The Hero In Me
Mercury, 28 giugno.
Nella mia vita, almeno finora,
non sono mai stato l’esempio del ragazzo fortunato. Anzi, l’esatto contrario: imbranato, impacciato e sfortunato come Paperino. Poi sono anche
innamorato di una ragazza che ho appena salvato da una morte che a era dir poco
già scritta nel suo destino. L’unica volta che ho parlato con questa ragazza è
stata per colpa del paroliere, poi lei è stata rapita e il sottoscritto l’ha
salvata. Il suo nome? Melissa Hamilton, figlia e principale musa dell’autore di
bestseller Neal Hamilton, nonché mio scrittore
preferito. E’ per questo che ringrazio il cielo di
essere uno Zoomer e di aver potuto conoscere la ragazza più zoomastica e, come
direbbe Andre, affascinante di questo mondo. Comunque in caso non si fosse
capito, io sono Wheeze, uno dei fan numero uno che Neal ha eletto cinque minuti
fa. Così i fan, incluso io, abbiamo ringraziato
Melissa e salutato cordialmente lo scrittore. Ma a me
questo non basta assolutamente. Glielo devo dire visto che
l’anno prossimo non verrà più qui. Anche se tutta questa euforia per Neal, mi
sentire come a disagio e non so neppure io se quello che sto facendo, è giusto. “Segui sempre i tuoi sogni, Wheeze..
ricordati cosa ci ha detto nostra madre! L’unico problema è che lei è morta
dopo averci dati alla luce... Così ripete sempre Andre
per convincermi con qualcosa. L’unica differenza è che questa volta mi devo
convincere da solo. “Va, dille tutto e poi fuggi.” mi dico
e poi alzando lo sguardo, incrocio quello di Melissa. D’un
tratto mi sento una stretta al cuore, di colpo non ho più voglia di dirglielo.
Forse devo lasciare che se ne vada, sarà già fidanzata e
io non voglio soffrire ancora, ma tuttavia il desiderio di buttare tutto fuori
è incredibilmente forte. Quindi devo farcela. Guardo
un attimo ancora verso la folla, e non
mi servono neanche cinque secondi per individuarla fra la gente. “Posso
farcela.” Mi auto convinco, anche se sono sicuro al quadrato del fatto che lei
non ricambia la stupida cotta che uno stupido come me, ha per lei. Quando alzo
il viso da terra, sono a trenta centimetri da lei. “Ciao!” Mi saluta lei con
dolcezza ma anche un po’ di stupore. “Ciao Melissa...”
Ripeto io, nel panico più assoluto. Lei mi fissa. Mi continua a fissare da
quando ero in fondo alla strada e ora sta continuando. “Ehi, calmo, Wheeze. Che è successo?” Incredibile, sa anche il mio nome. Ora posso fare due cose, penso appena mi
tranquillizzo, o dirle tutto oppure
cercare di scoprire un altro particolare. “Melissa, tornerai
qui l’anno prossimo?” Ecco il mio interrogativo, la mia domanda. Secca e decisa
come una bastonata. Come la sua risposta, nessuna parola ma solo un gesto che
sta a significare no. Il cuore mi manca un battito.
Vorrei dirle che la amo, ma la gola mi si è asciugata completamente. Mi sento
il cuore spezzato. Se Andre mi vedesse in questo stato, scoppierebbe a ridere
come una capra, come se lui fosse bravo con le ragazze! Invece devo farcela, devo resistere, perché io ce la posso fare. Appena mi
riprendo, vedo che Melissa sta già facendo qualche passo verso la macchina di
Neal, e ogni passo verso quella macchina è un passo che la rende
più lontana da me e io questo non lo posso accettare. Così, istintivamente, mi
trovo a pararmi davanti a lei per fermarla. Lei mi lancia uno sguardo alquanto
stranito ma non osa ribattere. “Melissa, prima che tu te ne vada, potrei
chiederti una cosa?” Lei si mette a sbuffare come un treno a vapore (pessimo
segno), si infila le mani in tasca (segno della mia
fine) ma alla fine annuisce, e naturalmente ciò indica l’inizio del mio
favoloso piano “Io bacierò la figlia del mio scrittore preferito, perché io la
amo!”. Wow, di solito non sono mai stato così romantico, ma come dicono tutti c’è sempre una prima volta. “Che sapore di
lucidalabbra hai sulle labbra in questo momento?”. La musa ispiratrice di Neal
spalanca gli occhi e sorride stupidamente. “Perché ti interessa?”
