Disclaimer: i personaggi citati non sono miei, ma appartengono ai
legittimi proprietari.
Note sulla fanfic: La fanfic è divisa in 10 capitoli: a parte il prologo
(che in realtà è la conclusione) e l’epilogo (che è
l’inizio della storia), il resto prevede la successione dei mesi di
gravidanza, alternando la terza persona alla seconda, in base allo stile usato
(la terza per i capitoli con i dialoghi, la seconda nelle introspezioni,
sperando di non aver creato confusione).
Titolo
e canzone finale sono dei Within Temptation.
La frase scelta è: “Solo quando capisci che è tardi,
faresti di tutto per recuperare”, di Fabio Volo, usata dopo il primo
capitolo e in teoria anche dopo l’ultimo, se si capisce.
Note personali:
questa storia si è classificata prima al contest
“Maternità e guerra”, indetto da Aya88 e Urdi
su EFP Forum.
E’ un tema che mi sta molto a cuore, quello della
maternità, e quando ho visto questo bando ne ho approfittato. Ho fatto
anche una ricerca sulla gravidanza con tanto di domande imbarazzanti a mia
madre, che poveretta ha pensato male XD
Tutto questo per dire che ci tenevo tantissimo a questo
contest, sono impazzita su questa storia anche solo per limare tutte quelle
parole (ma è stato stranamente divertente O_o)
e sono stra-felice del risultato (so che è banale dirlo, ma è
così).
Un grazie a Vale per il su/opporto
(e il baby Kankuro è tutto tuo XD), a Lely per essere la mia mascotte portafortuna X3, e a
Roberta, perché sulla fiducia voleva leggere questa fic
XD (e mi spiace non avertela passata prima, ma sei sempre di corsa che mi
dispiace rompere XD).
Buona lettura!
MOTHER HEART
(When a Prince Charming
doesn’t love his Damsel in distress)
Prologo.
Il corpo di una donna è un
miracolo.
Crea la vita, la nutre come un piccolo germoglio, la protegge secondo un
istinto primordiale che ha radici nel cuore dell’anima, la fa cresce
insieme a lei assecondandone la forma, mantenendo la femminilità di
sempre. La maternità non è niente di più spontaneo e
semplice, più naturale di respirare.
È la normale conseguenza
di un amore.
Il corpo di una donna è un
miracolo.
Anche mentre si sta spezzando.
E tutto intorno a te diventa
accecante, stringi i denti per soffocare un urlo, l’ennesimo, serri le
palpebre per non vedere l’espressione di puro terrore di tuo marito. E
l’unica cosa che vuoi è che finisca presto, che quel peso sul tuo
corpo – sul tuo cuore – sparisca per sempre, qualunque cosa
comporti.
E lo sai bene cosa comporterà, la fine di questo strazio.
Non senti più nemmeno le
parole dei medici, le carezze delle infermiere.
Pensi a quello che è stato
della tua vita, ne ripercorri ogni tappa come in un percorso a ostacoli.
L’amore di tuo marito, certo. Ti ricordi quanto ha lottato per
conquistare te, quella ragazza bellissima e spensierata che tutto sognava
tranne di ottenere l’amore dello shinobi
più forte del Villaggio. Ricordi i vostri balbettii impacciati quando
stavate insieme, i suoi regali – quei fiori così rari – e
poi la proposta di sposarlo. Non sei mai stata più felice di quel giorno, quando tutta Suna
era ai vostri piedi, per celebrare le nozze. E poi com’è finita?
Quand’è cambiato?
E strozzi un gemito nella gola,
ti accasci sul cuscino sudato dopo l’ultima, fortissima doglia.
Ma ancora non è finita.
No, se ci pensi bene altre
immagini ti si presentano, tu la felicità l’hai toccata più
volte. Due, per la precisione. Prima tua figlia – te la ricordi quanto
era fragile, vero? E la paura di tuo marito di prenderla in braccio per non
romperla – e poi tuo figlio – non faceva che dormire, e passava con
una facilità estrema da un pianto isterico a un sorriso sdentato, suo
padre non smetteva di cullarlo.
L’ultima spinta, ma non hai
più la forza di lottare. Sprofondi inerme nelle lenzuola, il nero ti
avvolge piano.
