Ti aspetterò, ti sveglierai, ti amo

di Raven626
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 - Ehy Ganta! Ti va di venire con noi a fare una partita di basket? - Domandò un ragazzo osservando il compagno di classe uscire dal cancello che delimitava il cortile scolastico.
 - Scusa, ma oggi proprio non posso! - Risose il diretto interessato con un sorriso prima di volgere lo sguardo verso la strada iniziando ad incamminarsi verso una meta solo a lui nota.
 - Si può sapere dove devi andare così di corsa tutti i giorni dopo la scuola? - Ribatté il compagno incuriosito dallo strano comportamento dell'amico.
Ganta però neanche l'aveva sentito, i suoi pensieri erano già fissi su un'altra persona.
 

 - Igarashi Ganta, ma che sorpresa. - Mormorò sarcasticamente un'infermiera da dietro il bancone situato nell'atrio dell'ospedale di Tokyo. - Dai, metti una firma qui e vieni. - E così dicendo gli fece cenno di seguirla. Quella,in realtà, ormai era più una formalità che altro, Ganta avrebbe saputo fare la strada tra i corridoi dell'ospedale anche ad occhi chiusi.
 - Non ci sono stati miglioramenti, mi dispiace. - Disse la donna durante il cammino, veramente sentita, osservando compassionevole il ragazzo che camminava di fianco a lei.
 - Non importa, prima o poi si sveglierà. - Ribatté però Ganta sfoggiando il suo sorriso più smagliante e lo disse con una tale convinzione che anche quell'infermiera finì per convinserne.
 - Hai venti minuti, non di più. - Gli ricordò la donna aprendo una porta.
Ganta annuì, ormai ci era abituato. Venti minuti al giorno, né di più, né di meno. Era ormai da più di due anni che la storia andava avanti in quel modo.
L'infermiera richiuse la porta lasciando così Ganta da solo con l'unica ospite di quella camera d'ospedale.
 - Ciao Shiro. - Salutò il ragazzo posando un cesto stracolmo di biscotti su un tavolino e andando poi a sedersi sulla sedia posta accanto al letto d'ospedale.
Silenzio. Non che il ragazzo si fosse aspettato una risposta, ma dopotutto la speranza era sempre l'ultima a morire, lui lo sapeva fin troppo bene.
 - Oggi mi hanno invitato ad unirmi al team di basket... Lo sai che le infermiere dicono tu sia come la Bella Addormentata? Io però sinceramente non ti ci vedo proprio come principessa, non trovi anche tu? -
Ancora silenzio.
Il ragazzo sorrise vedendo l'espressione pacifica che aveva assunto il viso di Shiro in quel momento, i medici dicevano che era molto improbabile che lei riuscisse a sentire ciò le veniva detto, ma lui era sempre più convinto che non fosse così. Lei lo sentiva, di questo ne era più che sicuro.
- Io aspetterò. - Dichiarò d'un tratto il ragazzo osservando risoluto Shiro e poi quei fastidiosi macchinari legati a lei. Tutto ciò che le permetteva di rimanere in vita.
 - Dopotutto tu mi hai aspettato per anni e alla fine io sono tornato. - Aggiunse poi afferrando con entrambe le mani quelle fredde e deboli della ragazza mentre alcune lacrime iniziavano a rigargli il viso. - Non importa quanto tempo dovrà passare, dovesse anche trattarsi di anni, non mi interessa. Io ti aspetterò. -
E, nonostante le lacrime, le labbra di Igarashi Ganta si incurvarono in un sorriso pieno di speranza e d'amore quando vide quelle di Shiro dischiudersi e ricambiare il suo sorriso.





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