Ribatte lei con aria piuttosto maliziosa. Come risposta, la fisso con uno
sguardo serio ma in realtà sto semplicemente ammirando i suoi occhi. “Comunque
è alla ciliegia.” Annuisco, cercando di restare serio come lo sono stato finora ma sinceramente non c’è la faccio. “Wow,
interessante.” Commento io, per farle distogliere l’interesse dalla mia domanda
di prima. “Perché?” Ripete Melissa, che si stava iniziando a spaventare
leggermente. Continuo a osservarla con soddisfazione, mentre lei ricambi con un espressione piuttosto interrogativa. “Credi che mi
rapiscano ancora?” Dopo quella domanda, mi metto a scuotere la testa come un
pazzo e mi avvicino lentamente a lei. “E allora?” Domanda lei. Ha una
perspicacia a dir poco incredibile questa ragazza. Certe volte, riesce come a
capire cosa stai per fare. “Sapessi...” Dico in un
solo respiro, mentre la distanza tra noi due diventa sempre minore, per colpa
mia naturalmente. “E quale sarebbe questo motivo?” Vorrebbe dire altro ma prima
che lei possa parlare, le tappo la bocca con le mie labbra. Traduzione? L’ho
baciata. Come avete capito, certe volte come livello
d’intelligenza sono uguale a Sheldon. Credo che Andre e tutti gli altri mi
stiano guardando a occhi spalancati, ma poco mi interessa.
In questo momento, ci siamo solo io e lei, io e Melissa. Dopo oltre un minuto,
lei si stacca dal mio bacio, e dalle mie labbra. Poi mi guarda con aria
trasognata. Si vede che sta cercando di tornare a respirare regolarmente e
normalmente, ma ammetto che non so se c’è la farà.
“Sei pa-z-zo?” Riesce a mormorare Melissa, mentre
sulle sue labbra si disegna un leggero sorriso.
In quel momento, Andre si para in mezzo tra me e Melissa, si passa una
mano tra i suoi capelli da punk fallito e precisa.
“Ehi, Melissa. Stammi a sentire.” In quel momento, io
inizio a sbuffare come una ciminiera. “Ti prego Andre, non metterti in mezzo. Almeno,
non adesso.” Gli rispondo per le rime, ma lui mi zittisce con un “fidati”, e io mi lascio convincere. Ma
mi devo fidare veramente? Ho qualche dubbio. Lui è un teppistello e semina
zizzania dappertutto, ma qualche volta sistema le situazioni. Allora devo stare
tranquillo, almeno credo. “Melissa, lui sarà pure pazzo, e su questo sono
assolutamente d’accordo...” Inizia mio fratello. La
voglia di strozzarlo diventa sempre più forte ma, da bravo fratello che deve
badare a tutta la famiglia (in realtà c’è solo Andre,
Sheldon è una specie di fratello acquisito. Siamo tutti e tre orfani, ospitati
senza permesso in un riformatorio nella periferia di Mercury, ma appena abbiamo saputo dell’arrivo di Neal siamo fuggiti
con il furgone del bidello, naturalmente ridipinto per non essere fatto
riconoscere dalla polizia) devo trattenermi. “Non parlare male di me.” Mi
lamento con Andre, ma lui mi fa segno di stare zitto, ancora. “Ma tu, cara
signorina Hamilton, sei stata talmente stupida da non capire che lui ha una
cotta per te dal primo momento in cui ti ha vista. Colpa
del paroliere, colpa del tuo lucidalabbra al cocomero
grazie alla quale Wheeze ha salvato te e tuo padre. Poi il principale motivo per cui lui non ha mollato tutto anche se il furgone
era andato a farsi benedire, il motivo per la quale ci ha convinti a seguirlo
in questo casino sei tu, signorina Hamilton. Lui ti ama e tu non l’hai capito.