Ora chi si occuperà di
loro? Chi passerà ore a pettinare Temari, chi
canterà le ninnananne a Kankuro? Ci
sarà un’altra donna che prenderà il tuo posto con i tuoi
figli? Un’altra che consolerà tuo marito, che lo stringerà
a sé quando avrà dei dubbi? Una che gli accarezzerà i
capelli, che gli dirà parole gentili e rassicuranti, e che lo
farà addormentare stretto al suo seno?
Una che accetterà tutto, come hai fatto tu?
Non hai alcun futuro. La tua vita
finirà tra poco.
Ti rimane la forza di maledire quel
Villaggio che ha firmato la tua morte.
E mentre quel bambino, causa
innocente del tuo dolore, ti viene strappato dal grembo, insieme alla tua vita,
nasce in te l’ennesima illusione.
Gli lasci in eredità la
tua protezione perfetta, i tuoi sogni ora saranno reali. Sei stata
un’ottima mamma.
[500 parole]
E’ solo che,
quando capisci che è tardi, faresti di tutto per recuperare. (Fabio
Volo)
***
Mese
due.
“E alla fine, il principe
sposa la bella principessa…”
Il bambino chiuse gli occhi,
muovendosi appena nella copertina azzurra. Karura si
appoggiò allo schienale morbido, stando seduta evitava le vertigini, ma
la stanchezza di una gravidanza la avvertiva comunque.
“La storia però non
dice mai cosa succede dopo…”
Guardò l’aria
immobile oltre la finestra, il tempo scandito dai respiri assonnati del
bambino.
“Sai,
Kankuro? Ci penserò io a farti vivere felice e
contento, come nelle fiabe.”
Gli
sorrise, iniziando a cantare una ninnananna, chiusa nel suo sogno dorato.
Alla sera svanivano tutte le nausee.
Fuori, l’eco di una
battaglia lontana.
[100
parole]
***
Mese
tre.
Sei davvero tu quella nello
specchio?
Ti porti una mano sul ventre
ancora piatto, muovendola piano – in una prima, impacciata carezza a quel
bambino che porti con te. Lasci che
il largo vestito ti ricada lungo i fianchi e ti fissi ancora.
Sei ancora tu. Quei soliti
capelli biondi un po’ ribelli, quei lineamenti delicati e dolci, quel
sorriso caldo e ricco di speranza.
Ma i tuoi occhi?
Dov’è finita la
scintilla di allegria, l’entusiasmo frizzante che li alimentava le scorse
volte?
Sarà colpa di quel senso
di inquietudine che ti ha colpito da giorni e che non vuole lasciarti andare?
Tuo fratello è in missione, ti ha fatto avere sue notizie ieri. Il fronte
a nord è ancora sotto assedio, ma sembra che le cose si risolveranno
presto. Lui sta bene, per ora, e ti prega di non affaticarti – anche
volendo, non potresti, sei un cristallo prezioso da tenere in mostra, tu.
E comunque alla guerra ci sei
abituata, ormai, questo tuo mondo non può proprio farne a meno. Gli uomini non possono farne a meno.
Ultimamente poi, le cose sembrano precipitare verso il peggio – un
baratro ce l’ha un fondo?
Ti porti una mano alla guancia,
leggermente più piena del solito. Il tuo corpo si gonfia troppo presto,
ogni volta, ma non hai tempo per futili vanità femminili. Tuo marito non
se ne accorgerebbe lo stesso…
Ah. Da come i tuoi occhi si sono
stretti, forse ciò che ti agita l’hai trovato.
Beh, ma lui è il Kazekage, ti ripeti, e il tuo Villaggio ha bisogno di lui
– più di quanto tu, sua moglie, abbia bisogno di lui?
I tuoi occhi sono stupiti, nello
specchio, perché non puoi provare invidia o gelosia, hai accettato di esserne vinta
insieme alla sua proposta di matrimonio. Quindi, che succede ora? Perché
adesso?
Ti stringi lo stomaco con le
braccia, trattenendo la nausea.
Non è il caso di sentirsi
male, il tuo bambino deve crescere forte e sano.
E poi?
Poi vivrà in questo mondo
di infinite guerre e deboli tregue, sarà spedito al fronte come tuo
fratello, sarà lontano quando sua moglie incinta avrà bisogno di
lui, e…
Il periodo critico delle prime
settimane è passato, Karura. Non lo sai, ma
tuo figlio già si muove in te, lui nascerà (lui vivrà).
Ma cos’è che incrina
il tuo sguardo nello specchio?
Da dove viene quel buio che
spegne i tuoi occhi?
