Creepy Stories

di Mattalara
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Adoravo Super Mario.
Non riesco a ricordare un solo momento della mia infanzia in cui non abbia anche solo pensato a quel gioco.
Era tutta la mia vita.

 ERA.

Un giorno particolarmente cupo e nuvoloso, ero appena tornato dal lavoro stavo girando su internet in cerca di qualche gioco online da acquistare a basso prezzo. Lavoravo come cassiere in un piccolo supermercato e non guadagnavo molto, quanto basta per andare avanti e qualche svago.
Comparve la pubblicità di un gioco della saga di Super Mario, la protagonista era la Principessa Peach. Notai che era gratis nonostante non fosse una demo, la comprai subito.
Appena accesi il gioco, notai che la schermata era completamente bianca, solo una scritta in rosa compariva al centro:"A loyal meal". Un pasto reale? Pensai che fosse una versione creata da qualche fan, magari un minigioco incentrato su un banchetto al palazzo della principessa.
Comparve il menù, accompagnato da un'allegra musichetta tipica del gioco, scelsi nuova partita e cominciai a giocare.
Il video iniziale inquadrava Mario che passeggiava nel regno dei funghi, un Toad si avvicinò con in mano una lettera.



Caro Mario.

Volevo dirti che sei stato invitato ad un rinfresco al mio castello, una piccola cerimonia in tuo onore, per ringraziarti tutte le volte che hai salvato me ed il mio regno.

Principessa Peach.



Mario sorrise e si avviò al castello.
Ci fu una piccola sessione di gioco con i comandi basilare, avrei guidato Mario al castello e memorizzato i comandi. La sezione di gioco era come in Mario Galaxy.
Appena arrivato, alcuni Toad mi dissero che la principessa attendeva Mario al piano di sopra. Salii le scale e la trovai affacciata ad un balcone a guardare il cielo.



Peach:<< Hei Mario, sei arrivato finalmente! >>



Disse con la sua solita voce soave ed angelica. Fui contento di vedere che i personaggi parlavano come in Super Mario Sunshine e per di più in italiano. Mario le diede un cenno di saluto con il capo e le baciò una mano.



Peach:<< Non vedo l'ora che inizi il rinfresco, sai ho lavorato tutto il giorno e sono parecchio affamata >>



Doveva essere una versione hackerata del gioco, almeno era fatta bene.
La coppia si diresse verso la sala banchetti, ma all'arrivo la musica cambiò drasticamente e il simbolo del salvataggio in corso era comparso in basso a sinistra.
Un attacco di Bowser pensai.
Ma il cattivo era una figura incappucciata con un lungo mantello nero, il volto era come se non ci fosse, nascosto nel buio anche senza una maschera.
Con un atletico salto finì dietro Mario e Peach, afferrò la principessa a fuggì verso le finestre.



Peach:<< Mario aiuto!! >>



Mario stava per afferrare il rapitore, ma questo scomparve improvvisamente in una nube di fumo nera che formò la frase:<< Tu non sai cos'è veramente >>
Cosa significava? La cosa mi incuriosì di più e mi faceva solo attendere con più ansia l'inizio dei livelli.
Comparve la mappa dei livelli del mondo 1-1, selezionai il primo.
Tutto era normale, fino alla prima bandiera di checkpoint, li dai cespugli sbucò fuori un singolare animaletto.
Un procione, con due limpidi occhi blu e due antenne sulla testa, accoppiate con le variopinte ali da farfalla sul dorso.
Mario la fissò stupito, l'animaletto, che dalle lunghe ciglia e dall'aspetto doveva essere femmina, gli fece cenno di seguirla. Seguendola, giunsi ad una scorciatoia, la presi e giunsi in un attimo a pochi passi dal traguardo.
Alla fine il procione disse solo:<< Se sei in difficoltà chiamami, solo se necessario >>
La voce era femminile, ma ciò che mi stupì è che era quella di Peach!! Anche Mario sembrava averlo notato.
Tutto proseguiva bene, siccome avevo molto tempo ed ero un vero e proprio campione a quel gioco, giunsi al quinto mondo in sole due ore. Senza bisogno dell'aiuto del procione fatato.
Presto si fece sera, cenai, mi feci una doccia, guardai un po' di TV ed andai a dormire.
Ma non avrei mai immaginato di sognare il peggio.



