Solstizio d'inverno
Titolo: Solstizio d'inverno
Fandom: Broadchurch
Personaggi: Ellie Miller, Alec
Hardy
Set In Time: 21 dicembre
2014
Rating: Giallo (qualche parolaccia. I nostri due
non hanno esattamente un linguaggio da educande...)
Disclaimer: Nulla mi appartiene; per questo
non ci guadagno dei soldi. Però mi ci diverto
moltissimo.
Nota:
Siamo sempre nello stesso
universo delle mie fiction sul ciclo delle stagioni. Scioccante, vero?
;P
Faceva freddo, il vento era gelido ed umido e,
per un istante, Ellie Miller rimpianse di essere uscita a fare una passeggiata.
Ma ripensando alla situazione attuale di casa sua - Lucy e Beth che
stilavano la lista degli ingredienti per il pranzo di Natale, Tom ed Olly che giocavano
con la Playstation, e Fred e Lizzie che trascinavano giocattoli in giro
per casa - si ritrovò ad aumentare il passo. Era chiaramente diretta verso
la spiaggia, il suo posto preferito e già si godeva la pace ed il silenzio che
vi avrebbe trovato, quando inaspettatamente scorse qualcuno a fissare lo stesso
mare che lei amava fissare così spesso.
"Pensavo fossi a
Sandbrook per questo Natale...", lo apostrofò, avvicinandosi. Così lui le aveva
detto qualche settimana prima: Tess, forse spinta dallo spirito delle
feste, lo aveva invitato da loro per festeggiare assieme a
Daisy.
Alec Hardy si
voltò ed Ellie fu sorpresa
dal suo aspetto; durante quell'anno post pacemaker l'uomo era come
rifiorito, erano sparite le occhiaie scure e la magrezza estrema aveva
lasciato posto ad un fisico, sempre asciutto, ma più salutare.
Eppure, in quel freddissimo giorno di dicembre Hardy sembrava di nuovo quella
persona fragile e malata: aveva la pelle pallida, le labbra violacee e gli occhi
lucidi.
La donna si
preoccupò, come da sua natura. Nonostante tutto, non poteva non provare
apprensione per quel testone di uno Scozzese.
"Stai
bene?"
"Sì", tono brusco
da copione.
"Io direi,
invece, che hai un aspetto di merda. E poi perché sei ancora
qui?"
"Non sapevo che
la mia presenza a Broadchurch ti desse così tanto fastidio. O forse per qui
intendi questi pochi metri di spiaggia, che hai
eletto a tua proprietà privata personale. Non c'è problema, posso
allontanarmi", e si incamminò, lentamente, alontanandosi da
lei.
"Fermati, imbecille!", lo ordinò senza quasi alzare la voce, sapendo che
non ce n'era bisogno. Ed infatti Alec Hardy si fermò e le piantò
addosso due occhi pieni d'ira, "Non chiamarmi così... pensi di potermi dire cosa
fare? Chi sei tu per decidere per me?", si fermò un istante e poi riprese, a voce
più alta, "E poi, tu cosa ci fai qui? Non dovresti essere a casa a preparare tutto per il
pranzo che ufficializza a tutti gli effetti che sei rientrata a far parte
dei buoni di Broadchurch? Ed invece...", qualunque fosse la fine della frase
si perse in un accesso improvviso e violento di tosse. Hardy si piegò in avanti,
le mani sulle ginocchia, cercando di respirare e tossire allo stesso tempo. Ellie
fece una piccola corsetta verso di lui, e, senza pensarci, gli afferrò la
spalla destra per cercare di stabilizzarlo. Il calore della sua pelle attraverso
il cappotto la stupì. E non in positivo.
"Ma tu scotti!",
senza riuscire a fermarla, Hardy dovette subire il gesto universale del controllo
della temperatura. Lei tenne il palmo per qualche secondo sulla fronte sudaticcia dell'uomo, poi lo
allontanò, pensierosa.
"Da quanto tempo
hai questa febbre?"
"Miller..."
"E te ne stai
qui, fuori al freddo..."
"Miller..."
"Ma, davvero, tu
devi essere l'uomo col minor istinto di sopravvivenza di
tutti..."
"Miller..."
"Con il tuo problema al
cuore, poi..."
"Ellie!"
Questo la bloccò. Si
guardarono negli occhi, col respiro affannoso, a pochi centimetri di distanza. Per qualche istante
nessunò parlò: entrambi stavano cercando di mettere da parte
l'irritazione per riuscire di avere una qualche conversazione civile.
"Da un paio di
giorni", fu tutto quello che disse Alec, prima di tossire di
nuovo.
"Fammi
indovinare: Tess non ha voluto che tu andassi a Sandbrook per paura che
contagiassi tutti", Ellie intuì con una smorfia disgustata.
"Già... ci sono
anche i figli di Dave. E chi sono io per
fare l'untore?", si scharì la voce, il respiro ancora un po' affannoso.
"Certo. Quindi ti
sta bene non vedere tua figlia per Natale", lei commentò con
sarcasmo.
"Miller..."