[400
parole]
***
Mese quattro.
“Ti dona questa nuova
cicatrice, sai?”
“Ti donano questi nuovi
chili, sai?”
“Che cos’hai detto?!”
Karura
gli si lanciò contro, facendogli il solletico, attenta a non toccare
quel braccio fasciato.
“Ferma!
Sei pure ingombrante!” si ribellò l’altro,
sottraendosi alla presa.
“Bene, tregua”
acconsentì, sdraiandosi sul letto bianco d’ospedale accanto al
fratello, riprendendo fiato.
“Non credi che siamo un
po’ grandi per queste cose?” chiese, mentre la donna intrecciava le
mani sulla pancia leggermente gonfia. “Sei la moglie del Kazekage…”
“Non è ancora
vietato” gli sorrise.
Lui le accarezzò una mano,
piano.
“Yashamaru…”
continuò lei, seria. “Pensi che finirà mai?”
Lui la fissò,
indecifrabile. “Il Daimyo non concede rinforzi.
Al nord è stato un massacro, e l’ovest è minacciato da Konoha…”
Karura
sospirò. “Ricordi quando da piccoli inventavamo le forme del fumo
oltre il deserto?” Lui annuì. “Questo Paese non sa mantenere
la pace…”
“Ho dei regali per Temari e Kankuro”
cambiò discorso, allegro, “glieli darò entro la
settimana…”
“Devi ripartire di
già?”
Stava bene così.
Con la sua famiglia. Lui e i suoi
due figli.
“E’ il mio
dovere.”
E un volo di farfalle nello
stomaco.
Ma Karura
non sapeva dire se fosse il suo bambino, o la solitudine costante.
[200
parole]
***
Mese
cinque.
Questo non te lo aspettavi, eh?
Eri abituata ad addormentarti da
sola, nel tuo letto, ma tuo marito come al solito ti
ha sorpreso. È entrato nella vostra camera e ti ha abbracciato stretta.
Tu, stupita, non hai potuto far
altro che accettare il suo silenzio, ed ora sei lì, che gli accarezzi i
capelli gentilmente, mentre lui ti stringe come se fossi la sua anima –
quella che sta abbandonando.
Ti dice che non sa più che
fare, che le forze di Suna si sono dimezzate, che non
c’è tempo per pensare a un altro piano – e tu davvero non capisci di che sta parlando.
Ti assicura che ha pensato a
tutto, ma che proprio non c’è soluzione, e che gli anziani hanno
ragione. Parla anche del bene del Villaggio – sì, ma a te che
importa?
Da quanto tempo era che non lo
sentivi così vicino? Te lo ricordavi così bello? Ti ritrovi ad
arrossire per quel pensiero infantile, tu, che sei sua moglie e gli hai
già dato due figli.
Stai bene fisicamente, se non
fosse per quella pancia che cresce lenta, sbilanciandoti appena. E ti imbarazzi
pensando che lui non stia poi così comodo sul tuo grembo. Lui, che amava
riposare con la testa sulle tue gambe, all’ombra del pomeriggio, e che
ora vedi per la prima volta piangere.
Si dispera, stringendoti forte e
arricciandoti il vestito. Dice che non sa che fare, che devi aiutarlo a
decidere.
E tu pensi soltanto che sia
ancora perfetto ai tuoi occhi. E che lo sei anche tu ai suoi, se ti chiede
aiuto. E lo ringrazi piano.
Ti dice che è disposto a tutto.
Che ti ama.
E sei talmente presa a lasciar
scivolare via quella lacrima, che non fai caso a quel movimento innocente. Il primo,
di tuo figlio.
[300
parole]
***
Mese
sei.
“Che è
successo?”
“Karura,
torna nella tua stanza, non è il momento.”
“Che è successo a
mio fratello?” insistette, afferrando il braccio del marito, incurante della
sua scorta personale, e della propria scenata nel corridoio.
“Non. Ora.”
La donna lo lasciò,
intimorita, mentre l’uomo spariva nella sala del consiglio. Rimase sola,
in quel palazzo sempre trafficato.
Appoggiò le spalle al muro
per riprendersi dalla corsa, poi tornò nella sua stanza, accarezzando il
ventre per calmarsi.
Attese, seduta immobile sul
letto, guardando la giornata soleggiata fuori dalla finestra – era
davvero tutto così bello lontano da lì?
