Timeless

di _Akimi
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{409 parole – A kiss on the cheek}
7 anni

 
Eren osservò Armin abbastanza a lungo da notare il rossore delle sue guance, un paio di ciuffi biondi gli ricadevano flosci e umidi sulle gote color porpora e con i denti sfiorava il labbro inferiore, fine e screpolato, ormai in procinto di piangere.
Il grembiule azzurro con uno dei suoi supereroi preferiti era ormai divenuto di un celeste scuro, attaccato agli abiti leggeri che indossava sotto di esso.
Un paio di fini gocce solcavano il suo collo pallido, finendo con il nascondersi al di sotto del colletto della divisa, facendolo singhiozzare infreddolito.
Era rimasto lì, in un angolo della piccola sala dei giochi, rannicchiandosi tra i numerosi modellini di macchine e bambole per evitare di essere guardato, vergognandosi di come il suo piagnucolare riecheggiasse nella camera silenziosa.

Alcuni bambini lo guardavano divertiti dal suo comportamento, si congratulavano con Connie e Jean, migliori amici nella classe, che avevano lanciato un simpatico gavettone al biondo, ora preso da spasmi di freddo.
Così, Eren aveva cominciato a sbraitare contro i due rumorosi compagni: aveva tirato un calcio contro il banco di Jean, facendogli cadere tutti i suoi pennarelli, e poi aveva nascosto nel grembiule di Connie uno dei piccolo rettili che conservavano accuratamente nelle teche per le lezioni di scienze, ridendo non appena Springer si era messo a gridare e a muoversi convulsamente per tutta l'aula.
Armin, invece, non aveva smesso di piangere, ma non appena Eren era stato sonoramente sgridato dalla maestra Petra, vittima anche di una fastidiosa tirata d'orecchi, aveva deciso di asciugarsi il viso e di avvicinarsi all'aggressivo Jaeger, stringendolo in un abbraccio imbarazzato, ma dolce.

«Non mi ha fatto male, sono forte, lo sai?»
Eren bisbigliò vicino al suo collo e il respiro caldo contro la sua pelle morbida gli provocò un brivido lungo la schiena, arrossendo non appena la punta dei loro nasi si sfiorò, facendo sorridere allegramente Jaeger.
«Lo so, grazie.» Armin mormorò timidamente; lasciò che Eren gli sistemasse i capelli lontano dalla fronte e, prendendo silenziosamente coraggio, il biondo avvicinò le labbra umide alla sua guancia, schioccandogli un piccolo bacio che fece arrossire l'altro che, pur di evitare il suo sguardo, si voltò verso la lavagna, ove Mikasa aveva osservato quella scena intima sin dal principio.
«Sei stato gentile.»
La precaria disattenzione di Jaeger permise ad Armin di stringere le spalle, un sorriso contento ad illuminargli il volto e le mani che tremavano appena, desiderose di poter stringere Eren ancora contro il proprio petto.




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