[Battaglia contro gli esiliati. Non tiene conto del primo Dragon
trainer. Cosa sarebbe successo se Hiccup...]
(POV Astrid)
La battaglia infuriava attorno a me.
Gli esiliati, comandati da Alvin, ci avevano attaccato. Noi berkiani
non sapevamo neppure il motivo dell'attacco, ma avevamo ugualmente
risposto con tutte le nostre forze.
Molti esiliati cadevano, ma altrettanti berkiani venivano colpiti dalla
nuova trovata di Alvin: delle frecce avvelenate.
Inizialmente noi Cavalieri combattevamo in sella ai nostri draghi, poi
siamo scesi a terra per affrontare il nemico ad armi pari.
Brandendo la mia ascia, mi avventavo sul primo esiliato che mi capitava
a tiro.
Non vedevo più gli altri ragazzi, ormai immersi nella
battaglia.
Un tizio aveva tentato di sorprendermi da dietro, ma io avevo sventato
il suo attacco.
In quel momento intravedevo Gambedipesce che scappava da un esiliato
che lo inseguiva con un coltello da cucina e i gemelli che, invece di
combattere il nemico, si picchiavano tra loro.
Moccicoso tentava di affrontare un tipo gigantesco, mentre Hiccup...
era sparito!
Questo fatto non mi meravigliava molto: Hiccup era solito sparire per
molto tempo, per poi farsi vivo nei momenti più impensabili.
Ma la sua assenza cominciava a preoccuparmi. Se gli fosse capitato
qualcosa?
Mentre pensavo a questo stavo comunque combattendo, ma un esiliato
doveva essersi accorto che non ero molto concentrata su quello che
stavo facendo.
Quindi ha pensato bene di eliminarmi.
Io, girata di spalle, non l'avevo visto mentre scoccava la sua freccia
avvelenata verso di me.
Era successo tutto in un nanosecondo: qualcuno mi aveva spinto via
prima che fossi colpita, ma la freccia aveva preso lui, che era caduto
a terra.
Allarmata, mi ero inginocchiata al suo fianco, chiamandolo: "Hiccup,
Hiccup...".
Non poteva essere, perchè lui? Perchè Hiccup?
Hic aveva aperto gli occhi lentamente e mi aveva guardato, sussurrando:
"Astrid, stai bene?".
"Non importa come sto io!" avevo esclamato "Adesso cerco Tempestosa, ti
porto da Gothi e...".
"No, aspetta" mi aveva bloccato Hiccup "Non importa".
"Come sarebbe a dire che non importa? Lasciami andare!".
Lui, che nel frattempo mi aveva preso la mano e l'aveva stretta
debolmente, aveva detto: "A me importa solo che tu stia bene".
"Perchè, Hiccup, perchè l'hai fatto?" gli avevo
gridato, con le lacrime agli occhi.
"Perchè ti amo, Astrid. Ti amo più della mia
stessa vita. Non potevo lasciare che ti facessero del male".
Avevo cominciato a piangere disperata, le mie lacrime cadevano a terra.
"Anch'io ti amo, Hiccup".
Hiccup mi aveva fatto abbassare su di lui e mi aveva baciato con
passione e dolcezza.
Avevo ricambiato subito, stringendogli la mano.
Appena mi ero divisa da lui, avevo notato che la sua pelle stava
diventando bluastra: il veleno aveva cominciato ad agire.
"Non avrei mai pensato che il nostro primo bacio sarebbe stato anche
l'ultimo..." avevo singhiozzato.
Hiccup mi aveva accarezzato la guancia, sorridendo. "Non
necessariamente!" aveva detto, baciandomi di nuovo.
Mentre mi baciava, avevo sentito la sua stretta alla mia mano che si
allentava.
Mi ero staccata subito da lui, che stava ancora sorridendo.
"Non avrei mai potuto immaginare una morte migliore di questa" aveva
detto Hic.
"No, Hiccup! Resta qui con me, ti prego".
"Astrid, non ti preoccupare per me" mi aveva rassicurato "Io
starò bene".
"No, no...Hiccup!".
"Ti amo, mia splendida valchiria...".
Con questa frase, Hiccup aveva chiuso gli occhi per l'ultima volta,
mentre io continuavo a chiamarlo: "Hiccup... Hiccup...".
Gli avevo preso il viso tra le mani e l'avevo baciato ancora, anche se
sapevo benissimo che non poteva più sentirmi.
All'improvviso avevo sentito un dolore acuto alla spalla: una freccia
mi aveva colpito.
Ma non ero triste, nè spaventata: avrei potuto rivederlo di
nuovo.
"Vengo con te, aspettami, amore mio..." avevo mormorato, cadendo a
terra accanto a lui.
Avevo così esalato l'ultimo respiro sul campo di battaglia,
con la mano stretta in quella di Hiccup.
ANGOLO AUTRICE
Ehilà, gente, come va?
Ormai su questo sito non c'è più nessuno di
attivo, quindi... a chi diamine dovrei parlare?
Boh, vabbè, è andata così, non posso
certo stare qui a discutere su cosa fanno gli altri.
Comunque, questa sarà una raccolta di one-shot, che
è cominciata con questa storia allegra e felice.
Ehi, che ci posso fare? Stiamo studiando Leopardi, un po' della sua
tristezza dev'essere passata a me.
Ma non saranno tutte così, statene certi.
Adesso non mi resta altro che chiedervi (diciamo pure supplicarvi) di
recensire.
Alla prossima!
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