Mi risvegliai in un livello del gioco, all'inizio ero eccitatissimo. Poi la gioia mutò in paura.
Non c'era musica, solo vento, accompagnato da quello che doveva essere un ringhio affamato.
Mi voltai.
Dietro di me si ergeva un mostro, un enorme lupo nero come la pece, con otto zampe artigliate, quattro ali da pipistrello, quattro serpenti grigi a strisce nere al posto delle code e quattro teste. Le zanne che dovrebbero rappresentare i canini si estendevano fuori dalle fauci dall'alto e dal basso. Gli occhi erano blu fluo e le pupille rotonde e leggermente allungate all'estremità erano quasi trasparenti.
La creatura era ferma a fissarmi, fili di bava colavano dalle zanne delle teste, che esse leccavano affamate.
Mi voltai e corsi, la creatura mi venne dietro. Vidi un cartello dire:<< Il primo livello è sempre troppo facile >>. Infatti non accennava ad aumentare o ad usare le ali.
Non c'erano nemici o trappole, solo io ed il mostro.
Appena giunsi alla bandiera e la toccai, l'essere si arrestò di colpo, lasciando segni nella terra e sorridendo ampiamente, o meglio dire ghignando.
 



Era solo un sogno.
Mi svegliai e mi preparai per tornare a lavoro.
Tornato a casa, notai che il computer era acceso, la schermata era il menù del gioco, ma sul mio salvataggio c'era scritto:"La tua fortuna si esaurirà presto"
Un po' insicuro decisi di continuare a giocare.
Stavolta era tutto diverso, la musica era più lenta e quasi al contrario, raccapricciante era anche lo sfondo spoglio di colori allegri, tutto era grigio e cupo.
Le colline in lontananza non avevano nemmeno i loro occhietti neri.
Arrivai ad un livello acquatico
Sembrava tutto normale, non era difficile, tranne per il pesce gigante che mi inseguiva affamato, verso la fine vidi di nuovo la prociona alata.
Guizzava impotente nell'acqua, evidentemente le ali da insetto non potevano funzionare se bagnate.
Mario la tirò fuori dall'acqua, lei gli sorrise, poi lo spinse nelle onde.
Mi spaventai ripensando al pesce, ma quello che vidi fu di gran lunga peggio.
Il mio inseguitore giaceva con il ventre all'aria, totalmente squarciato, la lisca e gli organi erano visibili dal taglio e un scia di sangue si espandeva nei dintorni, attirando piccoli Pesci Smack, che lo azzannarono e cominciarono a divorarlo.
Anche se sott'acqua, il rumore di carne strappata e di masticamento erano chiari come la scena davanti ai miei occhi, trattenni a stento il vomito, pur non sapendo per quanto.
La musica si era stoppata.
Uscii dall'acqua e tornai alla bandiera, tutto era tornato normale.
Pensando a qualche altro hack continuai a giocare, i livelli erano ancora tristi e cupi, la musica ora era distorta e quasi assordante.
Raggiunsi il mondo otto. Poi decisi di tornare a dormine.



Mi risvegliai nuovamente in quel livello, ora il vento era più freddo e forte, pioveva e al posto dello sfondo c'era solo il nero.
La creatura era ancora dietro di me, faceva penzolare le lingue fuori dalle sue numerose fauci. Sembrava divorarmi con lo sguardo.
Un altro cartello diceva:<< Stavolta non illuderti, non sarà così facile >>.
Corsi, la bestia andava più veloce di prima e azzardava qualche balzo e brevi voli. Raggiunsi la bandiera, prima di toccarla il mostro mi graffiò un braccio, il sangue sgorgava dai tagli, il dolore era immenso. Come se tessero versando dei tizzoni ardenti nelle ferite.
Il mio persecutore si era messo a leccare il sangue colato a terra, fissandomi intensamente.
Rideva.



