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Non ho mai voluto vedere, e fare i
conti, con quella parte di me che cercavo di dimenticare. Come ogni
essere umano ero e sono debole, quello che ho fatto ha avuto un grande
impatto nella mia vita. A volte le persone a cui ho fatto del male
vengono a trovarmi in sogno, sento il loro dolore nato da una morte
senza alcuna ragione. Non c'è luogo in cui posso sfuggire a
quello che ho fatto, non importa quanto io provi a fare ammenda per i
miei peccati, niente e nessuno potrà mai far ritornare il mio
cuore puro.
«Beatrix?».
«Ste-Steiner?», dico io con stupore.
Lui mi rivolge un sorriso
«Ci eravamo promessi di stare con la regina, eppure tu mi sembri lontana da qui, lontana da tutto».
Come faccio a dirgli quello che mi tormenta? Che mi trafigge il cuore e
mi trascina giù, sempre più giù, in un pozzo che
sembra essere senza fondo.
«A me puoi dirlo, Beatrix».
Steiner è stato come un soffio d'aria fresca durante un giorno
caldo. Come l'aria che entra nei polmoni dopo aver trattenuto il fiato
per troppo tempo. Ho sempre cercato di nascondere la mia parte
più fragile, forse quella che assocciavo ai sentimenti e al
cuore. Andavo dove dovevo andare, mettevo la mia maschera di freddezza,
andavo avanti facendo quello che mi veniva ordinato, senza pensare alle
conseguenze... fino a quando le cose hanno cominciato a farsi davvero
serie. Non era giusto togliere la vita a delle persone innocenti, non
era giusto bruciare villaggi e uccidere così tante persone. Quel
sangue è sulle mie mani e non andrà mai via, mi
ricorderà per sempre quello che ho fatto e gli orrori che ho
compiuto. Mi dicevo che era giusto farle e mi convicevo che non avevo
alcuna scelta se non seguire gli ordini, ma Steiner ha capovolto
qualsiasi mia convizione, mi ha trasformata e ha fatto emergere il mio
cuore nella sua interezza.
«Tutto quello che ho fatto, Steiner, ogni persona che ha perso la
vita, ogni ferita che ho inferto...», comincio a dire col cuore
pesante.
«Beatrix», dice lui accarezzandomi i capelli «Per
quanto possa essere difficile, liberati di tutto quello che hai fatto,
lasciati andare e permettiti di sentire il dolore che provi, solo dopo
averlo fatto potrai cominciare a guarire».
Guardo Steiner negli occhi per qualche secondo infinito, prima di
essere avvolta dal calore del suo abbraccio. Ogni lacrima è una
vita che ho spezzato, ogni lacrima è una parte di me alla quale
ho dovuto rinunciare, ognuna di loro nasconde una sofferenza e
più piango più sento il peso sul mio petto diventare
più leggero, non come se non fosse mai esistito, ma è
come se fosse più leggero e facile da sopportare.
«Abbandona tutto quello che ti trattiene, gli ordini e il dovere, il tuo senso di colpa, abbandona tutto», dice lui
«Ci vorrà un po' di tempo, ma io sarò sempre qui a seguire ogni tuo passo».
Stringo forte a me Steiner, mentre pronuncia quelle parole che per me hanno il sapore di libertà.
«Grazie».
«Affronteremo le nostre paure insieme» , dice
«Io voglio stare con te, nel bene e nel male, perché sei
tu la persona alla quale sono destinato, così come tu sei
destinata a me».
«Hai ragione», dico io.
Ed è in questo momento che accetto le mie debolezze, il mio
cuore e tutti i sentimenti che mi fa provare. Sentimenti belli e
brutti, ricordi dolorosi e i pochi ricordi felici, tutto sembra avere
un significato e finalmente, stretta tra le braccia di Steiner,
ritrovo la mia umanità da tempo perduta.