Credo che tuo padre abbia ragione Irene – sussurrò intimidito Scherlock , temendo una mia razione violenta che , puntualmente , arrivò – RAGIONE ?! - urlai :- mi sta proponendo di lasciarvi e tu gli dai ragione ?- - Scherlock non intende questo Irene …. lasciarti addolora anche noi ovvio ma è la scelta più sicura per te , dopo quello che è successo , lo sai anche tu anche se ora non vuoi vedere – aggiunse con cautela Arsenè – Mi sembrate mio padre – urlai ancora rabbiosa .
Irene tra poco ci rivedremo , molto poco , due settimane al massimo e sai perchè ? -
No perchè Scherlock sentiamo ? -
è il nostro anniversario … - mormorò Lupin
La bocca mi si spalancò dalla sorpresa e sentii il colore tornarmi sulle gote prima pallide e smunte dal pianto , avevano ragione , da lì a pochi giorni era l' anniversario del nostro primo incontro , era da tre anni che ci conoscevamo .
Verrete a trovarmi ? - chiesi subito ansiosa
Ovviamente signorina Adler , perchè non dovremmo ? - scherzò rinfrancato Scherlock
Dovete ! - ma un pensiero mi rabbuiò la mente :- Ma come farai te Scherlock a venire ? Insomma Lupin può venire comodamente ma tu... con la tua famiglia ...-
Scherlock si torturò le tempie per alcuni minuti che a me , però, parvero anni e alla fine sorrise a me e a Arsenè e uscendo dalla Schekleton ci salutò con un semplice “
Tranquilli , verrò ”.
Lupin mi accompagnò verso casa in silenzio , e proprio da quel silenzio capì che anche lui come me era pieno di pensieri , ma che essi , a differenza dei miei , erano nascosti dalla sua personalità travolgente e da bambino dispettoso che io adoravo .
Arrivati agli scalini di casa mia lo guardai negli occhi , i suoi meravigliosi occhi così profondi da annegarci dentro ma che, in fondo mi rassicuravano ; gli presi la mano e gli diedi un leggero bacio sulla guancia e lui , inaspettatamente , mi abbracciò stretta a se , come se avesse paura che sarei svanita da un momento all' altro tra le sue braccia .
Non voglio perderti , non voglio che il nostro trio finisca , non voglio vederti andare via per sempre – sussurrò lui . In quel momento Lupin non mi sembrò più il ragazzo svampito , e coraggioso che conoscevo , ma un bambino spaventato dal cambiamento delle cose , ma in fondo lo ero anche io . Così risposi , molto sinceramente , - No , non finirà nulla , te lo prometto -
Semplicemente mi sorrise , grato di quella semplice frase , e corse via nell' aria Londinese .
Quando entrai in casa vidi mio padre nella poltrona che mi lancaiva occhiate spaventate , così decisi di sorprenderlo – Papà … facciamo le valigie , forza – esclamai correndo a dargli uno schioccante bacio sulla guancia . Per tutta risposta lui mi guardò come se avesse visto un essere mitologico lì nel suo salotto .
Corsi di sopra con un sorriso per l' idea dei miei due favolosi amici e iniziai a preparare le valigie e cantai , cantai per la felicità di essermi tolta quel peso dal cuore ma anche per il nuovo ( e breve si spera anche ) futuro in Italia , seguita dalle occhiate vigili e complici del signor Nelson .
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