A Regulus Black,
eroe
e “difensore degli elfi domestici”
(J.K. Rowling,
“Harry
Potter e i Doni della Morte”, cap. 36, pag. 674)
“È
vero che non sei
responsabile di quello che sei, ma sei responsabile di quello che fai
di ciò
che sei”.
Jean - Paul
Sartre
Prologo
Lord
Voldemort non riusciva a
capire.
Con la bacchetta ancora in mano,
fissò davanti a sé il corpo inanimato, disteso
per terra in una posizione
innaturale. Guardò quella ragazza che, nonostante il vuoto
oscuro che riempiva
il suo cuore, non poteva fare a meno di considerare bellissima.
Perché l’aveva fatto?
Come poteva un fiore appena
sbocciato e così splendente decidere di cercare
spontaneamente la morte, di sacrificarsi
senza un motivo apparente?
Lord Voldemort temeva la morte
come nessun altro. Era la sua più grande paura, il suo
peggiore incubo. Come
poteva esistere qualcuno che che – addirittura –
la cercasse
disperatamente?
“Una cosa che non potrai mai
capire” erano state le ultime parole di quella misteriosa
ragazza. “Qualcosa che
è molto più potente di te, e che sarà
la tua rovina”.
Che stupida. Niente e nessuno era
più potente di Lord Voldemort. Nessuno avrebbe mai potuto
sconfiggerlo, su
questo non aveva il minimo dubbio.
E, infatti, i risultati si
vedevano chiaramente. Lui era ancora vivo, sempre ad un passo
dall’immortalità,
poiché nessuno era a conoscenza del segreto dei suoi
Horcrux.
Quella sciocca
invece aveva gettato via la sua vita.
Ma si sbagliava di grosso. Lui credeva che nessuno
avrebbe mai scoperto il suo segreto: in realtà qualcuno
l'aveva capito da tempo, e aveva provveduto a rimediare. Ma questo
l'Oscuro Signore l'avrebbe scoperto molti anni dopo, e sarebbe stato
troppo tardi.
Voldemort rise di una risata
fredda e vuota.
Lui aveva vinto, lei aveva perso.
Si avvicinò, con il
chiaro intento d’infierire sul cadavere, ma un attimo dopo
sussultò, invaso da
un misto di rabbia, incredulità e terrore.
Da morta, i lineamenti della
ragazza si erano rilassati. L’espressione addolorata che
aveva avuto negli
ultimi attimi della sua breve vita era scomparsa, esaltando ancor di
più la sua
bellezza, nonostante il pallore mortale.
Sorrideva.
Quell’espressione serena, piena
di pace, colpì Lord Voldemort come un fulmine, lasciandolo
scosso nel profondo.
Come poteva sembrare felice una
persona morta? Cosa mai aveva trovato di bello dall’altra
parte? Questo non
lo avrebbe mai capito, nemmeno quando sarebbe toccato a lui di morire,
e
sarebbe stata tutta colpa sua, per quell’insensato desiderio
di vivere in
eterno che aveva dominato la sua intera esistenza.
La ragazza aveva vinto.
L’Oscuro Signore aveva perso.
*Angolo
autrice*
Salve
a tutti!
Se
il prologo vi sembra incomprensibile, non vi
preoccupate, perchè presto scoprirete cos'è
successo: vi basti sapere che Voldemort ha appena commesso un altro dei
suoi delitti, e neanche se ne preoccupa più di tanto. Ma
vorrei presentarvi un po' la storia che ho intenzione di
scrivere e che dovrebbe essere lunga più o meno una ventina
di capitoli, forse sui 25!
Il
protagonista è
Regulus Black, anche se nel prologo non è apparso, ma lo
vedrete nel prossimo capitolo, se sarete così gentili da
continuare a leggere! Visto che la Rowling non spiega poi molto
(chissà perchè, quelli di cui non parla tanto
sono i miei personaggi preferiti) allora ho deciso di immaginare come
potessero essere andate le cose, da quando Regulus divenne un
Mangiamorte a quando (ahimè ç_ç)
morì.
Ho
cercato di rispettare le informazioni
che la Rowling ci ha dato (edit: anche se mi è sfuggito
qualche errore cronologico), quindi non vedrete pairing strani e cose
del
genere, ma ci ho messo anche del mio, nel senso che dove potevo
inventare non mi sono risparmiata, sempre rimanendo nei limiti del
probabile (o almeno, spero di esserci riuscita!). Per esempio, nessuno
può dimostrare che Regulus non avesse vissuto una love story
prima di morire, quindi me lo sono inventata io, e spero tanto che vi
piaccia!
Va
bene. Ora che ho detto tutto, attendo con ansia i vostri commenti,
nella speranza che non siano negativi! Alla prossima, Julia Weasley
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