Voleva solo dormire per un
po’, le notti ormai erano insonni. Il bambino scalciava, e suo fratello
non rispondeva alle lettere.
Poi, quella mattina, le avevano
detto che era ritornato. E aveva trovato Yashamaru
coperto di sangue, incosciente, circondato da medici.
Questo Paese non sa mantenere la pace…
Si ritrovò a piangere,
silenziosa e stanca.
I suoi due figli e suo fratello. La sua famiglia…
Un’altra fitta la
colpì allo stomaco.
“Karura”
il Quarto entrò nella camera dopo un tempo infinito. Lei si
rialzò, stupita. Lo guardò negli occhi seri e profondi,
leggermente arrossati. “La guerra all’ovest è più
dura del previsto.”
Osservò il suo viso fiero.
Era stato facile innamorarsi di un uomo pronto a risolvere ogni problema.
“Da soli non ce la faremo. Abbiamo bisogno di un’arma…”
Le sue mani tremavano appena. Lei
abbassò le palpebre. Quante volte l’avevano accarezzata?
“…Chiyo-sama
si occuperà di tutto. Serve solo un contenitore per il demone.”
La sua voce, dolce e vibrante
insieme. Lo amava così
tanto… Ed era così stanca.
“…Il bambino.
Sigilleremo Shukaku al suo interno.”
Karura
chiuse gli occhi, sospirando.
Stava sicuramente vivendo
l’incubo del sonno che desiderava, nonostante quei sentimenti che
urlavano dentro di lei.
Eppure, la pelle del ventre
continuava a tirare.
[300
parole]
***
Mese
sette.
Qual è il senso della tua
vita?
Morire in cambio di un’arma
definitiva e potente?
Prima era tutto perfetto, tuo
marito ti corteggiava, ti regalava quei fiori che coglieva chissà dove
oltre il deserto, anche dopo il matrimonio. Solo per te.
E’ sempre stato premuroso.
Perché ora tu sei
l’ultimo dei suoi pensieri? Perché una guerra lontana che non
conosci deve distruggere la tua vita?
La felicità è
effimera, aveva ragione chi te lo diceva. Il potere può davvero cambiare
così tanto le persone? Anche l’uomo perfetto che amavi?
La tua vita in cambio di quella
altrui. È il prezzo per aver amato.
Tutto questo non ha senso. Vuoi
piangere e urlare, ma non cambierebbe nulla. Ti limiti a tremare, quando la
verità si affaccia prepotente.
Non vuoi morire, sei troppo giovane. E quel bambino… tu nemmeno lo
conosci! Non dovevi nemmeno rimanere incinta, è stato un caso.
Eppure lui avrà la tua
forza, gliela stai passando in questi mesi, e se la prenderà, insieme
alla tua preziosa vita. Nessun ringraziamento, nessuna gloria, per te.
E allora perché tutto
questo?
Tuo figlio ormai riconosce la tua
voce, ti capisce.
E l’unica cosa che ha
imparato da te, è non voglio.
[200
parole]
***
Mese
otto.
“Mammina, posso stare
qui?”
Temari
entrò nella stanza, dirigendosi verso il letto dei genitori senza
aspettare la risposta.
Karura
sorrise dolcemente alla figlia, aiutandola a salire sulla sponda alta.
“Temari,
non dovresti essere a dormire?” la sgridò pacatamente.
“Fa troppo caldo”
chiarì, scuotendo la testolina contornata da quattro codini spettinati.
Come era possibile iniziare una guerra in quel clima inospitale?
“Che hai combinato
qui?” domandò l’altra, passandole una mano sui capelli.
“Ti sei pettinata da sola?”
“Sì” rispose
euforica.
“Lascia che sistemi la
situazione, vuoi?” propose.
La piccola poggiò la
schiena contro il fianco della madre, permettendole così di sistemarla.
“Che ne dici di una nuova
acconciatura?” chiese, sciogliendo i nastri colorati.
“No!”
“Non sei grande per quattro
codini?”
“Mi piacciono” ammise
semplicemente. “E poi così ci metti più tempo a
pettinarmi.”
Se tutto potesse tornare come prima…
Karura
sorrise, districando i nodi. “Lo zio ti ha regalato un libro di
fiabe…”
“Non mi piacciono.”
“Perché?”
“Le principesse sono
noiose. Passano la vita ad amare un principe e a lasciarsi
salvare” evidenziò, con l’esperienza dei suoi tre anni.
