«
Your mind is just a program,
and I am the virus
I’m changing the station »
— Muse, Psycho —
Parigi,
inizi del XX secolo. Mentre ovunque infuria la guerra, un solo angolo
di paradiso sembra essere rimasto, alle porte della capitale.
Lì,
in piena estate, tra il calore e la vegetazione nel pieno del suo
splendore, un team scelto di ricercatori lavora alacremente ai propri
studi, condotti su nientemeno che degli esseri umani, divenuti ormai
null’altro che delle cavie da laboratorio.
È
un progetto su cui vige la sicurezza di Stato, nessun comune civile
è al corrente dello svolgersi degli esperimenti, figurarsi
dell’esistenza del manicomio di Saint-Bernard, a circa
settanta chilometri dall’Île de la Cité.
Solo
le più alte autorità dello Stato sono a
conoscenza degli esperimenti che lì si tengono.
O
meglio, sono a conoscenza di una parte degli studi del team di medici;
quel che non sanno, tuttavia, è che i loro esperti,
rendendosi conto che i controlli delle alte sfere francesi non erano
poi così ferrei, si sono lasciati prendere un po’
la mano.
Quel
di cui tutti sono a conoscenza, medici e uomini di Stato,
è che gli esperimenti vengono condotti su cavie
“speciali”, per così dire: secondo una
teoria avanzata da alcuni rappresentanti dell’equipe medica,
infatti, il loro progetto –che consisterebbe nella
modificazione di alcuni geni umani, al fine di ricreare degli individui
in grado di sovvertire durante la guerra l’avanzata nemica su
tutti i fronti– attecchirebbe con maggiore
facilità su cavie in possesso di un disturbo mentale.
Quel
che i capi di Stato non sanno, tuttavia, è che i ricercatori
stanno diventando sempre più sadici nel compiere i loro
studi, tanto che alcune cavie vengono addirittura torturate…
Il portico in legno si
affaccia sul cortile polveroso, oltre di esso si estende per molti
chilometri un campo di grano.
In questo periodo
dell’anno le spighe maturano, assumendo brillanti colorazioni
dorate mentre si muovono con grazie, piegate appena dalla brezza
leggera.
Il pergolato sopra la
sua testa è inondato da tralci di glicine in fiore, i
piccolo boccioli lilla perfettamente schiusi emanano un profumo
dolciastro e penetrante ma affatto spiacevole.
Candice osserva il
paesaggio assolato di giugno davanti a sé con aria assorta,
forse quasi insofferente mentre il vento le scompiglia appena i capelli
ramati, raccolti nella consueta treccia disordinata, che scivola
giù dalla spalla.
Alcuni uccelli
attraversano il cielo, solcandolo come se fossero bandiere.
Due
corvi… e tre upupe, sì.
Le viene da chiedersi
come sarebbe se anche lei potesse volare libera e leggera
lì, nel cielo limpido e terso… poi
però si ricorda che non può e che, anche se
potesse, non riuscirebbe comunque a farlo: è troppo debole
per farlo, a dimostrazione di ciò la sua pelle, di un
pallore innaturale e le occhiaie violacee sul suo volto, tra le
lentiggini chiare che le puntellano le guance e la punta arrotondata e
leggermente all’insù del naso e gli occhi, di un
castano intenso, come quello del cioccolato.
Oh,
il cioccolato… com’è buono…
Il vento soffia di
nuovo e il vestito bianco di Candice ondeggia appena
nell’aria.
Alla
mamma piacevano tanto i vestiti bianchi, me li comprava
spesso… però adesso la mamma non
c’è più e mi hanno dato un vestito
bianco diverso da quelli che le piacevano, infatti questo è
di stoffa grezza e non ha nemmeno il pizzo…
Alcuni passi
annunciano la comparsa di una persona alle sue spalle, il che la fa
irrigidire visibilmente, visto com’è tesa ora la
sua schiena.
«Candice»
mormora una voce di donna, piuttosto familiare «è
ora di tornare dentro».
La ragazza non accenna
a volersi muovere, infatti conficca perfino le unghie nel legno degli
scalini del portico, sui quali è seduta, pur di non alzarsi
di lì.
È una
resistenza inutile e piuttosto debole, lo sa perfettamente…
tuttavia non se la sente di mollare senza neanche averci provato.
