Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire

di Ayr
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Then I lost it all, dead and broken.   
My back's against the wall, cut me open.
I'm just trying to breathe, just trying to figure it out
because I built these walls to watch them crumbling down.
I said: "Then I lost it all."  
And who can save me now?


La sua mano mi sfiora una guancia e il mio cuore ha un fremito, inizia a tremare e così pure il mio corpo, mentre le sue labbra si avvicinano pericolosamente alle mie.
«Hai freddo?» mi chiede improvvisamente mentre sento le sue braccia che mi avvolgono, accolgienti e protettive.
«No. Perché?» rispondo, tentando di ostentare sicurezza, ma la mia voce vacilla.
«Stai tremando» dice con un tono così dolce, mentre lascia scivolare mollemente le dita sul mio volto, in una carezza delicata e gentile. Sento tutte le mie membra sciogliersi come gelato al sole, le sue braccia mi stringono di più a sé.
«Forse sono malata, forse è meglio che rientri» dico, nella speranza di riuscire a sfuggire alle sue mani e soprattutto alle sue labbra. Due cigli rossi, che circondano un baratro di delizie, irrimediabilmente pericolose e invitanti.
Mi sono già voltata, per non vedere ancora quelle labbra, che mi richiamano, suadenti, quando sento che mi stringe il polso in una presa gentile ma decisa, e con un movimento fluido mi fa voltare verso di lui.
«Perché mi sfuggi?» chiede, e il suo sguardo mi trafigge più di mille pugnali.
Vorrei dirgli la verità: vorrei dirgli che desidero ardentemente assaporare i suoi baci e ritrovare il sapore delle sue labbra sulla mia bocca; che vorrei accarezzarlo sotto i vestiti, toccando ogni singola parte del suo corpo, che vorrei inebriarmi con il calore dei suoi abbracci e che il suo profumo si unisse al mio in un’armoniosa sinfonia ebbra di passione, ma che non posso fare tutto questo perché ho paura di amare.
Ho paura di soffrire, di ritrovarmi a raccogliere le schegge del mio cuore spezzato, di vedere nello specchio l’immagine di una persona abbattuta con gli occhi gonfi di pianto, come mia madre, di diventare, come lei, un involucro vuoto e spento, un cadavere distrutto dal dolore e dalla sofferenza.
Vorrei dirgli tutto questo, ma l’unica cosa che esce dalla mia bocca è la frase «Perché non ti amo».
Lui mi guarda, come se avesse appena ricevuto uno schiaffo in pieno volto, i suoi meravigliosi occhi nocciola mi fissano increduli e profondamente addolorati.
Qualcosa dentro di lui si è appena spezzato, posso avvertirne l'eco, è lo stesso che sento dentro di me. Mi mordo le labbra, mentre cerco di ricacciare indietro le lacrime che premono agli angoli degli occhi. Devo riuscire a mantenere un'espressione neutra e impassibile, o quantomeno credibile, ma è difficile quando tutto intorno a te sta crollando rovinosamente.
Lui non risponde nulla, si volta e se ne va.
Mentre osservo la sua figura allampanata allontanarsi e farsi sempre meno nitida, sento un vuoto dentro di me: il mio cuore si è infranto in mille pezzi e lui ha portato con sé quello più grosso.




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