“E’ bello essere
amati, Temari.”
E se il principe fosse invece il cattivo? La principessa riuscirebbe a
non amarlo più?
La bambina scosse le spalle.
“Preferisco essere uno shinobi che una
principessa.”
In questo mondo di guerre…
“Da domani torno a darti la buonanotte, promesso” le sorrise.
Perché quel sogno dorato si stava sgretolando così?
“Tu devi
guarire dal fratellino. Come sta?”
domandò, portando le manine sulla pancia prominente della madre.
“Sta bene…”
Purtroppo. Perché pesava così tanto?
Eppure Temari
sorrideva di fronte ad una pancia, immaginando chissà cosa.
Che quel sentimento dentro di
sé, di amore e protezione verso tutti
i suoi figli, non fosse poi così sbagliato?
“Temari”
la chiamò. “Sai cos’è una promessa?”
La bambina rifletté un
istante. “E’ quando il principe dice che salverà la
principessa, o quando gli shinobi dicono che
finiranno le missioni. Vero?”
“Esatto. È una cosa
seria. Una promessa lega due o più persone per sempre. Ti senti in grado di mantenerla?”
“Sì.”
“Promettimi che non
lascerai mai soli i tuoi fratelli, d’accordo?” Almeno tu.
La bambina fissò la pancia
gonfia, poi il viso della madre, adagiata sui cuscini che le alleviavano il
peso sulla schiena.
Una promessa lega due o più persone per sempre.
“Sì.”
E non l’avrebbe mantenuta.
Karura
la vide sorridere, baciandole la fronte.
Che quel bambino non fosse un mostro?
[400
parole]
***
Mese
nove.
A cosa è servito amare?
Gli occhi di tuo marito sono
freddi, come i vostri sentimenti.
Hai paura,
manca poco ormai, e farà male.
Era sbagliato essere felici?
Afferri la balaustra per non cadere,
ti sporgi dal balcone e urli tutta la tua rabbia.
Maledici quel Villaggio che ha
distrutto i tuoi sogni.
Maledici tuo
figlio per la vita che si è preso.
E’ davvero giusto così?
Un grido più forte,
lacrime di impotenza, un dolore acuto. Il terrore ti avvolge, mentre
l’acqua scorre tra le tue gambe.
Sfidi il sole, e giuri vendetta.
Ma la guerra ormai è
persa.
[100
parole]
***
Epilogo.
Ci sono delle sere in cui sembra
che ad un tratto, dal nulla, alcuni pensieri vengano illuminati da una consapevolezza
tenace. Come se fossero sempre stati lì, chiari e nitidi, e apparissero
improvvisamente splendenti, tanto che, nonostante lo sforzo, è
impossibile non essere abbagliati dalla loro semplicità.
Pensieri umani, fragili come il
vetro e pericolosi come una scheggia. Pensieri sui cui è meglio non riflettere, gli altri giorni.
Aspetti che tuo marito si infili
sotto le coperte, e che come ogni sera sospiri pesantemente, portandosi le
braccia sugli occhi. Gli sorridi avvicinandoti, felice che quei gesti siano
conosciuti solo da te.
“Come è andata
oggi?”
E solo allora lui ti guarda.
“Pare che il fronte a nord
sia debole, il Daimyo ha chiesto di inviare
rinforzi.”
Ti piace sentirlo parlare, anche
di cose lontane che non vuoi capire.
“Per questo sei stato in
consiglio così a lungo?”
“C’è anche il
problema della siccità di quest’anno da risolvere” ti fa
sapere, mentre gli sfiori il braccio con la mano.
“Temari
e Kankuro stanno bene, oggi hanno giocato nella
serra” lo informi poi.
Quella famiglia felice, quel sogno dorato finalmente raggiunto.
“Devo pensare a chi affidar
loro come sensei…” risponde.
“C’è
tempo” gli fai notare, poggiando la guancia sulla sua spalla, mentre lui
resta immobile.
Le cose non cambiano all’improvviso, non è possibile.
“Questa guerra sarà
difficile, ma devo imporre la mia forza al Daimyo,
così mi rispetterà” continua lui.
“Certo.”
“E’ l’unica
soluzione, vedrà la vera forza di Suna!”
La guerra di cui parla è
così lontana, mentre lui così vicino e caldo.
Non per te però.
Ci sono sere che ti ritrovi da
sola a riflettere, e nel silenzio della notte i tuoi pensieri risultano
amplificati, chiari come l’acqua.
