A thousand years {and a thousand more}

di Oducchan
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Nome autore (su forum e sito): Oducchan su entrambi
Titolo storia: A thousand years {and a thousand more}
Fandom: Chihayafuru
Personaggi: Taichi Mashima, Chihaya Ayase, Arata Wataya, Yuusei Nishida
Pairing: slight Arata/Chihaya/Taichi (interpretabile sia come romanticamente che come platonicamente)
Introduzione: Taichi vorrebbe non amarli, ma non può
Note dell’autore: è il mio primo tentativo di scrivere su Chihayafuru, e forse non dovrei cominciare con un qualcosa da presentare a un contest, ma… almeno avevo la scusante per farlo X°°°°D l’OT3 è l’OT3, ma non voglio forzare la lettura in quel senso. Cioè, che Taichi sia cotto di Chihaya non è un mistero, che Chihaya covi qualcosa per Arata nemmeno, che Arata forse ricambi non lo so (non sono in pari col manga e mi manca la seconda stagione dell’anime), ed è anche vero che per quanto sia geloso marcio Taichi non nutre astio per Arata, bensì molto affetto e tanta frustrazione (spero che le cose non siano precipitate, ma era tanto felice anche lui quando Arata è tornato a competere ç/////ç). Quindi. Può essere una threesome romantica, può essere un amore platonico tra amici.
Poi, alla fin fine, è solo uno sproloquio senza senso che spero possa far piacere leggere.

Questa storia partecipa al contest ‘In sole 110 parole... o quasi! ’ indetto da Mokochan sul forum di EFP.


 
 
A thousand years
{and a thousand more}
 

Lei è come fuoco, e quando allunga i palmi per sfiorarla, Taichi ne rimane bruciato. Vorrebbe smettere di amarla, ma non può.
Lui è come ghiaccio, e quando prova a raggiungerlo Taichi trema, tendendo le dita intorpidite. Vorrebbe odiarlo, ma non può.
Taichi si sente così piccolo, così misero, una nullità di fronte al loro talento; sa che dovrebbe lasciarli andare, permetter loro di spiegare le ali e raggiungere assieme la perfezione.
Ma non può.
 
 
-Mashima?-
Taichi scuote il capo, ignorando Nishida e il sudore che gli gronda dalla fronte.
-Un'altra!-
Può solo continuare a giocare, e pregare il dio del karuta di salvarlo dall'eterna dannazione di non poter far altro che amarli, con tutto se stesso.




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