I capitolo
CAPITOLO I
Il sole cominciava a fare capolino. Si stendeva pigramente intorno alla
fattoria, illuminando lievemente la grande quercia, riscaldando
tiepidamente tutto intorno. Il profondo silenzio dell’alba
era rotto dalle piccole forme di vita che, indecise, cominciavano a
muoversi tra l’erba. Era un freddo mattino di novembre, pesanti
nuvole grigie si addensavano all’orizzonte.
Erano ormai passate le sei. Tra poco i ragazzi si sarebbero svegliati.
Dopo tanti anni si erano abituati. Certo Bo non ancora, la sua natura
di dormiglione gli aveva impedito di acquisire questa pessima
abitudine. Ma era migliorato, ormai a Luke bastava chiamarlo due volte:
Bo, mugugnando, gli occhi impastati di sonno ancora pieni delle ragazze
che aveva sognato, si svegliava.
Una fattoria richiede impegno sin dall’alba e Jesse Duke aveva
abituato i suoi nipoti a non poltrire, a non dormire più quando
il sole è già spuntato. Quel giorno, invece, il vecchio
Jesse avrebbe voluto lasciar dormire a lungo i suoi due ragazzi. Forse
il sonno avrebbe alleviato il dolore, forse, soprattutto, li avrebbe
tenuti al riparo da ciò che li aspettava.
Jesse non sapeva che Bo e Luke non avevano chiuso occhio tutta la
notte. Avevano visto che lo zio non si era ritirato nella sua stanza,
che era rimasto per ore seduto sulla sua vecchia cara poltrona vicino
al camino: sospiri profondi avevano accompagnato la sua veglia, lo
sguardo intento a guardare fuori, nella speranza che i bagliori della
luna illuminassero la sua mente e il suo cuore.
Lunghi sospiri avevano emesso anche Bo e Luke. E avevano pianto. In
silenzio, sommessamente, Luke, che aveva cercato di nascondere le
lacrime negli angoli degli occhi. Con singulti, soffocando i singhiozzi
nel cuscino o sulla spalla del cugino Bo, gli occhi rossi, il volto
rigato, il cuore gonfio.
Inutili erano stati tutti i loro sforzi: nel buio della sua camera,
sola, rannicchiata tra le coperte, abbracciata al suo cuscino, in
cerca di quel sostegno che quella notte nessuno avrebbe potuto darle,
Daisy li aveva sentiti e anche lei aveva pianto. Le sue lacrime, calde,
erano di paura: cosa sarebbe successo?
Jesse aveva pensato tanto. Aveva pensato ai suoi ragazzi, a Martha,
alla fattoria. E aveva pensato alla notte precedente. Cosa era
successo? Perché era successo? E ora? Cosa avrebbe dovuto
fare? Cosa avrebbe potuto fare? Che ne sarebbe stato della famiglia
Duke? Il vecchio Jesse si alzò ed uscì.
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