“Espanderemo i confini del
Paese, vedrai” sempre così distante, lui, a parlare di cose a cui
non vuoi pensare. Le battaglie, i ninja, il potere.
Tu devi proteggere i tuoi figli,
i tuoi sogni, tutto ciò che non ti riguarda è meglio che non
esista.
Se ne occupa lui del resto, come
si è sempre occupato di te. Non è sbagliato desiderare una
famiglia, è quello che vuole ogni donna. Vivere in pace. Essere amata.
Ci sono sere però in cui
la consapevolezza ti tormenta, e tu vorresti solo continuare a sognare.
È normale cercare di essere felici.
“Sarei disposto a tutto pur
di vincere questa guerra” e tu sei disposta a tutto per la tua famiglia.
Ma quel dubbio, l’illusione
che nulla sia cambiato, inizia a logorarti dentro come un tarlo fastidioso che
continua a cercare attenzione.
Per fortuna, accade solo in rare
sere.
“Mi dovevi dire qualcosa
stamattina?” ti chiede, mentre chiude gli occhi. Non è poco
interessato, è soltanto stanco…
Va bene continuare a illudersi
che sia tutto perfetto, splendente come il migliore dei sogni.
Non è tardi, puoi sempre
recuperare.
“Tesoro…”
E sei convinta che ci riuscirai, perché
dentro di te è nato un miracolo che non si può ignorare.
Andrà tutto bene,
vedrai.
“…aspetto un
bambino.”
[500 parole]
Once you
will know my dear
You don't have to fear
A new beginning always starts at the end.
[ Un giorno saprai, mia cara
Non devi temere
Un nuovo inizio comincia sempre alla fine. ]
Mother Heart – Within Temptation
Fine
Note finali: dato che un po’ tutti mi hanno preso bellamente in
giro per le mie note finali estremamente lunghe, ho deciso di tagliarle XD
Il sottotitolo
vuol dire: “quando un principe azzurro non ama
la sua damigella in pericolo” (dato che ho tentato di dargli un taglio
anche fiabesco, anche se senza lieto fine). Il titolo è nero perché
non ci vedo nessun altro colore per questa storia.
Ho
scelto Karura per due motivi, il primo è che
in lei vedo ben contrapposte la maternità e la guerra, suo figlio in
fondo è diventato l’arma della Sabbia, e mi è sembrato
interessante andare ad approfondire i suoi sentimenti al riguardo.
Il
secondo è che è un personaggio di cui non si sa nulla, descritto
indirettamente dagli altri. Però anche lei era una donna, e in quanto
tale mi rifiuto di credere che sia stata così superficiale da odiare suo
figlio a priori. Ho tentato di renderle un minimo di giustizia.
So
che di lei non si sa nulla, ho quindi ricostruito il suo carattere e i suoi
pensieri da piccole cose, ad esempio dalle pochissime scene dell’anime
che la ritraggono e da quello che è scritto su Wikipedia.
Sullo
stile che ho usato, i capitoli con i dialoghi aumentano di parole nel tempo,
come se le altre persone la spingessero a rimanere con loro e non la volessero
abbandonare, mentre i capitoli introspettivi sono sempre più brevi:
all’inizio lei riflette sulla sua vita, ma dopo determinate scelte non ce
n’è più bisogno, niente ha più senso e lei non
può opporsi. Non è un caso che i capitoli inizino sempre con una
domanda (tranne il mese due, dove c’era ancora una parvenza di pace), a
cui però non c’è risposta. Come non c’è
risposta alla guerra e alle atrocità che ha portato con sé, come
appunto la morte di Karura.
Complimenti
anche alle altre partecipanti, anche per aver condiviso con me questo
bellissimo contest, passerò a commentare tutte le vostre fic appena possibile, promesso!
Riporto
il super giudizio delle due giudici:
Urdi
-Grammatica e lessico: 10, non ho notato errori e si legge
splendidamente
-Interpretazione della citazione e attinenza alla stessa: 10
interpretazione perfetta
della citazione di Volo e anche della canzone che hai scelto. La tematica
è rispettata, anche se si estende a tutta la famiglia, trovo che la tua descrizione serva a far capire meglio il
personaggio di Karura. Racconti di guerra e
maternità con parole che arrivano dritte al cuore.
