Weshaweesht
Weshaweesht era stata inginocchificata dal raggio inginocchificatore
del professor Chraahnphgqtraajpoowlos.
"La morte avrai tu! Or ora!!! Muhahahahahah!!! Perché sei
traditora! Traditora tu sei! Cercavi di buggerarmi, eh, traditora
puttaliena scazzarda!!" diceva il professor Chraahnphgqtraajpoowlos a
Weshaweesht.
"No!!! Non morrò! Dea Vita mia, aiutami tu!! Anche se ti
bestemmio sempre! Aiutami!!!" diceva disperata Weshaweesht, che stava
per essere decapitata.
Dalla finestra dello studio, si presentò una
divinità
minore del Pantheon Alieno. Era il Dio Bonovello, che veniva volando su
un UFO. Il vero nome degli UFO è MAV, cioè
Macchina
Aliena Volante.
Bonovello quindi era un Dio dalla Macchina.
"Bonovello! Aiutami tu! In nome della Vita, uccidi il professor
Chraahnphgqtraajpoowlos!" gli chiedeva disperatamente Weshaweesht.
"Aiutoooooooooo!!! Nooooo!!!" implorava il professor
Chraahnphgqtraajpoowlos, "...è colpa sua, che non ha
superato lo
sciame dei codici segreti del mio esame!!!".
Ma il Dio Bonovello disse: "Ciò che è detto
è
presto fatto: or t'aiuto mia fanciulla; ciò ch'è
fatto
è stato detto, e il cattivo qui morrà".
"Trullallero trullallà" cantarono le sette antenne
caputiche del Dio Bonovello.
Il professor Chraahnphgqtraajpoowlos venne demiaturizzato e
crocifellato per sempre dal potere sarcangelo del Dio Bonovello.
"Grazie a te, Dio Bonovello! Ave a te, Dio Bonovello! Lode a te, Dio
Bonovello!" diceva Weshaweesht al Dio Bonovello.
"Non ringraziarmi. Son venuto qui per salvarti, perché debbo
assegnarti una missione. Altrimenti, in nome della Suprema Dea Vita, ti
avrei fatta morire" disse il Dio Bonovello.
"Una missione?... Chi? Io? No...! ...Sì?
Cioè...davvero?
Insomma? Ma...perché?
Perché...perché?" diceva
Weshaweesht.
"Weshaweesht mia: tu sei superdetta fra le donne aliene, e superdetto
è il nome del figlio che partorirai!" disse Bonovello.
"Un figlio? Io? Ma dai? Che aliencazzo dici? Ho solo
trecentoottantasett'alienanni!" disse Weshaweesht.
"Weshaweesht mia: il Destino Fatale e la Dea Vita nel Mondo Universale
e nell'Impero sono nelle tue mani da questo momento in poi. Il motivo
di ciò ti sarà dato da sapere quando sognerai
questa
notte".
"Dio Bonovello mio...dimmi...è giunta forse la fine?"
"Sì".
"La fine di cosa?".
"Boh".
"Ma è sicuramente una fine?".
"Sì".
Weshawesht tacque per un istante. Voleva chiedere altre cose al divino
corriere, ma questo se ne andò via per sempre. Con la sua
macchina.
Weshaweesht se ne andò via dall'Università di
Elleràllera che erano le millezero di mattinotte.
Weshaweesht era molto traumatizzatissima dall'esperienza vissuta;
pensava che tutti erano pazzi e cretini, e che lei era alienschifosa e
merdalienosa.
"Meglio era" parlava la bocca destra di Weshaweesht agli orecchi
sinistri, "se non mi fossi destata, che Rosalidunsar mi faceva dormire
per sempre, per tutti quegli anni luce là, che avevo
erratamente impostati. Anzi, addirittura, meglio era se fossi morta,
per mano del professor Chraahnphgqtraajpoowlos. Or che ci
penso, chieggomi perché ho invocato il Dio Bonovello. Dice
ch'ho
a fare una qual missione, ch'egli nemmeno sa dirmi...ma se morivo era
meglio. Così non avrei più ascoltato, mirato,
toccato,
odorato, gustato, cromellato, brastonato, ciffonato, rigghionato,
pascogato, vilmonato, ecceterato...perché, infatti, si nasce
con tutti
questi sensi??".
