La Bestia e la Strega

di Shainareth
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SOGNI




«Amica mia!»
   Completamente rintronata dal sonno, Raven scattò a sedere sul letto e mise a malapena a fuoco la figura dell’aliena che scattava verso di lei con le braccia protese in avanti. La investì in pieno in un abbraccio soffocante che la fece ribaltare all’indietro, inchiodandola di nuovo sul materasso e svegliandola del tutto. La maga imprecò fra i denti e portò le mani sulle spalle dell’altra ragazza per scollarsela di dosso, senza tuttavia riuscirci.
   «Mollami!» annaspò.
   Starfire lo fece, scusandosi goffamente e mettendosi a sedere accanto a lei, che si tirò nuovamente su. L’aliena aveva l’aria turbata e gli occhi lucidi e bassi, pertanto la sua compagna si persuase che fosse venuta lì in cerca di conforto, a dispetto del fatto che fosse notte fonda. Armandosi di pazienza, e guidata dall’affetto provato per lei, Raven sospirò e domandò in tono gentile: «Che è successo?»
   L’altra la guardò da sotto in su con espressione affranta. «Ho fatto un sogno.»
   Inarcando un sopracciglio, la maga osò: «E...?»
   «Era così reale!» enfatizzò Starfire, tutta agitata.
   «Un incubo?»
   «No... non direi proprio...»
   «Allora qual è il problema?» Tornò a calare le ciglia sul viso con fare timido, e se ci fosse stata luce sufficiente nella stanza,  a parte quella fioca che proveniva dal corridoio, Raven avrebbe potuto scorgere un certo rossore diffondersi sulle sue belle guance.
   «Ho sognato di Robin», confessò infine l’aliena.
   «Non mi stupisce.»
   «Sì, ma non lo avevo mai sognato, prima, in quel tipo di situazione!»
   La maga aggrottò lievemente la fronte. «Che genere di sit...» S’interruppe non appena la sentì gemere e la vide portarsi le mani sul volto, nascondendosi da eventuali sguardi accusatori. «Ah», fu la conclusione a cui giunse Raven, solo vagamente turbata dalla faccenda. «E mi hai svegliata per questo?»
   «Ero sconvolta! Non potevo tenerlo per me sola!»
   «Invece sarebbe meglio che certi sogni rimanessero segreti.»
   «Dovevo raccontarlo a qualcuno o sarei esplosa», proseguì Starfire, troppo presa dalle proprie emozioni per ascoltarla.
   «E giustamente hai scelto me, anziché Robin.»
   Imbarazzatissima, fissò l’amica con occhi sgranati. «Non potrei mai dirglielo! Penserebbe che sono una defraudata
   «Depravata», la corresse l’altra con aria annoiata.
   «Sì, penserebbe quello.»
   «Macché.»
   «Sarebbe terribile!»
   «Ci scommetto che invece ne sarebbe felice.»
   «Come puoi crederlo?!» non si capacitò l’aliena, portandosi le mani fra i capelli con fare disperato. «Si convincerebbe che sono una persona orribile, che non ho rispetto per i suoi sentimenti, che...» Inaspettatamente si bloccò e fissò la compagna con curiosità. «Hai mai fatto un sogno del genere su qualcuno?»
   Raven si rimise stesa sul letto, dandole le spalle e tirandosi la coperta fin quasi sulla testa. «Buonanotte.»
   «Oh, e dài!» protestò Starfire. «Ho bisogno di essere rassicurata!»
   «Va’ da Robin e diglielo!» ribatté spazientita la maga.
   «Non posso, sarebbe sconveniente!»
   Sbuffando, Raven si voltò supina e la fissò con aria seccata. «Tutt’altro. Anzi, risolvereste molti problemi. I miei sull’insonnia di sicuro.»
   Calò il silenzio per una manciata di secondi, durante i quali Stafire ricambiò il suo sguardo, ma con espressione perplessa, come se stesse ponderando su qualcosa. Infine, parlò con tutta l’innocenza di cui era capace. «Quindi, se ho capito bene le usanze terrestri, se tu facessi un sogno di questo tipo su B.B. e poi glielo raccontassi, dopo andreste d’amore e d’accordo?»
   La sua amica scattò di nuovo a sedere sul letto, gli occhi iniettati di sangue. «Perché diavolo dovrei fare un sogno del genere proprio su di lui?!»
   «Ti è mai capitato?» domandò l'aliena, senza lasciarsi spaventare dalla sua aria minacciosa.
   «Non risponderò ad alcuna domanda del genere.»
   «Non basterebbe dire di no, se non fosse mai successo?» Raven serrò le labbra, incapace di mentire proprio alla sua migliore amica. Che subito tornò a sgranare gli occhi. «Quindi è successo davvero?!»
   «Abbassa la voce!» l’ammonì la maga, arrossendo vistosamente.
   «E glielo hai detto?» insistette l’altra, curiosa come una scimmia.
   «Non sono cose che ti riguardano!»
   «Ma scusa», protestò, con il musino all'ingiù, «io mi sono pur confidata con te!» Raven si
trattenne a stento dal risponderle male. «E non ti sei sentita sporca, dopo aver fatto quel sogno?» continuò imperterrita Starfire.
   «Disgustata, più che altro», si arrese a rispondere la sua compagna, rassegnata a rimanere sveglia ancora per chissà quanto.
