Solo un altro Incubo
I tuoi
occhi scuri frugano il mio viso in cerca di sicurezza. In questo
momento, ne abbiamo bisogno entrambi. Ti guardo, e per un momento siamo
di nuovo bambini, tu nel mio letto, a cercare conforto l’uno
nell’altro da qualche brutto sogno. Concordavamo sempre sul
fatto che svegliarsi, in quei casi, fosse un’ottima cosa. Mi
riscuoto dal ricordo, il quale mi lascia solo un lieve senso
d’indulgenza.
«Sei il migliore di tutti noi» affermi, ma la tua
voce trema lievemente. Mi guardi come se implorassi qualche
assicurazione da parte mia. Ma non è tempo di impegnarsi in
promesse – non so se sarei in grado di mantenere quella che
mi supplichi di farti.
Annuisco, con calma, fissandoti. Poi un passo, e ti stringo, le tue
braccia contro la mia schiena. Sei avvinghiato quasi con disperazione,
come se non volessi mai staccarti.
Sorrido, nonostante tutto, mentre ho la guancia premuta sulla tua
spalla.
«E tu un Principe troiano» sussurro, scostandomi.
«So che mi renderai fiero» aggiungo con voce
più ferma, guardandoti serio negli occhi.
Corrughi la fronte, abbassando per un attimo gli occhi, come se le
frasi da me pronunciate ti abbiano posto di fronte un enigma dalla
difficile soluzione, dalla risposta che non vuoi trovare
perché fa troppo male. Ti prendo il volto tra le mani,
alzandotelo, poi appoggio le labbra sulla tua fronte.
Sento che aggrotti le sopracciglia.
Resto immobile per qualche attimo, poi allontano la bocca, mi scosto
senza guardarti negli occhi. Mi distanzio, prima che tu possa vedere
qualcosa nel mio viso in grado di spaventarti ancor di più.
Non ne ho il coraggio, forse temo che la mia voce potrebbe suonare
troppo tesa, ma, mentre ti lascio alle mie spalle, vorrei dirti di non
avere paura.
In fondo è solo come quando avevamo gli incubi, ricordi?
L’unica
differenza è
che questa volta non ci
sveglieremo.
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