"Secondo me" parlava la bocca sinistra di Weshaweesht rivolgendosi alla
bocca destra, "secondo me, ecco, secondo me egli è che se
tuo
nonno aveva due occhi era un falgter. E però non c'hai a
ragionare così e costì, di quello e quell'altro
che
poteva essere di qui e di lì. Goditi la tua morte ora, tu
che volevi morire, che tanto
si muore tutti i giorni, e tutti i giorni noi alieni ci merdalieniamo.
Vedi: i nostri piedi e sinistri e destri si pomalchiscono continuamente
a partire
dalla nascita, e le antenne caputiche si afflosciano ed irrigidiscono
ed ingialliscono giorno per giorno. Certo, si vede che uno ha il
desiderio di morire, quando che non carpisce pienamente quanto egli
muoia sempre. Oh, veruntame, se si riuscisse a concentrare la
sensazione della
morte in una subitanea ed etterna sperienza, come con una
aliendroga.
Se ci fosse un'aliendroga capace di mortificarci eternamente in un
infinitesimo di plancksecondo, questo sì sarebbe bellerrimo".
"Scusatemi" disse l'orecchio destro superiore di Weshaweesht
rivolgendosi alle bocche, alle altre orecchie, ed anche alle altre
parti dell'ultracorpo (anche a quelle più stupide come i
miniseni e la viasghina), "ma se andiamo a dormire? Meglio che
dormiamo, dai".
"Ok" dissero tutti.
Weshaweesht riadunò la sua coscienza nei
suoi cervelli, e continuò a camminare da sola verso
casa.
Amatissimi leggitori: dovete sapere, che gli alieni, che sono
più evoluti e complessi di noialtri esseri umani, quando
parlavano
fra sé e sé, non avevano quella vocina fioca e
confusa
interiore che ci sentiamo noi esseri umani, bensì adottavano
un
meccanismo evolutivo emotivamente più appagante: dividevano
la
propria coscienza piena di contraddizioni nei vari pareri che si
contraddicevano a vicenda, ma ch'erano valide weltanschauung e
weltordnung
e weltschmerzung in lor medesime, e li riconducevano, tramite complessi
segnali impulsomagnetici del sistema aliennervoso, alle varie parti del
corpo. Alla fine della
discussione, poi, le parti del corpo rimandavano messaggi magnetici
speculari ai cervelli centrali, tramite gli specializzati alienneuroni
specchiochirurghi, che unificavano e sintetizzavano la
riflessione avuta.
E voi umani, invece? A voi umani piacerebbe far ciò?
Immaginate di fare lo stesso anche voi: anziché arrovellarvi
il
cervello e il budello con le vostre neurotiche contraddizioni, non
sarebbe bello dar ordinatamente parola ad ognuno dei vostri sentiri,
assegnadogli una specifica parte del corpo? Pensiamo ad Odi et Amo di
Catullo. Era certamente in piena contraddizione, Catullo, questo
sconosciuto. Ebbene, se avesse trasferito l'Odi, per così
dire, all'alluce e l'Amo, per così ridire,
al mignolo sinistro, ecco: costoro avrebbero potuto discorsare
ordinatamente
senza sovrapporsi a vicenda. Magari, sarebbero giunti ad un
dignitosissimo compromesso, o addirittura ad un socievole accordo.
Così, Catullo, ritrovata la pace interiore, non avrebbe
più dovuto crucciarsi a soffrire, e pur a scrivere Odi et
Amo, eccetera, eccetera,
eccetera, eccetera.
