Back to black

di gi_effee
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Senza parole. 
Era così che si sentiva la ragazza, senza parole. 
Era come quando, mentre dormiva, la mente si svegliava prima del corpo, e prendeva coscienza del fatto che il suo corpo fosse immobile, ma nonostante tutto non poteva fare nulla perchè si muovesse.
Nel suo campo visivo c'erano solamente le sue mani, nient'altro. Quelle mani ricoperte di un liquido rosso spento, denso. Sangue. La ragazza non sapeva esattamente come facesse a saperlo, ma era sicura che fosse sangue. Non sembravano neanche appartenere a lei, le mani.
Eppure quando lei dava l'ordine agli arti di muoversi, quelli lo facevano. Lentamente, girò le mani, in modo da vederne il dorso. Le nocche erano ricoperte di sangue, come I palmi. Ma questo si era già quasi seccato, e aveva assunto un colore più scuro, meno vivo. Per qualche ragione, le faceva meno impressione. 
Riuscì a chinare il viso verso il basso, e scoprì che anche la sua maglietta, logora, di un azzurro sbiadito dal tempo, era ricoperta di sangue, fresco. Di colpo prese coscienza di essere seduta per terra, e, anche se non avrebbe voluto, seppe quello che stava facendo. La stanza era buia, ed I suoi occhi, semi abituati all'oscurità, si posarono sopra qualcosa, qualcosa di lungo e... morto. 
La ragazza non riusciva a capire come, ma sapeva che l'uomo -o donna, che fosse- era morto. Non si sentiva altro che il suo respiro nel buio silenzio opprimente della stanza. 
Non riusciva a ricordarsi il suo nome, ne' la sua età, ne' il perchè fosse lì, ne' come quell'uomo fosse morto, ne' come fare per andarsene. La stanza sembrava non avere porte, ne' finestre. Si guardò attorno, ma ancora una volta scorse solamente il buio. 
Un'altra ondata di ricordi la investì, insieme all'orribile consapevolezza di aver ucciso quell'uomo. Proprio così, era stata lei. Lei lo aveva ucciso, senza il minimo rimpianto. Gli aveva strappato il cuore dal petto, e la ragazza ora riusciva a scorgere I suoi occhi, senza vita, che una volta dovevano essere azzurro intenso, come quelli della ragazza, ma ora erano velati dal bianco pallore della morte. Decise di chiuderli, in modo da sembrare che stesse dormendo. Ma anche la bocca era rossa di sangue, per non parlare dell'enorme squarcio che l'uomo -adesso lo aveva identificato- aveva al centro del petto. 
Cercò di coprirlo, con la giacca di pelle marrone, logora, anch'essa sporca di sangue, che lo sconosciuto portava. Gliela chiuse fino a coprire il buco, e poi si alzò. 
Insieme alla terza ondata di ricordi le giunse anche il suo nome. 
Soul.

hey hey hey! 
sono arrivata con una nuova storia, la sto pubblicando anche su wattpad, con lo stesso titolo. 
mi chiamo stilessgirlfriend.
spero che questa storia vi piaccia, fatemi sapere con recensioni e like, graaazie.
gin.

 




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