Lui ti ha baciata per questo, e in fondo non è pazzo
come sembra. Sei lui è pazzo, lo è dite, poco ma sicuro. Ora
l’hai capito?” Le urla dietro Andre. Perfetto (naturalmente sono
sarcastico), il mio segreto sbandierato ai quattro venti. Mitico! Neal, che
stava la scena da un bel po’, si mette a sorridermi. “E’ tutto vero? Wheeze... cioè, anzi tu hai una cotta per me?” Mi domanda Melissa,
con l’aria di una che in quel momento a bisogno di certezze, perché non aveva
più nessuna verità in quel momento della sua vita. Io stento ad annuire,
intimidito dalla brutta piega che stava prendendo la situazione. “Sì, Melissa.”
Mormoro io, riuscendo a trattenere per poco le
lacrime. Mi sentivo uno stupido. Lei non mi ama, e io
avrei dovuto evitare di baciarla davanti a tutta questa gente. Io non sono
niente per lei, forse Melissa mi odia ancora di più di quanto odia i libri di suo padre. “Scusami se sono stato uno stupido.”
Faccio io con la voce soffocata, più che delle parole escono dei singhiozzi.
Così tra le lacrime inizio a dirigermi verso la macchina, facendo segno a Andre e Sheldon di seguirmi. Faccio quattro passi, ma non
sento quelli dei miei “fratelli” che sono sostituiti da un glaciale silenzio.
Un silenzio tipico dei film Western, ma che dal vivo sembra un film Horror. Una
sola voce, dopo qualche minuto, decide di interrompere questo silenzio che
stava diventando fin troppo carico di malinconia e paura. “Di cosa ti devi scusare, Wheeze?” Mi chiede Melissa, con un filo di
tristezza dentro la voce. Io
mi giro di scatto, quasi spaventato e con il cuore in gola. Lei prende un
fazzoletto dalla tasca della giacca e, con la sua solita dolcezza, mi asciuga
le lacrime. “Sapessi.” Ripeto ancora io, lo stavo dicendo fin troppe volte in
meno di un’ora. “Sono stata io la scema e mi scuso sentitamente con tutti,
soprattutto con te, Wheeze. Scusami se ti ho trattato male per tutto questo
tempo. Ti credevo un deficiente imbranato, stupido e
un teppista che voleva solo rapire la persona a cui volevo più bene al mondo,
ma tu mi hai fatto cambiare idea.” Quando ha detto ciò che credeva che io
fossi, le stavo per saltare al collo per strozzarla, ma dopo mi sono sentito
una stretta al cuore. Usciva come una certa compassione nei miei confronti in
quelle parole, e quello non era un buon segno. Così d’un tratto si avvicina a
me e mi abbraccia, sussurrandomi nell’orecchio le
seguenti parole: “Se proprio vuoi saperlo, anche a me piaci. Ero
solo troppo menefreghista per dirtelo.” Spalanco gli occhi per la sorpresa e
sorrido. Sono leggermente commosso, ma anche felice come una pasqua. Neal, che
mi stava ancora fissando, mostra il pollice alzato come Andre e Sheldon, inizio
a sorridere continuando ad annuire. “Non voglio più partire, voglio
rimanere qui con te.” Dice Melissa, stringendomi ancora più forte. “Beh, credi
se tu non fossi qui, io starei davanti a questo hotelaccio da quattro soldi?”