La donna
–no, l’infermiera–
l’afferra per un braccio, neanche troppo
delicatamente.
«Su,
andiamo» la incoraggia, con quella voce stucchevole che non
promette niente di buono.
Candice non riesce a
fare a meno di tremare.
Non
vuole tornare là dentro, non vuole tornare là
dentro…
Alla fine
però si alza, preferendo non incorrere nel rischio di una
punizione ben più temibile della presa greve
dell’infermiera.
La donna si lascia
sfuggire un sorriso soddisfatto mentre prende a ricondurre la giovane
dentro la struttura, i piedi nudi di Candice si riempiono di schegge
affilate mentre cammina lungo le assi di legno a terra del portico.
«Vedrai,
sarà divertente» mormora l’infermiera,
con voce sempre più bassa.
Peccato
che Candice abbia smesso già da tempo di credere a quelle
parole…
*
Angolo autrice *
Mi
era venuto in mente un nome carino da affibbiare a questo angolo
dell’autrice, solo che al momento mi sfugge, so…
Oh, salve! Siete
ancora qua?
Lo so, lo so, ho
già un’altra interattiva in corso, solo che,
parliamoci chiaro, quanto può essere allettante
un’idea del genere?
{La mia nota e spiccata modestia
come al solito non stenta a farsi sentire, già}
Non so quanto questo
prologo, ehm, pardon,
pseudo-prologo possa risultare chiaro (colpa mia, amo i prologhi
criptici uu) perciò ne approfitto per spiegare un
po’ di cose.
La storia si
svolgerà all’interno di questo luogo, il manicomio
di Saint-Bernard. Come ho accennato nel prologo nessun civile
è a conoscenza dell’esistenza di questo posto,
pertanto gli oc saranno i pazienti del manicomio.
Secondo una teoria del team di studiosi che lavora lì,
attraverso una determinata modifica sul patrimonio genetico delle
persone lì rinchiuse si riuscirebbero a ricreare degli
individui in grado di scongiurare la guerra che si sta combattendo [nota bene: si tratta
della prima guerra mondiale, combattuta tra il 1915 ed il 1918,
poiché come ho narrata all’inizio del capitolo le
vicende si svolgeranno nei primi anni del secolo scorso; da ricordare
anche che i manicomi vennero chiusi soltanto nel 1975].
Così, oltre a tenerli segregati là dentro,
cominciano anche a svolgere degli esperimenti nuovi di zecca, talvolta
addirittura torturando le loro “cavie”.
Già,
perché in fondo i malati vengono considerati alla stessa
stregua di cavie da laboratorio.
{Uhh, questa cosa mi
gasa più del dovuto--}
Gli oc devono avere
tutti obbligatoriamente
un disturbo psichico. Chiaro, no?
Essendo nei primi del
‘900 mi preme anche ricordarvi che spesso venivano
considerate come “malattie mentali” anche disturbi
che, spesso e volentieri, non lo erano affatto. Vi faccio un esempio:
anche l’essere sociopatici era considerato un requisito per
venire internati.
[Nota bene: questo
non vi autorizza a mandarmi una marea di oc depressi, anzi, al
contrario, poiché vi ricordo che spesso e volentieri la
depressione è uno dei tratti peculiari delle tanto temute
“Mary Sue”. Pertanto, un paio di depressi vanno
bene, basta che non ce ne sia un boom, altrimenti beh, sapete
com’è, potrebbe anche venirmi qualche
dubbio…]
Piuttosto, mi
piacerebbe molto trattare di malattie mentali piuttosto gravi. Anche
qui, però, vi prego di avere l’accortezza di non
sbilanciarvi troppo nella pazzia: certi oc dopo potrebbero diventare
più complicati del dovuto da gestire.
Per ogni
perplessità o dubbio non esitate a chiedere, sono qui
apposta per dissipare incertezze di tutti i generi!
{Oppure nel caso
affidatevi a Wikipedia, che di sicuro è molto più
efficace di me}
So che qualcuno se lo
sta chiedendo ansiosamente, così mi appresto a rispondere: no, non credo che
lascerò Kidou libero per le relazioni con gli/le oc neanche
stavolta. Sorry
not sorry. No, sinceramente, Yuuto in questa storia non
sarà ridotto esattamente bene {qualcuno di mia conoscenza
adesso starà gioendo, in qualche remota parte del
mondo… ^^} quindi, boh… aspettate il prossimo
capitolo e –forse– capirete a che cosa mi riferisco.
