Lacrime

di InsaneMonkey
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È una calda lacrima ribelle,
quella che le riga silenziosa il volto,
quella che scivola celere lungo la sua gota,
quella che sfodera schegge di melanconia.


È una tristezza immensa,
quella che le corrode il tenero animo,
quella che la incita ad un pianto solitario,
quella che fa sfumare ogni tinta di auspicio.


È una gioia oramai lontana e labile,
quella che impregnava gli attimi del passato,
quella che s'accentuava con le gentilezze dell'amato,
quella che la faceva sorridere serena.


È un destino ingiusto e crudele,
quello che non merita di essere scritto,
quello che adesso segna la grande distanza tra loro,
quello che rende il cuore traboccante di mestizia.


È un dolore atroce e duro,
quello percepito realizzando la grigia realtà,
quello impossibile da sopportare,
quello in grado di abbattere le sue illusioni.


È un male incredibile,
quello procurato dalla morte del ranocchio verde,
quello che scava tra le sue viscere,
quello che le tormenta l'animo con forza.


È un abbraccio caloroso,
quello con cui gli angeli celesti avvolgono Keroro,
quello che lo scalda con premura,
quello che gli regala conforto, lassù.


È l'amore covato a lungo,
quello che le fa versare tante stille,
quello che si vive pur morendo,
quello indelebile che si custodisce gelosamente.


È la speranza,
quella che l'aveva spinta a sfoggiare sorrisi,
quella che di colpo l'ha abbandonata,
quella fatua, tra le gocce limpide.


È un desiderio romantico,
quello perduto per l'eternità,
quello costretto a non avverarsi,
quello che mai però è sbiadito.


È un rimpianto,
quello che timidamente l'accompagna,
quello concepito dalle certezze,
quello di un bacio mai dato...






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~ In un gabinetto ~

Ho volutamente deciso di non esprimere la causa della morte del ranocchio, per dare spazio all'immaginazione di chi legge. Spero non sia un problema.

Inizialmente doveva essere una one-shot, presentare un contesto e una dinamica differenti e avere come protagonisti Giroro e Natsumi, poi però ho preferito apportare modifiche a questa poesia dai toni estremamente angst, scritta in un momento di ispirazione acuta e improvvisa.













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