cap1
-Credo sia meglio finirla qua- disse Michele abbassando gli occhi.
Io annuii, chiudendo gli occhi per evitare che le lacrime rigassero il mio viso. Erano giorni che aspettavo quel momento.
Erano giorni che mi stavo preparando alla fine della nostra storia
d'amore, sapevo che mi avrebbe detto che mi avrebbe lasciata. Mi ero
persino preparata un discorso di risposta, per fare la dura, per fargli
capire che avrebbe perso la persona che, in questo mondo, più lo
amava. Ma alla fine rimasi semplicemente di sasso, a fissare il
vuoto e poi a cercare in tutti i modi di non piangere.
-Mi dispiace,
spero tu mi capisca- proseguì lui baciandomi la fronte. Abbassai
la testa e una smorfia manifestò il mio dolore. Lui mi
guardò serio, insensibile, duro come una pietra. Mi
sussurrò un timido "ciao"
e lentamente si diresse verso la sua auto senza più voltarsi. Lo
osservai andarsene: il cappuccio della felpa tirato sopra i capelli
castani, le mani dentro le tasche dei jeans e le cuffiette nelle
orecchie. Presi anche io il mio Ipod, era la cosa migliore da fare in
quel momento. Premetti play e "Wake me up when september ends" mi
aiutò a sentirmi meglio. E' proprio vero quando dicono che la musica salva le persone,
le fa sentire meglio, le emoziona. La musica sa tirare fuori il meglio
di ognuno di noi: ti fa ballare, ti fa cantare, gioire, riflettere e a
volte anche piangere. Già, piangere. Proprio come successe a me
quando risuonò il primo ritornello. Iniziò a piovere,
così presi dalla mia maxi borsa l'ombrello e corsi verso casa.
Quel pomeriggio fu uno dei pochi in cui ero felice ci fosse la pioggia.
Le gocce in quel modo si mischiavano alle mie lacrime perciò
nessuno mi avrebbe domandato perchè stavo male.
Aperta la porta del mio appartamento
finalmente, mi sentii sollevata. I miei genitori non c'erano e potevo
starmene da sola per un po'. Ho sempre amato la solitudine. Il silenzio
e la pace che c'è quando ho casa libera. Avevo scoperto questo
piacere nel stare per conto mio negli ultimi tempi, quando il rapporto
tra me e Michele si stava sgretolando poco a poco. Di solito infatti,
riempivo le mie giornate della sua presenza. Passavamo ore e ore nel
mio letto accoccolati o a guardare film. Stare con lui mi piaceva da
morire. Stavamo insieme da tre anni, eravamo splendidi. Ma nell'ultimo
anno erano cambiate molte cose, si era trasferito in una città
lontana dalla mia, aveva conosciuto nuove persone e avevo ottenuto un
nuovo lavoro. Certo, non potevo che essere contenta che il mio ragazzo
avesse trovato un'occupazione ma purtroppo, a causa delle molte ore che
impiegava, non c'era più tempo per noi due. E così i
pomeriggi insieme divennero dapprima una volta alla settimana, poi una
volta ogni due e infine una volta al mese. Ci vedevamo invece la sera,
con i nostri amici a bere una birra ma, non era affatto la stessa cosa.
Giorno dopo giorno lo sentivo sempre più distante da me sia
fisicamente che sentimentalmente. Non c'era più quella
confidenza, quella complicità che ci aveva sempre tenuti
così stretti. Mi stesi sul letto e mi misi a pensare a Michele,
a cercare di rendermi conto di come la mia vita sarebbe stata d'ora in
poi senza di lui. Mi era difficile accettare il fatto che probabilmente
sarebbe stata meglio, io lo amavo ma, nell'ultimo periodo stare con lui
si era rivelata una gran perdita di tempo, un grande spreco di dolore.
Non avevo il coraggio di dirglielo, avevo paura della sua reazione. Non
me la sentivo di lasciarlo, ci tenevo troppo. Così l'ha fatto
lui al posto mio e va bene così.
Decisi di uscire dalla mia bolla di
solitudine e telefonare a Melissa, la mia migliore amica. La conosco da
quando avevo tre anni e per me è, ormai, come una sorella. Le
telefonai spiegandole cos'era successo, avevo davvero bisogno di
sentire la sua voce, le sue parole dolci di conforto. Certo, la
situazione tra me e Michele non sarebbe cambiata ma il mio stato
d'animo sicuramente si.
-Tesoro, sei una ragazza fantastica,
intelligente, bellissima ed io so quanto vali. Lascia perdere Michele,
troverai là fuori un ragazzo migliore che saprà amarti
come meriti. Siamo ancora giovani, non è la fine del mondo. La
vostra è stata una bella storia, non dico che dovrai
dimenticarlo ma devi guardare avanti. Sarà dura all'inizio ma ti
conosco, sei una forte tu!-
Le sue parole mi fecero davvero bene
al cuore, mi rallegrarono. Parlanno per un'ora circa, fino a quando mia
madre aprì la porta della mia camera. Non mi ero nemmeno accorta
che era tornata a casa. Quando la vidi mi cadde il cellulare dalle
mani, sgranai gli occhi e mi ammutolii. Dall'altra parte della linea
Melissa mi chiedeva se andava tutto bene ma non riuscivo a risponderle.
Vedere mia madre piangere fu una delle cose più brutte che mi furono capitate in 19 anni di vita.
La vita è come un pianoforte. I tasti bianchi sono i giorni felici, quelli neri sono i giorni tristi.
Ricorda che servono entrambi per fare bella musica.
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