Poi,
dunque… * spia l’angolo dell’autrice di
On Time perché
è stupida perché non si ricorda
più come si fanno le note * vi piace Candice? Per quel poco
che ho narrato di lei finora, ovviamente… è una
mia nuova oc e, francamente, credo che sia quella che mi ha
maggiormente convinta tra tutti gli oc che ho creato per le mie
interattive, finora. Ohh, sono proprio orgogliosa della mia bambina,
sì sì-- okay, a parte i miei scleri vari, vi
volevo fare una domanda seria (strano, eh?): secondo voi
perché Candice è al Saint-Bernard?
Poi, poi, poi, vediamo
cos’altro c’è da dire… oh,
sì, giusto: ovviamente gli aggiornamenti non saranno
regolari. Perlomeno nei primi capitoli cercherò di essere un
po’ più celere per presentare il maggior numero di
oc possibile, però non vi assicuro niente, soprattutto
perché ultimamente sono molto impegnata con lo studio,
quindi la cosa va da sé.
* controlla di nuovo
le note di On time * dire che non so quando compariranno i vostri oc/le
vostre oc e che le iscrizioni durano una settimana mi sembra superfluo,
no? Vabbeh, ormai l’ho detto, così, a scanso di
equivoci… ^^” e ovviamente non concederò proroghe
{va specificato, perché ogni tanto se ne viene fuori
qualcuno che pensa di poter fare repubblica a sé…
eee no, mi dispiace
darvi questa ferale notizia ma siete esattamente come tutti gli altri,
niente di più e niente di meno, pertanto vedete bene di
attenervi alle scadenze che vi do, altrimenti potrebbe capitarvi
qualcosa di veramente molto brutto e spiacevole
uu}
{Sto palesemente
riprendendo tutti i punti dall’angolo autrice di On time,
miseriaccia!} Oh, sì, quasi dimenticavo: preferirei
scegliere gli oc per ovvi motivi di trama. Mi riesce difficile gestire
degli oc un po’, come
dire… poco nelle mie corde? Ecco, diciamo
così, sì.
Non mi va di
elemosinare recensioni… però sì, se
riusciste a recensire quanti più capitoli possibili mi
rendereste davvero un’autrice felice ** no, scherzo.
Cioè, lo so che siamo tutti impegnati con la scuola nel
periodo di aprile-maggio (il periodo del cosiddetto “studio
matto e disperatissimo”, per molti owo) ma se provassimo
tutti a fare un piccolo sforzo e a venirci incontro, io con i capitoli
e voi con le recensioni… no?
Okay,
no.
Ah, a proposito:
almeno nelle recensioni per le richieste di partecipazione potreste
evitare di essere… stringati? Mi pare il minimo, visto tutto
l’impegno che ci sto mettendo, in questa storia…
Evvai, è
arrivato il momento dello specchietto dell’
“accetto/non accetto” ** okay, ora la pianto, sul
serio…
Yes
to:
-
Oc originali;
-
Oc coerenti alla trama ed alla nazionalità;
-
Oc con disturbi mentali {più originali sarete
più possibilità avrete che il vostro oc venga
scelto; vi rimando a quello che ho scritto sopra in merito a questo
campo, per qualsiasi altro tipo di chiarimento non esitate a chiedere
^^};
-
Qualsiasi tipo di relazione {het, shonen-ai, shoujo-ai};
-
Fidanzati di ie {tranne Kidou, come al solito lui
è la mosca bianca. Comunque nel caso non fatevi scrupoli a
chiedermi, così mano a mano vi dico chi è
occupato e chi no}
No
to:
-
Mary Sue/Gary Stu {ma dai? ;-) };
-
Oc non coerenti;
-
Oc sciatti e banali;
-
Oc partecipanti ad altre long {vi prego, stupitemi: ho voglia
di vedere nuovi personaggi, non sempre le stesse minestre riscaldate-
senza offesa per nessuno, eh);
-
Fidanzati di GO/CS/Galaxy {mi sento stupida anche solo a
dirlo, però so per esperienza personale che serve,
così eccoci qua}
Sì, adesso c’è la parte che tutti voi
stavate attendendo trepidanti, vale a dire quella della scheda ad oc.
