Sai... c'è qualcosa di strano, qui.
Forse.
Pulsa piano sotto la pelle, nella carne, racchiuso in questa gabbia di ossa che s'incurvano e si saldano, e proprio incurvandosi s'indeboliscono. È il punto migliore per spezzare una costa, quell'angolo brusco che fa per racchiudere il cuore.
E le arterie.
E i polmoni.
E un sacco di altre cose vitali che però non sono strane né pulsano piano.
Ho aperto le ossa e scavato la carne senza trovarlo mai, quel qualcosa, ma c'è.
C'è.
E chi muore vive, e chi vive è già morto, e noi senza fine ci trasciniamo in questo lutto.
Ho
paura
e un po' di mal di testa, a ben pensarci.
Qualcosa di strano pulsa piano, ogni volta una stilettata, o almeno immagino. Nessuno mi ha mai affondato uno stiletto tra le coste e magari sto facendo metafore idiote.
Oh, be'.
Il dolore è dolore.
Ho
paura
e tutto questo non ha il minimo senso.
Ma eccola: la collana più bella.
Te la metti al collo e ti appendi.
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