Detto ciò, Weshaweesht aveva riadunato la discussione della
sua
coscienza che si era sdoppiata nelle sue parti del corpo. Dal
riadunamento sintetico della discussione, aveva concluso che, nella
Verità, non c'era niente da concludere. O meglio, si
concludeva solo che ci sono due tipi di Morte: una Morte che ti
trascina con lei continuamente, in una meta senza meta, e ti tortura
pianpianinamente come una goccia aliensinica, che ti sgualcisce
l'ipotempie, e
che ti fa impazzire, senza farti mai veramente morire; e un altro tipo
di Morte che vien subito, e ti appaga, e l'adori,
perché ti
brucia e ti divora e ti sbrana e ti sputa in
un istante per sempre, e crogiolandotici gualdarescardamente ed
assuefattamente assai l'ami.
Weshaweesht, come tutte le anime aliene superiori, amava quest'ultimo
tipo di Morte.
Weshaweesht tornò a casa, e si mise a dormire. Ah, prima
fece
questa cosa: prese la sveglia squammeggiante, e la buttò via
dall'alienfinestra, in un momentino di noscialanza esistenzialistica.
La lanciò, senza volerlo, addosso ad un
aliensene; costui, vecchio e rincitrullito, funne affatto addolorato al
capalieno, e perciò morì. La coda orchestrale di
quella
prima suttoccata tipologia di Morte.
Weshaweesht si mise quindi a dormire, quindi. Sapete, gli alieni,
quando
sognano, a differenza degli esseri umani, rimangono comunque in una
certa guisa coscienti,
poiché essi sanno sempre a preprescindere che le visioni che
gli
capitano sono il mesto-languidoso frugimentare della loro psiche
psicologica.
Nonostante questo, al pari degli esseri umani, nei di loro sogni vi
è comunque una grandissima presenza dell'inconscio alieno,
che
era molto più complesso del nostro.
Generaliter, l'intera alienmente era ben più complessa della
nostra.
Infatti, mentre noi umani si
può dire che, con una certa chissassé discutibile
approssimazione, che abbiamo una incoscienza e una coscienza in quella
caritante
nousina della mente nostra, gli alieni avevan ben 777 stati di
coscienza
offizialmente tassonomificati dal Ministero Imperiale dell'Alienpsiche;
per non parlar poi dei ben oltre 74638 apocrifi stati di coscienza che
non eran ancora stati offizialmente ricanosciti dalla convenzione
scientifica riferentesi all'istituzionalità suddetta.
Dei 777 stati suddetti, comunque, 354 si potevano classificare in una
macrocategoria che, nelle linee essenziali, corrisponde all'inconscio
umano; 282 in una che corrisponde invece al conscio; le rimanenti in
sottocategorie di transizione che non si possono riferire propriamente
né all'inconscio né al conscio umano, ma che
posson
talora, pur nella loro trascendentalosa simpletticità,
assimilarsi alle prassi meditative del Buddhismo Yattamana.
Weshaweesht si assopì adunque.
Nello stadio del sonno alieno, la mente aliena regredisce dagli stati
più coscienti e algebrici a quelli più confusi ed
sconsci attraverso una buonparte delle 777 fasi, ognuna delle quali
corrispondente ai suddetti stati di coscienza.
Raramente però, nel sonno alieno si riesce ad arrivare fin
sotto alla fase 30,
corrispondente all'inconscio-30, che corrisponde al sonno profondo
umano.
I santi monaci alieni, fra i quali massimamente figuravano San
Orrthpollgnall'rsihaad, San Xleohoollclootlclottpurrnlaarsdth e San Q,
nelle loro visioni, riuscivano a regredire fino alla
23esima fase; i più capaci, addirittura alla 18esima.
Ma non vi era alcuna notizia storica negli oltre tre miliardi anni
trascorsi dal Big Ben che qualche alieno fosse riuscito ad andare oltre
la fase 15.
Detto ciò, ecco, or ora, voi non riuscirete a credere a
quello che sto per
dirvi (avendo peraltro sentito voi finora da me cose molto savie e
assennate e credibilissime): Weshaweesht riusci fino allo STADIO 0 o
ZERINFINITO, che
è lo stadio dell'ESSERE!!!!!! Aaaaahhhhh!!!!
