivisibile legame unisce ogni persona con la propria Ombra, e quest'ultime sanno esattamente come sfruttarlo per trovare l'essere umano d'appartenenza. Così le persone colpite dalla malattia, i Senz'Ombra, iniziarono a morire. Inutile dire che ci volle tutto lo sforzo d'immaginazione planetario per accettare che venissero uccise dalle proprie ombre.”
Cercavo di assumere un tono spaventoso, ma mi resi conto che non ce n'era alcun bisogno perché alla parola Senz'Ombra Fianna era rabbrividita.
“Continua Lil, ora viene la parte che piace a me” mi disse, io sorrisi nel buio e ripresi a raccontare.
“Il mondo si preparò a combattere ciò che non vedeva: scienziati si misero alla ricerca di una cura per la malattia, polizia e altri corpi dediti alla protezione dei cittadini iniziarono un programma per la scorta dei Senz'Ombra e i corpi militari prepararono un piano d'attacco. Ma come combattere qualcosa di incorporeo? D'altro canto le Ombre, sempre più forti e numerose, iniziarono ad uccidere qualsiasi persona capitasse loro sotto tiro e il panico invase la popolazione mondiale: fu chiaro che non solo le persone colpite dalla malattia potevano venire attaccate, tutti erano in pericolo. Fino alla recente comparsa del nostro attuale eroe: Emory Chutterman.”
Fianna inscenò un applauso.
“Lo scienziato Chutterman non aveva trovato una cura, nossignore, -continuai- ma aveva progettato qualcosa di ugualmente utile: armi in grado di uccidere le Ombre. L' esercito riuscì ad ingranare e a ridurre significativamente le morti, ai cittadini bastava non trovarsi fuori di casa durante la notte in quanto la luce del giorno è già una buona arma naturale e di solito sufficiente a garantire protezione. Le case vennero dotate di chiusure ermetiche per impedire alle Ombre di strisciarvi dentro e le persone ripresero a vivere una vita quasi normale. Lo stesso non si può dire per i Senz'Ombra, purtroppo: loro non riusciranno mai a nascondersi, neanche durante il giorno. La loro condizione di vita resta tutt'oggi disperata e precaria.”
La mano di Fianna si strinse sul mio braccio.
“Le senti?” sussurrò.
Tendendo l'orecchio avvertii uno sfrigolio vicino alle finestre della sala, la mia amica trattenne il fiato mentre le Ombre strisciavano sul lato esterno della mia casa per poi allontanarsi lungo il vialetto.
“Te l'avevo detto che questa notte gli O.F.A.C. in città avrebbero avuto da fare. E' così tutte le volte, sai che a loro non piace essere sfidate. Direi che amano i militari esattamente quanto te.”
Fianna ridacchiò e si mise a sedere per controllare che fuori dalla finestra fosse tutto tranquillo.
“Mio padre dice che presto anche nella nostra città installeranno dei lampioni che possono raggiungere quindicimila lumen, per fare più luce possibile anche di notte. Se funzionassero potrebbero eliminare il coprifuoco..”
Sospirai.
“Non per te, Fia.”
“Perchè?” chiese contrita.
“Perchè i Senz'Ombra non sono mai al sicuro!” urlai saltandole addosso con un cuscino.
“Non dirlo neanche per scherzo, io non sono una Senz'Ombra!” rispose brandendo un altro paio di guanciali per iniziare la nostra battaglia, come quando eravamo piccole.
Stavo giusto per avere la meglio affondandole un colpo tra i ricci neri, quando ci gelammo sul posto. Qualcuno aveva bussato?
Ancora due colpi.
Seguita da Fianna mi avvicinai il più silenziosamente possibile alla porta e guardai attraverso lo spioncino: c'erano dei militari nel mio giardino.
Un burbero uomo sui cinquant'anni continuava a bussare imperterrito alla mia porta di casa.
“Siamo del Dipartimento Anti Ombre, aprite” mi intimò.
Fianna scosse la testa, sapevo esattamente cosa pensava e mi trovavo d'accordo.
“Mi spiace signore, ma è buio e ho già sigillato tutte le entrate con cura, non posso aprire. Lo dice la legge” e il mio buonsenso, aggiunsi dentro di me.
“La legge dice che dovete aprire su richiesta del D.A.O.” rispose spazientito. Lo vedevo innervosirsi attraverso lo spioncino.
Spostandomi di appena qualche passo ebbi la visuale completa della situazione attraverso la finestra della sala: io e Fia posammo gli occhi su una decina di uomini, completamente bardati da capo a piedi, armati e seguiti da un paio di Faro-vetture, ossia enormi jeep a sei posti che emettevano luci potentissime da tutti i lati, anche dal tetto.
Accecate da quelle enormi torce nel buio non riuscivamo a distinguere bene i volti di chi avevamo di fronte ma, a quanto pare, qualcuno riconobbe noi.
“Desmet!” Reinhard Hill corse verso il vetro e lo riconobbi solo quando mi fu praticamente davanti.

 

Grazie per essere arrivati fino alla fine di questo capitolo!
Abbiamo scoperto il background sul quale si svolge la storia e spero via sia piaciuto..
Il prossimo capitolo segnerà l'inizio di tutti i cambiamenti per la nostra Lil-Anne e sarà importantissimo, non vedo l'ora!

Alohaaa
Ambrambru

 





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