Mi alzai con uno scatto dal letto.
Il mio braccio sanguinava, i tagli c'erano, non era un sogno. Il computer era ancora acceso su quella schermata di menù, il salvataggio diceva solo:<< Ultima occasione >>.
Chiamai il mio capo per dirgli che non stavo bene e che sarei rimasto a casa. Mi curai le ferite ed iniziai il gioco.
Non c'era musica, lo sfondo del mondo otto era sempre lo stesso, ma neanche i suoni dei passi di Mario erano come prima. Erano veri passi, fatti con vere scarpe a giudicare dal suono.
Completai tutti i livelli, privi di musica e stranamente in bianco e nero. 
Arrivai al castello.
Non c'erano nemici, dai muri colava sangue e vari scheletri erano sparsi a terra, era tutto troppo realistico. 
Vomitai. Più di una volta.
Finito di svuotarmi ripresi il gioco, c'erano solo cartelli di avvertimento.
<< Spegni il gioco! >>
<< Non potrai pi uscirne! >>
<< Tu non sai cos'è realmente! >>
L'ultimo diceva:<< Io ti ho aspettato anche troppo! >>
Lacrime di terrore e tristezza rigavano il mio volto, ormai non percepivo nulla, se non una strana presenza.
Arrivai al portone che conduce al boss.
Partì un filmato. Mario entrò in una stanza, c'era Peach al centro, piegata sul cadavere della figura misteriosa che l'aveva rapita. 
Si alzò a fissare Mario, no non Mario. Me.
I suoi occhi azzurri erano brillanti. Sorrise, i suoi denti erano affilati e pungenti, teneva una mano sul petto, le sue unghie erano artigli affilati che spuntavano dai setosi guanti bianchi.
Si alzò in piedi, completamente macchiata di sangue.
Il vestito, il copro, il volto, la bocca soprattutto.
Tremavo sempre più forte, volevo allontanarmi dallo schermo, spegnere il gioco e distruggere il disco, ma ero come paralizzato. Mentre la presenza nella stanza si faceva ancora più forte.
Dai capelli di Peach sbucarono due antenne, accoppiate con le ali da farfalla sul dorso e con una coda da procione che spuntava dalla gonna. 
Era lei! La creaturina della scorciatoia, il mostro dei miei sogni, l'artefice di tutto. 

Peach:<< Sorpreso? >>

Disse con una risatina isterica, la sua voce era bassa ed inquietante, quasi minacciosa. 
Ma io ero già terrorizzato, ero raggomitolato nella sedia e reggevo le ginocchia con le braccia. Piangevo terrorizzato, pregando che tutto finisse.
La principessa si avvicinò a Mario.

Peach:<< Non volevo che tu vedessi tutto questo, andava tutto bene! >>

Continuò con una punta di amarezza nella voce.

Peach:<< Non sai cosa si prova, a soffrire la fame e a dover mangiare cibo che non ti sazia mai. Poter fare un pasto decente una volta ogni tanto ed ssere derisa dagli altri demoni perché con un aspetto ridicolo e da fatina!!!Ad ogni rapimento di Bowser, mi bastava usare una delle mie tre forme ed ingannare le guardie e poter finalmente mangiare un pasto decente! >>

Cosa?!

Peach:<< Ed ora, lei aveva scoperto tutto, mi avrebbe ucciso! Non avevo scelta! >>

Scoprì il volto dell'uomo, che si rivelò essere....PEACH!!!! Non poteva succedere, Mario era davanti a lei, solo sdraiato a terra, totalmente fatto a pezzetti.
Peach ora stava fissando me, sentivo i suoi occhi trafiggermi l'anima.