-Trattazione dei personaggi: 9.5, davvero ben trattati. Non hai creato
una Mary Sue parlando di un personaggio sconosciuto come Karura,
ma hai cercato di capire come potesse sentirsi, basandoti su poche
informazioni. A mio avviso hai fatto un ottimo lavoro.
-Originalità: 10, la fanfic è
molto originale e mi piace tantissimo l’idea di dividerla in brevi
capitoli che dalla fine tornano all’inizio. Fino ad ora non avevo mai
letto nulla di così particolare sulla famiglia Sabaku.
Commento: A dire la verità la tua fanfic
si spiega molto bene, tanto che quello che hai detto nelle note tu lo hai
voluto specificare per paura che non fosse arrivato, ma io l’ho capito.
L’ho capito così bene da arrivare ad avere le lacrime agli occhi.
C’è una madre, c’è la guerra sempre presente nella
sua vita e c’è una anche una donna innamorata (di marito e figli).
Hai mescolato tutto in modo semplice, grazie anche a questa impostazione
leggermente insolita. Devo ammettere che l’ho trovata piacevole. Alla
fine una madre non pensa solo ed esclusivamente al bambino, ma anche ai
cambiamenti (nel corpo e nella vita. Lui mi amerà ancora, sarò
bella, vivrà sereno, rimarrò sola…?) e a quello che capita
durante tutto il periodo della gravidanza. Hai saputo dare
un’interpretazione molto buona di tutti i protagonisti, cercando di
capire come potessero comportarsi a seconda della situazione, senza
estremizzare nulla.
Tu dici che la guerra è marginale, ma la sua presenza è comunque
costante e si avverte sempre man mano che si va avanti nella lettura.
Oltre a questo, hai dato spazio anche alla figura di Yashamaru
che, per quanto potesse essere secondaria, è stata sicuramente
importante nella vita della donna (erano anche gemelli mi pare, quindi il
legame doveva essere per forza profondo). E sì, Karura
è stata portata all’odio… Ti faccio i miei complimenti, sei
stata impeccabile.
Aya88
Grammatica e lessico:10
Grammaticalmente non ci sono errori, mentre il lessico è ricercato e
privo di improprietà.
Interpretazione della citazione e attinenza alla stessa: 8.5
La fanfiction sviluppa in modo coerente la citazione,
infatti ci presenta senza mai divagare una Karura consapevole che il suo sogno di una famiglia felice
è ostacolato dalla guerra,un sogno a cui tuttavia non riesce a
rinunciare. Per rientrare di più nel tema del contest andava però
posto maggiormente l’accento sull’impossibilità della donna
di garantire la serenità presente e futura dei propri figli, e quindi
sui sentimenti determinati da una simile situazione.
Trattazione del personaggio: 9.5
L’amore per il marito e per i figli, il dolore, la solitudine e le
speranze di Karura sono descritte molto bene, come
anche i contrasti interiori a proposito di Gaara. E
nonostante si sappia poco di lei, sei riuscita a trattarla in modo realistico.
Originalità: 9.5
L’impostazione della fanfiction –la
divisione che segue i diversi mesi di gravidanza, l’inizio che
corrisponde alla fine e viceversa, e l’alternanza degli stili –
è molto originale, come originale è anche il soffermarsi sul
rapporto tra Karura e il Kazegake.
***
Se voleste lasciare un segno
della vostra presenza con un commentino, mi fareste
solo piacere ^^ Grazie.
Risposte alle recensioni:ringrazio tutte per aver diviso con me la vittoria *_* Grazie mille dei commenti!
Amrlide: Karura ha sempre interessato anche me, lei che portava la vita dentro di sé, ma che sapeva che sarebbe morta dando alla luce il figlio. Non so come ci si possa sentire, e spero che nel mondo reale queste cose non capitino. Ti ringrazio tantissimo per il commento *-* mi hai detto una cosa bellissima, che le ho reso giustizia. Era l'unica cosa che volevo. Grazie.
