La scelta giusta

di NonnaPapera
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La scelta giusta

Non sapeva di preciso quando le sue convinzioni fossero cambiate in modo così radicale e neppure sapeva il perché fosse successo.
Un tempo era un soldato fiero, coscienzioso, attento, coraggioso e soprattutto era fiero di essere un uomo.
Poi tutto era cambiato.
Forse vedere esplodere la Terra sotto i suoi occhi era stato troppo per lui; insieme alla sua casa, ai suoi amici e parenti, alla sua stessa razza, aveva perso tutto l’orgoglio e la lealtà che lo avevano sempre caratterizzato.
Aveva provato sulla sua pelle che essere coraggioso, leale e altruista non serviva a nulla.
Così aveva compreso la triste realtà; gli esseri umani erano deboli e l’unico modo per sopravvivere era allearsi con i più forti, con i Drej… Poco importava se era a quegli stessi esseri che si doveva la distruzione del suo amato pianeta.
Si era piegato, aveva lasciato che la rabbia e la paura prendessero il sopravvento e ora non poteva fare più niente.
Quante notti aveva passato insonne? Quante ore aveva trascorso nel tentativo di convincersi che il tradimento era l’unica soluzione? Troppe.
Fino a pochi secondi prima era davvero certo che il prezzo del suo tradimento sarebbe valso la pena, la bilancia pendeva dalla sua parte, avrebbe consegnato il Titan ma ci avrebbe guadagnato… la vita e forse una piccola fortuna.
Era stato un’idiota, ora se ne rendeva drammaticamente conto ma ormai era troppo tardi per rimediare.
Sarebbero morti tutti e con loro sarebbe morta anche la speranza di rinascita per la razza umana e la colpa sarebbe stata solo sua.
Korso scosse il capo distrutto dal peso delle sue colpe ma poi si ridestò, quando capì che Cale non si sarebbe arreso.
Se un ragazzino di diciannove anni, cresciuto senza una famiglia e lontano da tutti quelli della sua specie era disposto a combattere fino alla fine allora anche lui, forse, poteva riscattarsi in qualche modo.
Per un attimo, prima di infilarsi la tuta spaziale, le vecchie abitudini tornarono a farsi sentire e Korso si ritrovò a pensare a quello che ne avrebbe potuto guadagnare.
Fu solo un momento, scosse la testa e afferrato il fucile uscì nello spazio, l’unico ricavo che voleva ottenere da quella missione suicida era il riscatto e forse, se era fortunato… il perdono per ciò che aveva fatto.




scritta nel 2012




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