The Hunter

di potterhead_slytherin
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CAPITOLO
1

 

 

 

 

In una giornata ci sono ventiquattro ore ognuna delle quali è composta da sessanta minuti.
Eppure ci sono anche millequattrocentoquaranta minuti e ottantaseimilaquattrocento secondi.

È incredibile pensare che con un semplice calcolo matematico è possibile frammentare in questo modo ogni attimo, ogni istante di quegli ottantaseimilaquattrocento secondi, e che noi con i nostri mille impegni, ne sprechiamo una considerevole quantità in attività inutili che non ci porteranno da nessuna parte.

Fino a poco più di un anno fa, non avrei mai dato tanta importanza al tempo, eppure ora eccomi qui, alla ricerca disperata del più insignificante nanosecondo. La cosa più divertente è che per ridurmi in queste condizioni sono stati sufficienti pochi elementi: un trasferimento, uno spartito musicale ed una pioggia improvvisa che non ero riuscita a preventivare.

Mi piace pensare che, se allora non fosse andata in quel modo, probabilmente adesso sarei una persona diversa, con meno problemi e pensieri per la testa. Sarebbe sciocco da parte mia dire che non cambierei la mia situazione per nulla al mondo, perchè se così non fosse stato, sarei rimasta una ragazza qualunque, cresciuta in una cittadina qualunque e con amici qualunque, ma pur sempre certa della realtà del mondo circostante. Ora invece, sono sicuramente una persona più forte, e posso dire di aver vissuto l'amore, il dolore e il sacrificio, ma nella vita non ho più certezze.

Sono stata fortunata ad essere sopravvissuta quando altri non ce l'hanno fatta.
Anche se, a dir la verità, per esserci riuscita non ho lottato nè con le unghie, nè con i denti, e tanto meno ho utilizzato dei superpoteri. Semplicemente, quando è giunto il momento, mi sono messa a correre. E mentre correvo contavo i secondi.

Mi sono occorsi una manciata di minuti per capire quale fosse il suo gioco. A quale tipo di gara stesse partecipando. E sono state sufficienti poche settimane per farmi cadere nel suo tranello. Nel giro di un mese, aveva raccolto più informazioni sul mio conto di quante ne sapessi io stessa. Aveva giocato bene le sue carte, devo ammetterlo. Perchè lui era un cacciatore, addestrato a fare il segugio, a scovare indizi. Ed io beh, sono diventata la sua preda. Nient'altro che una fragile umana, vittima di un disegno più grande.

E questa volta per sempre.





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