Rinalamisteriosa: ciao ^^ su Karura non si sa praticamente nulla, tutte le informazioni su di lei sono indirette, dai ricordi di Gaara. Ma è una donna, ed è una madre, e un minimo di giustizia lo merita anche lei, soprattutto per quello che ha passato. Alla fine lei non odia Gaara, gli ha dato la protezione della sabbia morendo per lui. Io invece non avevo mai letto nulla su Karura, sai? XD non sapevo ci fossero fic su di lei. Grazie mille del commento *-* e dei preferiti!! ciao.
valy88: è il mio tema, sì. Volevo difendere Karura, sempre bistrattata, perché so che sarò una pessima mamma, un giorno XD Ti ringrazio per tutti i tuoi complimenti (che so essere veri). La scena con Kankuro ormai è tua :P quella con Temari, sono contenta che l'hai citata. Temari è l'unica che si rende conto delle cose (Kankuro è troppo piccolo), e che tenta di sistemarle ingenuamente, con un sorriso. Ma ho distrutto anche lei, oltre la madre, il padre e lo zio XD In lei ci ho visto un dolore "futuro", per il fatto dei codini. Detto sinceramente, quella pettinatura è ridicola! La prima volta che l'ho vista ho quasi sputato il bicchiere d'acqua (ero a pranzo), quindi perché non vederci angst dietro? Era la pettinatura che le faceva la madre, e che lei continua a fare per non dimenticarla (quello forse è l'unico ricordo che ha. Tu ricordi quando avevi 3 anni? Io ricordo solo che piangevo tanto XD). La scena col marito invece piace anche a me, mi piace vederlo debole ogni tanto. E il fratello... beh, sai come la penso sui fratelli. Grazie mille per tutto (_ _)
Saeko no Danna: grazie mille a te per il commento! Io non ho mai letto fic su Karura, ma so che parlano di lei come quella che odiava il figlio, e basta, e del marito come quello pazzo che odiava la moglie. Ho provato a vederci un po' di più sotto, non possono essere così piatti come personaggi, no? O forse sono solo tanto romantica io XD Ma sono contentissima che anche tu condividi la mia visione, davvero!
Sul fatto dello stile, anche io preferisco la 3^ persona, ma penso che nelle introspezioni a volte ci stia bene anche la 2^, quindi ho deciso di alternare un po'. Lieta che tu abbia apprezzato ^^ Grazie mille ancora, sei stata proprio gentilissima.
bambi88: ah, meno male! Io ero convinta che questa mia visione fosse tutto il contrario della tua! Vabbe' che alla fine pure qui qualcuno muore, anche se non è il qualcuno che intendi tu :P Sono contenta che ti sia piaciuta *-* io vedo romanticismo un po' ovunque, pure tra questi due (ma ovviamente non disdegno qualche scappatella della qui presente Karura con noi-sappiamo-bene-chi XD). Grazie mille del commento e dei complimenti! E non sei una pessima recensitrice, condensi tutto in breve, ma dici tutto quel che serve, anche più del dovuto con tutte quelle belle parole ç_ç Ciao ^^
Lalani: ciao ^^ ti ho già risposto altrove al tuo commento, ma voglio aggiungere cose: uno, ho giocato un po' con lo stile, tipo iniziare dalla fine e finire con l'inizio, o alternare seconda e terza persona, perché altrimenti era solo la descrizione di una gravidanza, e sai che noia XD sono contentissima che ti sia piaciuta questa cosa *-* due, sono contentissima anche che ti siano piaciuti i personaggi! sapendo poi che li hai mossi pure tu ^^ tre, abbiamo gli stessi gusti musicali XDDD da James Blunt ai Within Temptation XD Che bello ^^ Grazie mille per il commento! A presto ^^
Syra44: di Karura non si sa nulla, non è mai apparsa nella serie, si conosce il suo aspetto per una foto e ciò che pensava dai ricordi di Gaara, quando pensa allo zio (per cui, il ricordo è indiretto, e possibilmente falsato. Da qui la mia idea). A me piace, perché di solito passa per "quella che odia suo figlio", invece forse c'era altro. Non che qualcuno lo sappia, nemmeno Kishi probabilmente! Ma mi ci sono divertita ad immaginarmela (anche se è stato un parto questa fic XD tanto per rimanere in tema). E dato che l'idea di parlare di lei forse era un po' banale per un contest sulla maternità, allora ho deciso di provare uno stile un po' particolare, quindi tanti capitoli di parole nette, l'alternanza della seconda e terza persona, il variare dei personaggi, ecc... Sono felicissima che la cosa ti sia piaciuta *-* doveva stupire, in effetti. Quindi grazie, grazie per i complimenti e per il commento ^//^ E figurati per il ritardo! La fic è qui, non scappa mica, quando hai tempo e quando ti va commenti, altrimenti pazienza XD non le devi mica leggere tutte ^^ Grazie ancora per le belle parole, ciao! ^^