Free Falling

di DaughterOfAthena
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Michael entrò correndo nella sua stanza allo Stratosphere, seguendo le urla di Serena.
Si era presentata da lui 5 mesi prima, alla sedicesima settimana di gravidanza, senza nessun altro a cui rivolgersi. Negli occhi la disperazione di una donna in fuga.
Afferrò degli asciugamani dal bagno, acqua calda e un paio di guanti di lattice. Nessuno doveva sapere del parto, quindi avrebbe fatto tutto lui, sperando di esserne all'altezza. Aveva affrontato di peggio, si disse, ce la poteva fare.
La donna continuava a strillare e le grida lo stavano mandando nel panico. Respirò profondamente e rientrò nella stanza. Serena aveva la schiena inarcata, i capelli ramati attaccati al viso dal sudore e un'espressione di dolore sul volto. Ma quello che preoccupava Michael erano le vene, blu, ovunque. Avrebbe potuto essere una possessione, ma gli occhi di lei erano ancora di un azzurro cristallino, leggermente arrossati per il pianto, e la sua esperienza millenaria gli diceva che non c'era altra spiegazione se non una maledizione angelica.
Prese posto davanti alla donna e iniziò ad incoraggiarla nonostante fosse ovvio che Serena fosse allo stremo delle forze. Non avrebbe vissuto ancora a lungo, ma ci stava mettendo tutta l'energia rimasta in corpo per dare alla luce il neonato che aveva tenuto in grembo negli ultimi 9 mesi. 
Michael si era sempre stupito della forza delle donne umane, soprattutto durante il parto; l'accettazione del dolore per poter far nascere un altro figlio di Dio era incredibile, forse neanche lui avrebbe sopportato tanto.
Dopo una decina di minuti di grida e spinte, finalmente il neonato fu fuori dal ventre della madre e Michael non poté far altro che sorridere alla piccola creatura piangente che teneva in braccio, avvolta in un asciugamano, ancora tutta insanguinata.
Serena faticava a respirare, ma osservava felice l'arcangelo tenere la sua piccola creazione e per un attimo pensò che tutto sarebbe andato bene. Ma la maledizione riprese il suo effetto più forte che mai, lacerandole il petto con un dolore mille volte più forte di quello appena provato.
"Michael" riuscì a dire mentre una lacrima le solcava la guancia e il sorriso si affievoliva.
"E' una bambina" rispose lui avvicinandosi alla donna, sperando di confortarla in qualche modo.
"Promettimi che la proteggerai" sussurrò lei esalando l'ultimo respiro "Promettimi che proteggerai la mia piccola Lacey".
"Te lo prometto Serena" rispose lui rivolto al corpo esanime della donna, per poi passare lo sguardo sulla piccola "Te lo prometto".




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