Riposate in pace
Farmington
era immersa nella nebbia. Gli abitanti del paesino andavano
continuamente avanti e indietro lungo la via principale, adocchiando
curiosamente la folla che si era radunata nel piazzale e dentro la
chiesa.
Un funerale era in corso. Le vittime erano quattro ragazzi, provenienti da località diverse.
I più lontani erano due ragazzi di Davenport. Poi c'erano un ragazzo di Spokane e una ragazza di Colfax.
La cittadina
che distava pochi kilometri dal confine con l'Idaho sembrava tirare un
sospiro di sollievo. Durante la notte tra il sabato e la domenica,
Villa Floyd era andata a fuoco. I quattro cadaveri, ritrovati intorno
al perimetro della villa, erano stati rinvenuti in condizioni
agghiaccianti: assenza di budella, morsi ovunque. Inizialmente accusati
di aver appiccato l'incendio alla struttura, furono successivamente scagionati dalle
perizie della polizia scientifica, che non ritrovò materiale
incendiario nei pressi dell'ex tenuta dei Floyd.
Un'altra cosa
che lasciò gli inquirenti sorpresi fu che le fiamme avevano raso
al suolo tutta la villa tranne lo scantinato, dove furono rinvenute le
bare con dentro le salme dei bambini uccisi dagli "Angeli di Lucifero".
Dalla notte in questione, nessuna campana aveva più rintoccato nella notte.
Tanti interrogativi correvano nella mente di poliziotti e giornalisti.
Ma,
in mezzo alla folla dei presenti al funerale, vi erano due ragazze che
sapevano la verità. L'incredibile verità.
Daveigh Carroll
osservava le bare dei suoi amici sfilare una dopo una nella chiesa di
Farmington, accompagnate dalla marcia funebre suonata
dall'organista. Gli stessi ragazzi che fino alla settimana prima
parlavano e collaboravano con lei, ora giacevano in condizioni pietose
dentro quelle casse di legno.
Ellen Clark
aveva resistito fino all'omelia del sacerdote, poi era scoppiata in
pianto e aveva lasciato la chiesa in lacrime. La consapevolezza che
Aaron era morto, ed insieme a lui Daniel, martellava nella sua testa, e
non le permetteva di pensare lucidamente, tantomeno di calmarsi.
La giornalista
seguì il corteo, principalmente composto da colleghi di Kristen
ed amici dei ragazzi. Erano presenti anche vari cittadini di
Farmington, quasi per rendere omaggio agli "inconsapevoli" salvatori
del paesino.Tra le anziane, tra i giornalisti, tra i curiosi, vi erano
solo parole d'elogio per Kristen Rollins, Aaron Turner, Daniel Reed e
Nathan Wilson.
Si ricongiunse
con la fotografa, e cominciarono a camminare verso il cimitero
cittadino, dove sarebbero stati sepolti, insieme alle altre vittime
della villa. I lavori all'interno del camposanto erano in corso anche
per ospitare le bare con i corpi lasciate dai satanisti.
Daveigh ebbe numerosi flashback.
L'ingresso alla villa.
L'incontro con Chloe.
La fuga con Daniel.
La scoperta delle bare.
Il sacrificio del ghost hunter.
La corsa nel bosco e la morte di Nathan.
L'uccisione di Chloe.
E tutto ciò che ne seguì.
Ora il corpo di Kristen veniva calato nella fossa preparata per lei.
- Eri un'oca tremenda. Ma riposa in pace, Kristen Rollins. - proferì Ellen.
Daveigh lanciò un mazzo di fiori sopra la bara, prima che venisse ricoperta dalla terra.
- Che il tuo coraggio e la tua audacia ti accompagnino anche da morto. Riposa in pace, Daniel Reed. - disse Daveigh.
Ellen si asciugò una lacrima.
- Non dimenticherò mai il tuo sorriso. Riposa in pace, Aaron Turner. - fece la fotografa.
La giornalista osservò la foto sulla lapide di Nathan.
- Mi dispiace che sia capitato proprio a te. Riposa in pace, Nathan Wilson. - .
Le bare furono ricoperte dalla terra, e benedette dal sacerdote.
La folla si disgregò.
Rimasero solo le due ragazze di Spokane.
- Riposate in pace. Non vi dimenticheremo mai. - .
Si allontanarono, e nel mentre la campana della chiesa scandiva rintocchi lugubri.
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