Peach:<< Non si può più tornare indietro, nessuno saprà cosa è successo qui, nessuno! >>

Lo schermo si spense, il disco venne espulso.
Io svenni, era troppo.



Ero di nuovo in quel livello, ora tutto completamente nero.
Nulla di visibile, solo io e la principessa trasformata, di nuovo.
Senza leggere il cartello corsi, veloce, senza curarmi di ciò che accadeva intorno a me.
Sentivo il suo fiato sul collo.
La bandiera, mi lanciai verso di essa, scomparve. Come tutte le mie speranze.
Buie come quel posto.



Appena ripresi conoscenza, avrei preferito essere morto nel sonno.
In un angolo buio della stanza, un paio di occhi blu luminosi mi guardavano, accompagnati dal più folle dei sorrisi.
Peach scattò verso di me, incollandomi al suolo.
Ancora sorridendo, portò un ala alla mi gola e fece un piccolo graffio, capii che stava per finirmi.

<< Ti prego no! >>

Implorai, ma lei mi ignorava.

<< Faro tutto quello che vuoi! >>
Peach:<< E che cosa potresti mai fare?! >>

Chiese inclinando di lato la testa divertita.

<< Diffonderò il gioco come virus, farai molte più vittime, ma ti prego non uccidermi! >>

Piangevo disperato come un bambino, la sua espressione mutò da felice a triste.

Peach:<< Credimi non vuoi farlo, te ne pentiresti >>

Si apprestò a sgozzarmi canticchiando una specie di ninnananna.
Ma alla fine le mie lamentele la convinsero.

Peach:<< Bene. Io ti avevo avvisato >>

Con questo scomparve. Io feci subito come promesso, pulii casa e andai a letto.
Sognai.



Ero in un cimitero, migliaia di persone piangevano disperate sulle lapidi.
Tutte avevano la stessa data di morte.
Le persone si voltarono a guardami:<< ASSASSINO! >>
Gridavano.
<< Mostro egoista! Li hai condannati per salvarti! >>
Mi avevano accerchiato, mi picchiavano. Non sentivo nulla, solo la risata di Peach in lontananza.



Al mio risveglio, trovai il giornale del mattino, solo necrologi, tante morti. Solo un colpevole....io.
Sentivo i pianti di quelle povere famiglie da dentro casa, ero stanco, sfinito, distrutto.
Arrancai verso la cucina, presi un coltello.

<< E' solo colpa mia >>
Dissi a me stesso.

<< Spero che questo ripaghi anche le mie colpe future >>

Poi più niente.
La polizia entrò in casa dell'uomo, allarmata dal capo di lavoro che non l'aveva più sentito per un giorno.

<< Suicidio >>

Disse il primo.
Nella mano del corpo vi era un biglietto, diceva:<< E' stata tutta colpa mia, perdonate le morti a causa del mio egoismo >>

<< Quali morti? Qui non ci sono casi di suicidio o omicidio da un anno! >>

Chiese il secondo.
L'altro fece spallucce e portarono via il corpo.
Li fuori, una donna osservava la scena. Con un lungo abito rosa, guanti bianchi come le nuvole, due occhi blu spiccavano sulla pelle pallida ornata da gioielli, trucchi ed incorniciata da dei lunghi capelli dorati.
Una coda striata ondeggiava lentamente, mentre la luce del sole filtrava dalle grandi ali da farfalla sulla schiena, perfettamente accoppiate con e antenne che essa aveva in testa.

Peach:<< Io l'avevo avvertito >>

Disse sorridendo amaramente.

Peach:<< Non c'è rimedio, non ci sono scusanti, mettere a rischio gli altri per salvare se stessi...non ha soluzione. Ed il senso di colpa, è troppo forte >>.

Nessuno di loro sa perché il ragazzo si sia suicidato, nessuno sa la verità.
La verità circola nel web, sotto mentite spoglie, verità ancora più profonda e nascosta. Molti la cercano.
E voi? Siete pronti a giocare con la vostra stessa vita solo per la verità?




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