Supplica di una Regina al suo Re

di Mary CM 93
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Mettete a tacere le ore,
Se vi è concesso,
Poiché ogni frettoloso
Battito della lancetta,
Decelera il mio.
Che molto si pena,
Di pene infinite,
Infinito tempo perduto.
Scandisce questo amore
Con suono silente.
Sire, dite bene,
ciò che bene udite.
Ma ascoltate il greve lamento,
Il piagnisteo infantile,
Capriccioso,
Della piccola sul quadrante?
Il mio allo stesso modo,
Ogni mattino,
Accucciato fedelmente
Tra i miei seni ed il grembo,
Vi s’insinua negli orecchi.
E allora, credete,
Da me non dipartite.
Mai più!
Poiché amore forse non cercaste,
ma di questo ora i sintomi covate
Nel nido amoroso.
E qui, vi resta arrendevole,
dove Tempo giace beato,
Anch’egli, tra di noi.




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