Le rispondo, staccandomi dal suo abbraccio che per poco non mi soffocava. Lei
anziché rispondere si limita a scuotere la testa con aria spensierata. “Io sono
qui solo perché ci sei tu.” Wow, certe volte divento così romantico che non mi
riconosco più. Andre mi assesta una pacca sulla spalla e poi si mette a
sorridere a Melissa come un ebete. Per vendetta, mi metto a scompigliarli i
capelli (che sono la cosa a cui tiene di più in
assoluto) e sussurro: “Dovresti essere felice del fatto che ho lasciato il filo
interdentale in macchina, altrimenti ti avrei legato come un salame e poi ti
avrei dato un piccolo calcio nel sedere, poi...”. Mentre Melissa scoppia a
ridere al suono di quella mia frase, Andre mi fa segno di calmarmi. “Non ti preoccupare, fratello. Se no, dopo sudi, ti viene il mal di
gola e muori.” Odio il mio fratellino, lo voglio
strozzare ma potrebbero arrestarmi e il sottoscritto non vuole finire in
prigione, almeno non per colpa sua. Sheldon si mette in mezzo al litigio di me
e Andre, cercando di calmarci ma non credo che c’è la
possa fare. A meno che... “Ragazzi, ricordatevi che se la polizia ci becca con il furgone,
siamo spacciati.” Il fatto che quella frase è assolutamente vera, mi fa finire
il cuore in gola e il mio cuore manca minimo cinque
battiti. Nell’incredibile silenzio che si è formato dopo quella frase, l’unica
cosa che fa rumore, e che aumenta ulteriormente il nostro terrore, è la sirena
della polizia in lontananza. “Dobbiamo andarcene,” Mi
continuo a ripetere nella testa mentre Melissa mi guarda con aria
interrogativa. “è la soluzione giusta , Melissa. Non
ho tempo per spiegarlo.” Andre e Sheldon annuiscono, cercando di mascherare
tutta la disperazione che si nasconde dietro a quel gesto. “Andre, controlla la situazione.” Dico
con il mio solito fare autoritario da pinguino di Madagascar. Andre, sopra sulle
mie aspettative, tira fuori dalla tasca un binocolo e
osserva l’orizzonte. Appena stacca gli occhi dall’aggeggio, scoppia in una
fragorosa risata. In due (io e Sheldon), lo guardiamo con gli occhi spalancati
mentre gli altri si mettono a imitare Andre (inclusa Melissa). “Solo
l’ambulanza per Merv.” Maurice, che fino a quel
momento si limitava a commentare la scena con il suo fratellino, urla, ma di
gioia. “Se la merita.”
Tutti applaudono, soprattutto Melissa che si sta sbracciando
per approvare quella frase. Intanto il sottoscritto, cioè Wheeze,
il magnifico (modestamente...); si gira verso Melissa. Io devo parlarle,
assolutamente. “Bentornato tra noi umani.” Mi dice prima che io possa aprire
bocca, facendo scintillare i denti con uno dei suoi magnifici sorrisi, che come
al solito mi scioglie il cuore. “Devi andare?” Ribatto
io, cambiando completamente discorso. “Tra poco, sì.” Annuisce lei, tornando
all’espressione più triste che esista. “Ci rivedremo?” Continua lei mentre,
dopo qualche istante si avvicina lentamente a me. “Contaci,
Melissa.” Mormoro io, cercando di essere il più convincente possibile, ma
sinceramente dubito che ci rivedremo in futuro. “Ricordati che sarò sempre al
tuo fianco, anche se non mi vedrai,” Inizio la frase,
con la voce sul triste andante, ma Melissa la finisce meglio, per fortuna. “E
tu, qualcosa cosa io faccia, sarai sempre l’eroe che c’è in me.” La gente
intorno a noi, commossa e allo stesso tempo divertita da me e Melissa, si mette
a battere le mani (tutti contemporaneamente, pessimo segno.) e a intonare come
una cantilena. “Bacio, bacio, bacio! Bacio, bacio, bacio!” E così via per oltre quindici volte.
Melissa non riesce a parlare tanta è la sorpresa, e poi io sono sia muto come
un pesce che rosso come un pomodoro, cosa vuoi di più
dalla vita? “Sono proprio insistenti.” Constata lei,
scoppiando a ridere. “Veramente...” Annuisco io, cercando di rimanere serio. “Ma tu vuoi esaudire la loro richiesta?” Mi domanda Melissa,
con un pizzico di malizia. Resto un attimo a guardarla negli occhi, e poi ci
avviciniamo pericolosamente l’uno all’altra. “Tanto l’avrei fatto comunque.” Concludo, zittendola con lo stesso sistema di prima.