Non vi è lacrima più bella di una stella
Tristan guarda le stelle e sospira. Gli ha sempre messo addosso una strana malinconia l’immensa sacrale seduzione del cielo notturno; lo ha sempre rimandato indietro, a ricordi mai avuti di risa materne e giochi infantili.
Sorride triste ripensando a quando, da bambino, sedeva sull’erba umida con il padre e, guardando in su, verso la notte, gli chiedeva sempre: “Ma la luna e le stelle, quando devono sognare, cosa fanno? Guardano la terra?”.
Quanto rideva suo padre! Che ragazzino ingenuo e spensierato era…
Una folata di vento lo fa rabbrividire. Hanno qualcosa di magico e triste stasera le stelle, così simili a freddi e distanti volti. Sconosciute e divine; come lacrime congelate nel tempo.
Tristan guarda le stelle e non sa che, da lassù, le stelle guardano lui.
NdA: storia partecipante al contest "Cielo, donne, ricordi" indetto da 9dolina0. La frase in corsivo è una citazione di Riccardo Sanna. |