We are all mad here

di Barbara Baumgarten
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Dove sono? Ah già, che sbadata! Mai una mattina che mi svegli sapendo con esattezza dove mi trovi…

Ma sarà mattina? Oppure è pomeriggio? Se fosse mattina sarebbe ora del thè… Ma dopotutto, anche se fosse pomeriggio sarebbe, ugualmente, l’ora del thè…

Il ragionamento non fa una piega! E quando mai faccio pieghe? Di sicuro mai, non sono mica una camicia oppure un paio di pantaloni. Non faccio pieghe, io. Voi sì?

Va bene, arrivati qui vi starete chiedendo se io sia o meno pazza e, in effetti, non vi nascondo che spesso me lo chiedo anche io. In verità, se vi fiderete di ciò che sto per dirvi, non sono sempre stata così né sono sempre stata qui… c’è stato un tempo –chissà quando- nel quale ero una ragazza come voi: allegra, spensierata e sognatrice. Poi, vai capire come, quella bambina malefica mi ha portata qui. Sembrava così carina… così dolce… così bionda. Certo, avrei dovuto diffidare da una che va in giro vestita di blu perché –si sa- chi si veste di blu è traditore. E poi… vogliamo parlare del suo nome? Alice. Che nome è Alice? Nemmeno un cognome, né un soprannome… semplicemente Alice. Sempre in cerca di quel coniglio bianco, vestito col panciotto e perennemente in ritardo. Ma dove corre? Me lo sono chiesto tante volte. E sapete che vi dico? Che l’ho anche seguito: insomma, voi non sareste stati curiosi? Beh, io si. Così, come vi dicevo poco fa, l’ho seguito. Caspita come correva! L’avevo quasi raggiunto quando, ad un certo punto, senza sapere perché, puff! L’ho perso. Che poi, senza sapere il perché mica tanto… lo so bene! Eccome!

Stavo correndo, dicevo, quando mi è venuta sete. Abbassando lo sguardo, ho visto la bottiglietta con un bel biglietto invitante. “Bevimi” diceva. No, scusate: cosa avreste fatto voi? Io ho bevuto! E così, mi sono ritrovata piccola piccola, talmente tanto che sembravo la testa di uno spillo. Così ho perso il Bianconiglio. E quella stupida di Alice… lei deve aver mangiato qualcosa. Ho vagato, grande come una pulce fino ad un bruco. Era così colorato e fumava, fumava, fumava, fumava… come le tazze di thè.

A proposito. Ma che ore sono? Sarà mica l’ora del thè? No, perché se è l’ora del thè allora devo sbrigarmi: il Cappelaio mi starà aspettando. Lui ci tiene tanto…

Che strano. Mi sento stanca, tanto stanca. Quasi quasi mi addormento un po’, giusto per riposare. Poi andrò a bermi il thè. Perché si sa…

bere il thè è importante…

si usa per festeggiare…

ora che…

ci penso…

oggi…

è il mio…

buon non compleanno...

 

Apro gli occhi. Sono a casa? Si, questo è il mio letto, quella la mia scrivania… e di Alice non c’è traccia. Oddio, che sogno strano! Mi sentivo matta…

Però, mi piacerebbe tornare là, nel Paese delle Meraviglie.

 





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