"Cosa? Guarda,
Hardy, io capisco tante cose, cerco sempre di vedere tutti i punti
di vista, ma non ti sembra che rischiare la vita sia stata una punizione più che
sufficiente? Comunque siano andate le cose tra di voi, lei non ha il diritto di
impedirti di vedere tua figlia - che tu adori - e lasciarti a trascorrere
il Natale da solo, e per di più malato. Un tradimento non è certo come
uccidere l'amico undicenne di tuo figlio, che diamine!"
Lui la guardò,
sbattendo le palpebre, confuso, "Cosa...?"
"Dai, non
fare il finto tonto! Brutto che l'abbia tradita, assolutamente non
professionale che ti sia fatto rubare il pendente, però..."
Lui deglutì con
una smorfia, "Hai
letto l'articolo che ha scritto Oliver?"
"Perché?"
"Cosa diceva?",
la voce dell'uomo era flebile.
"Sul serio?
Stiamo avendo questa discussione qui, ora?", Ellie era
incredula.
Lui non
rispose.
"Se proprio
insisti... diceva che era stata persa una prova, perché due detective
si erano fermati a fare sesso in un motel... quindi?"
"Com'ho detto che
si chiama il compagno di Tess?"
Ellie sbuffò.
Detestava quando lui giocava a fare il poliziotto con lei. Le ricordava troppo
quando lavoravano insieme sul caso di Danny. E la cosa la faceva pensare sempre
a quel bastardo di Joe.
Ma rispose lo
stesso, "Dave...", e, d'improvviso, si ritrovò in una tavola calda, poco più di un
anno prima, la prima volta che aveva incontrato la ex signora Hardy. Lui aveva
fatto un commento al vetriolo su di lei ed un certo...
D'istinto, gli
mollò un pugno sulla spalla.
"Ma che...", lui
la guardò incredulo
e contrariato.
"Ho sempre saputo
che sei un coglione, ma non avevo capito quanto. Era lei la traditrice. Non tu!
E tu... arghh, vorrei ammazzarti!"
Lui la stava
fissando ad occhi spalancati, senza
riuscire a capirla veramente.
"E non guardarmi
con quello sguardo da
cucciolo abbandonato che non lo sopporto! Perché, perché l'hai
difesa?"
Per qualche
istante l'unico rumore fu quello del mare. Ellie pensò di aver esagerato
e che, probabilmente, di lì a poco Hardy se ne sarebbe andato lasciandola
da sola sulla spiaggia. Ma lui non si mosse, lo sguardo a studiare le onde,
mentre cercava di sopprimere goffamente i brividi della febbre.
"Come avrei
fatto con Daisy?"
"Cosa
intendi?"
"Oh, Miller, sei
così... così ingenua! Come avrei fatto con mia figlia e questo
cuore maledetto? Se mi fosse successo qualcosa, lei sarebbe rimasta con
una madre che odiava... e...", si interruppe.
"Quanto grave è
la tua malattia?", lei ne aveva un'idea, ma sembrava molto peggio. Forse perché,
a parte quella volta al deposito barche, non l'aveva mai visto stare veramente
male.
"Ho dovuto mettere
un fottuto pacemaker, ecco quanto è grave. Non ho nemmeno un
cuore che batte decentemente come avrei potuto essere un buon padre?", uno strano volo
pindarico, ma Ellie riuscì a seguire il suo ragionamento.
Di nuovo
silenzio. Ellie pensò a casa sua, alla confusione che vi regnava quando era
uscita a fare due passi, ed a come una semplice chiacchereta col suo ex
capo si trasformasse sempre in qualcosa di complicatissimo e
doloroso.
"Dovresti
dirglielo. A Daisy, intendo."
"Perché?"
"Perché ha il
diritto di sapere la verità:"
"Racconterai mai
a Fred di Joe?"
Lei chiuse gli
occhi, assorbendo il colpo. Respirò a fondo un paio di volte. Poi guardò
l'uomo accanto a lei, guardò il suo volto pallido e gli occhi
febbricitanti. Dovevano smetterla di colpirsi in quel modo. Lui era stato lì
per lei durante quell'anno ed era il tempo di ricambiare il
favore.
"Oggi è il
solstizio d'inverno."
Nessun
commento. Ma lei era convinta di aver visto le labbra di Hardy incurvarsi
in un fantasma di sorriso.
"Significa che da
domani le giornate cominceranno ad allungarsi. Capito? Più
luce."
Gli tese la mano,
"Andiamo."
"Dove?"
"A casa tua. Tu
hai bsgno di cacciarti a letto e di bere qualcosa di caldo."
Alec sbuffò,
"Sono perfettamente in grado di prendermi cura di me stesso."
"Oh, adesso sei
persino delirante! Deve essere proprio alta, la febbre."
Lui scosse la
testa, vinto. Le afferrò la
mano e la strinse. Come il giorno della sua partenza da Broadchurch, provò fortissima
la necessità di abbracciarla. Ma maledì la febbre e resistette
all'impulso.
NdA: Bella?
Brutta? Patetica?
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