Ve ne lascio una con tutte le spiegazioni necessarie ed una vuota da
compilare (e chi se ne importa se queste ormai sono diventate le note
d’autrice più lunghe che abbia mai scritto in vita
mia), chiaramente quella che mi dovrete inviare voi sarà la
seconda!
Nome: chiaramente
deve essere coerente con l’epoca storica (XX secolo) e
nazionalità.
Cognome: come sopra,
attinenza al contesto spazio-temporale, please. Ho inserito anche il
campo del cognome perché sinceramente mi avrebbe fatto
davvero troppo caso ricevere oc senza cognome, non so nemmeno io
perché.
Età (min
16 – max 19): in questo campo sinceramente non credo ci sia
molto da spiegare… potete scegliere
un’età compresa tra i 16 ed i 19 anni, niente di
più e niente di meno, gente.
Nazionalità:
oh, finalmente un campo che necessita
di qualche spiegazione in più. Partiamo dal presupposto che
il manicomio si trova in Francia, solo che chiaramente non mi sembrava
il caso di chiedervi tutti oc francesi. Oltre al fatto che mi sarebbe
sembrato davvero molto strano, dubito inoltre che sarebbe stato poi
così credibile. Così ho supposto che il governo
francese, sotto consiglio dei loro ricercatori, abbia mandato un team
di persone in diverse aree geografiche a prelevare le persone che
più ritenevano adatte per gli esperimenti.
Perciò, ricordate: va bene qualsiasi nazionalità,
purché risulti credibile dal punto di vista
dell’aspetto del vostro personaggio e coerente con la sua
storia.
Aspetto fisico:
anche qui. Come ho detto sopra nella mia fantastica {si fa per
dire…} lista dell’ “accetto/non
accetto”, non tollererò Mary Sue o Gary Stu (a
proposito, non disdegnerei qualche maschietto, eh…). Non
siamo tutti/tutte modelli/modelle della scena
internazionale… siate creativi ma realistici, non eccedente
inutilmente, attenetevi quanto più fedelmente alla nazionalità
del vostro oc e soprattutto ricordatevi dell’epoca storica nella
quale si svolgeranno i fatti. Molte cose erano diverse da adesso,
ovviamente. Inoltre, vi sarei grata se non aggiungeste
campi inutili, come ad esempio il vestiario dei vostri personaggi:
potete farci un rapido accenno (ricordandovi che nel Novecento sneakers
e roba varia non esistevano ancora e che in piena guerra mondiale
dubito che la gente pensasse ad accaparrarsi i vestiti migliori) ma
ricordatevi che la storia si svolgerà in un ospedale
psichiatrico, quindi immagino che tutti gli internati indosseranno dei
camici (non come quelli dei medici, quanto piuttosto come quelli dei
malati in ospedale… non so perché l’ho
detto ewe) e che nessuno possiederà dei vestiti propri.
Carattere: che
discorso delicato che c’è da fare qui. Come
sappiamo la storia tratterà dei personaggi con dei problemi
psichici, pertanto in particolare il campo del carattere è
molto importante. Il carattere di un personaggio è una parte
fondamentale in tutte le schede ad oc, oserei anzi dire che
è la parte
fondamentale di ogni scheda ad oc. Più un
personaggio è ben caratterizzato, maggiori
possibilità avrà di essere scelto. Nel caso
specifico di questa interattiva bisogna stare molto attenti quando si
parla del carattere del proprio personaggio, poiché
ovviamente prescinde alla stessa stregua sia dal suo disturbo psichico
che dalla sua personalità. Se si è più
introversi non si tende ad esternare i propri sentimenti e le proprie
emozioni in maniera eccessivamente plateale, se però
–facciamo un esempio– ci troviamo di fronte ad un
personaggio affetto da schizofrenia, è ovvio che
reagirà in un modo del tutto diverso. L’unico
consiglio che posso darvi è quello di cercare di
equilibrarvi quanto più possibile tra un campo della scheda
ed un altro, cosicché dovreste riuscire ad elaborare un
personaggio quanto più equilibrato, realistico e credibile
possibile. Ah, già, quasi dimenticavo: di nuovo, anche qui
mi sembra inutile dirlo ma a scanso di equivoci ci tengo a precisare
che c’è da stare attenti anche qui al rischio Mary
Sue: niente caratteri troppo perfetti, niente depressione
eccessiva… col tempo ho imparato che la parola
d’ordine per una scheda oc che possa essere ritenuta degna di
poter essere definita tale è
“equilibrio”. Moderatevi, insomma.