   «Non è stato bello?» fu la domanda che ne seguì. «Il mio sì, molto.»
   «Per una che se ne vergogna, sei fin troppo onesta», borbottò, imbarazzata da quel genere di confidenze.
   «Beh, ma che c’entra? Non posso mica negare di averne tratto un certo giovamento fisico e psicologico, nonostante il senso di colpa.»
   Sospirando sonoramente, ribatté: «Potresti tenere per te certi dettagli? E comunque, ribadisco che è con Robin che dovresti parlarne, non con me.»
   Non finì di dirlo che un’ombra si affacciò sull’uscio della porta, rimasta aperta dopo l’ingresso di Starfire nella stanza. «Volete piantarla di fare chiasso?» protestò Beast Boy, stropicciandosi un occhio con fare sonnacchioso. «Qui accanto c’è gente che vorrebbe dormire.»
   «B.B.!» saltò su Starfire. «Capiti al momento giusto!»
   Raven s’irrigidì all’istante, mentre il giovane le guardò perplesso. «In che senso?»
   «Ti è mai capitato di fare sogni... ehm... particolari sull’amica Raven?» domandò l’aliena con candore.
   «Starfire!» esclamò la maga, non credendo alle proprie orecchie.
   «Cos...?!» annaspò invece Beast Boy, preso del tutto in contropiede.
   «Sì, insomma...» proseguì la loro compagna, intrepida. «Se ti capitasse, glielo diresti?»
   «Piantala!» cercò di azzittirla Raven, tentata di far ricorso al proprio potere demoniaco pur di metterla a tacere.
   «Che... Che cavolo le prende, all’improvviso?!» volle sapere giustamente il mutaforma, sperando di trovare una qualsivoglia risposta sul viso della maga.
   Ormai però Starfire era un fiume in piena, poiché tentava disperatamente di capire come dovesse comportarsi nei confronti dell’amato. E quale soluzione migliore di quella di chiedere conferme ad un altro uomo? «L’amica Raven dice che dovrei dirlo a Robin.»
   Cominciando infine a capire, sia pur vagamente, Beast Boy balbettò: «Ah... beh...»
   «Dice che ne sarebbe addirittura felice.»
   «Probabilmente sì», confermò allora, sperando che quella conversazione imbarazzante finisse lì.
   L’aliena deluse ogni sua aspettativa, perché subito tornò a domandare: «Quindi se Raven facesse un sogno di quel tipo su di te, tu vorresti saperlo?»
   Sulle labbra verdi del giovane si dipinse un sorriso inconscio e poco intelligente. «Oh, sì...» soffiò lui, quasi rapito da quell’idea.
   Raven si tirò le coperte sul petto con fare oltraggiato. «Non capiterà mai
   «Ma poco fa mi hai detto...»
   L’ingenua onestà di Starfire fu troncata sul nascere dalla sua povera amica, ormai ad un passo da un collasso nervoso. «Taci, una buona volta!»
   «No, no, falla parlare!» intervenne entusiasta Beast Boy, facendosi tutto orecchi.
   «Mi avete convinta», disse Starfire, riuscendo a distrarli entrambi. «Andrò a dirlo a Robin e gli chiederò scusa», stabilì. E senza perdere un secondo di più, scese dal letto ed imboccò l’uscita della stanza, seguita dallo sguardo perplesso degli altri due.
   «Non ha capito un accidenti», commentò a mezza voce il giovane, invidiando il leader del loro team, dal momento che avrebbe ricevuto buone notizie, quella notte. E magari sarebbe persino riuscito a divertirsi. Questo pensiero gliene fece tornare immediatamente un altro alla mente e, d’istinto, si voltò a scrutare Raven con aria interessata ed un sorriso soddisfatto sul volto. «Quindi...» ricapitolò con voce suadente, «sarei il principe dei tuoi sogni più segreti...»
   «Incubi, semmai», lo corresse lei, fissandolo con fare torvo e imbarazzato a un tempo. «E ora, se permetti, vorrei tornare finalmente a dormire.»
   «Per sognarmi ancora?» la stuzzicò lui, divertito e lusingato a un tempo.
   «Fuori. Di. Qui», ordinò la maga in tono perentorio.
   «Non c’è bisogno di vergognarsene», cercò di calmarla Beast Boy, pronto a fare un passo nella stanza. «Io ti sogno di contin...!» La sua imbarazzante confessione fu bruscamente interrotta dalla porta che, chiusa con uno scatto secco della magia della compagna, gli sbatté violentemente sul muso, strappandogli un verso di dolore. «Maledizione...» imprecò, portandosi una mano al naso indolenzito. «Tutte a Robin, le fortune.»












Non avrei mai pensato di aggiornare così presto, eppure è successo. In realtà la shot che portava questo titolo era un'altra, molto diversa, e aveva per protagonista Beast Boy; solo che non mi convinceva affatto, perciò l'ho scartata in favore di una più sbarazzina.
Ringraziando coloro che sono ancora qui, a seguire questa raccolta piuttosto sgangherata, vi do appuntamento alla prossima shot.
Buon pomeriggio!
Shainareth









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