Strani amori a casa Phantomhive

di Seira Katsuto
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Era un giorno tranquillo a Casa Phantomhive, da un po' di tempo che non si avvertivano movimenti sospetti dalla malavita inglese.
Il conte così decise che avrebbe approfittato di quel periodo per rilassarsi in tranquillità, rimanendo comunque in allerta per eventuali richieste da parte della regina.
Fu proprio nell'esatto istante in cui si sedette sulla sua poltrona a sorseggiare del té di Ceylon che tutti i suoi piani di un periodo di riposo vennero sventati.
Perché... Perché devono sempre trovare il modo per rovinarmi una vacanza?
Questo pensava il giovane conte nel vedere il suo caro amico Soma aprire la porta con un busso davanti a sé.
<< CIEEEEEEEEEEEEEEEEEL!!! >> Urlò il principe per poi gettarsi a braccia aperte verso il povero malcapitato.
Di risposta Ciel prese il suo bastone e fece lo sgambetto al principe che cadde a clamorosamente terra.
<< Aaah che cattivo... sei sempre crudele con me Ciel!>> Affermò imbronciato il ragazzo.
<< Che cosa ci fai qui Soma >> Chiese con freddezza il conte.
L'altro si rialzò e ritornò a sorridere << Ho saputo che ultimamente non avevi lavori da svolgere e credevo ti stessi annoiando così ho deciso di venire a trovarti per farti compagnia >>
Il padrone di casa rimase impassibile di fronte a tutta quella energia.
In fine si ritrovò semplicemente a sospirare, si preannunciava una giornata del tutto forché tranquilla con quella belva in casa. Sì, belva.
Di fatto in un solo pomeriggio era riuscito a devastare completamente ogni stanza della villa e Ciel insieme ai suoi servitori dovette provare a fermalo [invano] con ogni mezzo.
Alla fine arrivò sera, il principe era stanamente tranquillo, anche se non aveva smesso di parlare neanche un secondo durante la cena e grazie a Dio si addormentò di colpo appena finito di mangiare (no per una volta Ciel non c'entrava nulla, non aveva somministrato del sonnifero nel cibo).
Agni dopo aver messo a dormire il principe si scusò mille volte col conte per il comportamento indisciplinato del suo padrone.
"Che giornata" pensò il nobile dirigendosi verso le sue stanze.
Si rilassò sulla sua poltrona un attimo per riposarsi e assimilare ciò che era successo quel giorno.
Quel maledetto principe lo aveva reso esausto, tra i due probabilmente quello che si annoiava era lui.
Sbuffò chiudendo gli occhi per poi sorridere.
Mah, in fondo è come avere un fratellino pestifero in casa, non è così male dopotutto.




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