Breve storia: lo
vedete quel “breve”? Ecco. Per “breve
storia” non s’intende il sunto del sunto del sunto
del sunto, però nemmeno un papiro egizio di cinque pagine.
Possiamo trovare una via di mezzo? A me piacciono tanto, le vie di
mezzo… comunque, rimanendo seri, la storia che qui va
inserita è quella nel vostro personaggio al livello di
nascita, crescita, vita prima della cattura da parte delle squadre di
ricerca inviate dal team di scienziati, se il vostro personaggio non
è francese quando e come arriva in Francia {tenendo bene a
mente che sono le squadre di ricerca che, dopo aver prelevato le cavie
dal loro suolo natio, trasportano i ragazzi e le ragazze fino al
Saint-Bernard, salvo rare eccezioni – che ovviamente andranno
motivate in modo decisamente sensato} e, sempre brevemente, cosa
accade dal momento che vengono rinchiusi nell’ospedale
psichiatrico. Potete farcela, confido in voi! :3
Disturbo psichico:
altro campo fondamentale nella scheda oc di questa storia. La
varietà di disturbi che potete scegliere è
talmente vasta da poter quasi risultare imbarazzante. Ad ogni modo, io
vi rimando comunque a zia
Wikipedia, che senza dubbio potrà aiutarvi
meglio di me. Per qualsiasi cosa però non esitate a farmi
domande, nei limiti del possibile cercherò di aiutarvi.
Ricordate però la coerenza e
l’originalità {essere originali non vuol dire
inventarsi delle malattie mentali da cima a fondo, eh…}, in
questo caso vi saranno senza dubbio necessarie per poter ottenere un
buon risultato.
Interesse romantico:
ahi, ahi, nota dolente. Come ho potuto constatare di recente anche
altre autrici hanno rilevato che i personaggi richiesti per le
relazioni sono sempre gli stessi. Ho capito che tutti hanno un
personaggio preferito, possibile però che tra tutti i
personaggi che ci sono in Inazuma Eleven abbiate un solo personaggio preferito?
Anche se doveste scegliere un personaggio dal ruolo un po’
più marginale e/o secondario non credo poi che crollerebbe
il mondo… inoltre ricordo di nuovo che sono benaccette anche
le coppie shonen-ai e le shoujo-ai, oltre alle canoniche het…
Altro: campo
bistrattato dai più, in realtà il campo
“altro” è molto importante. Non
è quel luogo dove potete aggiungere interi campi che
non avete trovato sopra, quanto piuttosto inserire delle piccole
curiosità sul vostro oc. Ovviamente va da sé che
il campo altro potrebbe anche non servirvi; in quel caso mi pare ben
chiaro che vada lasciato vuoto, piuttosto che incorrere
nell’eventualità di combinare qualche guaio.
Non ci credo, ho detto
tutto. Ora vi lascio la scheda vuota ed è finita. Wow,
fantastico. {Perdonatemi, in questo momento mi sento un tantino
onnipotente… uu}
Nome:
Cognome:
Età
(min 16 – max 19):
Nazionalità:
Aspetto
fisico:
Carattere:
Breve
storia:
Disturbo
psichico:
Interesse
romantico:
Altro:
Credo che sia tutto
–in realtà mi sento in colpa per aver scritto
così tanto e perciò sto cercando di trovare un
modo per risolvermela in fretta ed andarmene da qui al più presto possibile… anche perché penso che vi
sarete anche scocciati di stare a sentirmi, quei poveri disgraziati
{anche se dubito che esistano, a dir la verità…}
che sono arrivati fin qui, no?– quindi ne approfitto per
salutarvi, invitarvi a partecipare numerosi e ringraziare chiunque si
sia letto tutto questo panfleu. Dopodiché me ne vado, sul
serio! :3
A presto (spero)
Aria~
P. S.: il banner è una mia creazione, spero che vi
piaccia…^^
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