Quali qualità, quante quantità, nonché
quidi quiddità, particolarerrime avesse
Weshaweesht, non si può
dirlo con certezza. La Dea Vita aveva scelto Lei non perché
Weshaweesht avesse una mirabile ascendenza o una forte
autodeterminazione. La Dea Vita, nei suoi vari interventi nella Storia
del Cosmo, si era da sempre circondata di profeti umilissimi,
poiché essa amava gli esseri umili e vertenti in potenza
alla grazia.
Weshaweesht era in essenza umile, nonostante fosse, come notabile,
scialba e un po' sciocca in formalità; e non credeva poi di
valer alcuncheuccio; il che era d'altronde vererrimo, non avendo
peraltro una qual solda nozione del supremo
valore intellettuale e
morale. Fino ad allora. Eeeehhhh!!!
Adunque, insomma, ecco, io, cioè, però, quindi,
intanto,
ecco, perciò, ecco: così dunque
incominciò il
sogno di Weshaweesht, che le avrebbe rivelato il suo Destino Fatale,
come attestato dal Dio Bonovello, il divino Corriere della Sera.
Vi avverto leggitori: questo sogno vi sconvolgerà. E per
renderlo ancora più sconvolgente, eheh, lo
metterò in
corsivo...orsivo....rsivo...sivo...ivo...vo...o...[eco della sfumanza
della voce fuori campo].
...Weshaweesht vede dinanzi a lei una creaturina triangolare arancione
dagli occhietti mesti e stanchi
che si lascia trasportare
dal flusso della bile sempiterna
delle vene cervellari,
arriva per esse fin dentro al surcervello
e da lì si lascia intrappolare da un marchingegno
che le ficca degli elettrodi sul capo
che le recano profonde visioni mistiche.
Weshaweesht è il soggetto del sogno mistico della creaturina
triangolare arancione:
Weshaweesht corre sopra il crascalotto della sua infanzia
era dolce, di color crema al caffè
di quella che poi piace pure a te.
Aveva 576 occhi ultravioletti dolcissimi.
Sopra il suo crascalotto
Weshaweesht galoppava nella villa tenuta dagli Alienduchi del Lago di
Ha*ah
(* era il suono sacro della lingua dell'Impero),
che si trova nei pressi di Elleràllera.
Ad un certo punto
compaiono dei cristontòmuri
(specie di pecore che somigliano a giraffe che somigliano a cammelli,
comunque sempre di artiodattili parliamo...anche se però
assomigliavano anche a cavalli che, attenzione, non sono affatto degli
artiodattili, essendo difatti dei perissodattili, anche se a buona
ragione a prima vista assomigiano molto agli artiodattili...i cavalli
fanno parte di un altro ordine al quale se non ricordo male -potrei
sbagliarmi, eh!- fanno parte
pure i rinoceronti e gli ippopotami....ihihih....d'altronde, gli
ippopotami sono dei cavalli di fiume....ihihihih!!!!....che
è
cosa diversa dai cavalli di mare....che sono i cavallucci
marini....iuhihihihih, che carini!!!! Ihihihih!!!!.....per non parlare
poi dei cavallucci marini che abbiamo dentro ai nostri cervelli....gli
ippocampi....ihihih!!!!:...sapete senza ippocampo si sopravvive,
però non si riesce più a ricordare niente...c'era
ad
esempio un signore che negli anni cinquanta soffriva di epilessia e
allora per curarlo gli avevano tolto l'ippocampo...la cosa brutta
è che ora il signore stava bene, ma non riusciva
più a
formare nuovi ricordi. E' andata a finire che gli dicevano una cosa e
il secondo dopo già se l'era scordata...così per
ovviare
agli inconveniente che gli avrebbe procurato una simile esistenza visse
sempre sotto osservazione medica...fino a quando morì in
tarda
vecchiaia, credendo ancora di avere l'età in cui era stato
operato, cioè poco più che
ventenne...pover'uomo...come si fa a vivere in questo modo...Signore,
aiutami tu, ti prego...accogli questa tua anima perduta e furente).
