Una classe nello spazio

di Marta_Chan
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«Ciao, io sono Allegra e questa è...»
«Kalìa.»
«Vi vorremmo raccontare la storia della nostra classe, in particolare di Lucia e Andrea.»
«A mio parere, tutti dovrebbero conoscere questa storia: amore, dramma, nausea, diabete, polipi spaziali giganti...»
«Hai ragione, ma raccontiamogli un po' della nostra scuola, altrimenti non capiscono niente.»
«Mi pare giusto. Io inizierei con una presentazione un po' generale, con una descrizione del luogo per esempio. Allegra, vuoi avere tu l'onore?»
«No dai, non vorrei mai toglierti questo piacere e poi sei più brava di me con le parole.»
«E va bene allora, cominciamo. Noi veniamo dal pianeta Vakary C8-FB (sì, se ve lo state chiedendo c'è anche Vakary C8-FC; l'androide che gli ha dato il nome non aveva molta fantasia), che si trova in un galassia poco distante da voi...più o meno...»
«Qualche miliardo di anni luce circa...»
«Irrilevante. Comunque, questo pianeta è un po' come la Terra, solo più piccolo e sviluppato. Del genere, noi abbiamo teletrasporti, case hi-tech, robot e androidi. Prendete me per esempio, io sono una ginoide.»
«Andando avanti, la nostra scuola si chiama "14"  in ricordo del quattordicesimo androide, l'inventore del Fradarco, un chip che noi usiamo per comprendere tutte le lingue dell'universo a noi conosciute.»
«Mio eroe.»
«Kalìa, non gli abbiamo spiegato come funziona la nostra scuola.»
«Pensavo lo volessi fare tu. Vabe', vado io. La scuola, da noi, inizia a sei anni e ne dura tredici. All'inizio di questa storia ci troviamo nella nona classe, che conta ben venticinque studenti, noi due comprese. E, ovviamente, ne fanno parte anche Andrea e Lucia.»
«Ti ricordi il nostro primo giorno di scuola? E il loro primo incontro? Oh, ti ricordo quando lei si innamorò di Robertogio?»
«Ancora rido. Era così pazza di lui che non riusciva a vedere la sua bruttezza. Poi, dopo questa prima cotta, è arrivato Andrea ed è proprio qui che sono nati i problemi.»
«Già, non faceva altro che parlare di lui, fargli regali e...sbavare.»
«Ti prego, non ricordarmelo. Però è da dire che la storia con Robertogio non è durata molto. Che dici, gliela raccontiamo tutta?»
«Ma sì, tanto moriremo comunque.»
«Allora ti lascio il posto. Nel frattempo vado a sbarrare le porte: Lucia potrebbe entrare con una pistola laser da un momento all'altro e noi non vogliamo interruzioni di alcun genere, sopratutto se includono la morte e lo spegnimento eterno.»




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