Weshaweesht vide i cristontòmuri cavalcando il suo
crascalotto
e volle correre con loro nelle praterie con il suo crascalotto
quando ad un certo punto
si perse in una selva oscura
dove vide SATANALIENO
che era il Satana degli alieni
che la voleva uccidere con lo sguardo e la voleva mortificare e
possedere e risucchiare
all'interno del suo pinguoso ventre.
Weshaweesht era senza speranza, ma vide poi una luce nera.
Vi si gettò con tutti i cuori e con tutta l'anima
(perché i cuori sono cinque, ma l'anima è unica)
ed entrando nel vuoto quintessenziale
dello stadio zerinfinito
a lei venne in sogno a parlare
la Dea Vita...
"Ma...dove
sono...cioè...dove sono...io....oh, non mi son mai sentita
così, eh, oh! Eh!" diceva Weshaweesht.
"Certo che non ti sei mai sentita così, mia santa creatura
universale" disse la Dea Vita, "tu sei nello stadio zerinfinito, lo
stadio mentale a cui nessun alieno finora è mai giunto".
"Chi sei?" chiese Weshaweesht.
"Io sono Colei che sono: Io sono la Vita: Io sono Io, e Voi...".
"...non siete un cazzo".
"Oh, perché dici così, piccola mia?".
"Perché? Perché non merito né di
vederti, né d'udirti, né di parlarti, Vita Mia.
Io sono l'ultima alienruota dell'aliencarro. Io non valgo nulla. Sono
solo una delle solite fanciulle che sono intelligenti ma non si
applicano, studiano solo per avere un domani economicamente sicuro, e
che si fanno gli affari propri".
"Weshaweesht, figlia mia. La Grazia ti si è mostrata. Vedi,
or ora, come sei perita e saputa nel giudicarti? Come lo sei? Con i
tuoi sentimenti e i tuoi intellegamenti?".
"Oh, Dea Mia, ciò è vero. E' forse vero,
perché sono nello stadio zerinfinito?".
"Lascia stare lo stadio zerinfinito. Questo è solo un nome.
Lascia stare i nomi. Bisogna prima sapere che questo non è
una pipa, prima di sapere che questo è una pipa nella misura
in cui lo è tramite il linguaggio, e in uguaglianza e in
differenza".
"Vita Mia, i Verbi tuoi mi son chiarore all'anima mia, e pur tenebre
all'intelletto mio".
"Weshaweesht mia: il Vero ti si invererà col Tempo, ma col
Tempo del tuo Spirito, non col Tempo che vien detto dagli altri".
"Vita Mia: ti ringrazio che volesti meco ragionare. Ma or or chieggomi:
ché a me sola dicesti queste cose? Non ha merto qualsivoglia
creatura universale, in quanto tale, di pascersi di codesta Santa
Mensa? Non devono il Vero, il Bello e il Buono, pertinere a qualunque
essere alieno, e non solo ad un'elitta malvagia, ad un'oligarchia, ad
una monaschia, ecco, che plasmi il mondo a propria mala virtute e
canoscenza, e al proprio malo velle?"
"Weshaweesht mia: la Verità, la Beltà e la
Bontà sono Grazie pertinenti a tutte le Creature
dell'Universo Santo. Pul troppo, la Legge vuole che siano poche
Creature ch'ardano di seguitarle".
"Cos'è questa Legge?".
"E' la Legge della Morte. E' la legge che disvita ed immorta i
lanternini del mondo. E tu devi non pugnare alla Morte, ma la devi
comprendere, devi attraversarla, e poi scioglierla. Così
vivrai, mia fanciulla aliena: Vivendo, Vincendo sulla Morte".
"Vita mia: che fare, che fare?".
"Weshaweesht, ora tu sai qual sia la tua teleologia, la quale
è vincere sulla Morte. Or ora, ti priegherò di
destarti. Quando ti sarai destata, subitamente vedrai quale
sarà la contingenza che ti permetterà di
realizzare questa Nostra Contingenza che vuol farsi
Necessità tramite sua Virtù".
"Or ti ascolto, Dea Vita".
"Or ora, ti canterò una ninnananna, acciocché tu
ti possa destare".
"Niiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaannnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Niiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaannnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa".
"Oh, che musica surceleste".
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