Grazie, Kate di PaperHero (/viewuser.php?uid=877148)
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Grazie, Kate
Stava
accarezzando i capelli della figlia, placidamente addormentata nel suo
letto, finalmente serena dopo aver trascorso quei giorni lontana da
casa. Aveva avuto paura. Eccome se ne aveva avuta. Il timore di
perderla per sempre l’aveva perseguitato per giorni prima che
decidesse di prendere quell’aereo per Parigi per riaverla al suo
fianco. L’aveva fatto per lei. Solo per lei. Nessuno poteva
portargli via la sua
bambina.
Se solo ripensava a quelle giornate, si sentiva male, facendogli venire
un groppo in gola. Gli occhi gli diventarono lucidi mentre toglieva la
mano dai capelli della figlia e rimase a guardarla dormire, seduto sul
bordo del letto, vicino a
lei.
Era talmente concentrato a guardare i tratti tranquilli e distesi della
ragazza che non si accorse che qualcuno aveva aperto la porta ed era
entrato nella stanza.
Si risvegliò dalla sua contemplazione quando senti due braccia
avvolgerlo da dietro e l’ormai familiare profumo di ciliegia
invadergli le narici. Un brivido gli percorse il corpo mentre sentiva
la sua musa lasciargli un bacio sul collo. Chiuse gli occhi mentre la
sua musa gli sussurrava un – Andiamo a letto, Rick. Hai bisogno
di riposare- all’orecchio per evitare di svegliare
Alexis.
Richard lanciò un’ultima occhiata alla figlia prima di
annuire con la testa. Aveva paura a lasciarla ma iniziava a sentire la
stanchezza di quei giorni sulle spalle e poi adesso si trovavano a
casa, al sicuro. Non sarebbe successo
niente.
Si alzò dal suo posto e, insieme a Kate, abbandonò la
stanza. Non prima di avere augurato una buonanotte alla ragazza.
Kate si trovava sdraiata sotto le coperte, in attesa che il suo Rick
uscisse dal bagno. Non poteva immaginare come si potesse sentire
l’uomo. In quegli ultimi giorni, l’aveva visto stanco,
preoccupato e angosciato davanti alla prospettiva di perdere la figlia.
Ma non solo. Aveva tirato fuori un lato che non immaginava esistesse
sotto quell’aria da eterno bambino che portava sempre. Un lato
che, come gli aveva spiegato lui stesso, usciva solo quando le persone
da lui amate erano in pericolo. Che gli faceva compiere delle
sciocchezze come quella di prendere un aereo per Parigi senza nemmeno
avvertirla. Si era spaventata molto ma per fortuna sia lui che Alexis
erano ritornati a casa sani e
salvi.
In quel momento, senti il rumore dell’acqua che veniva spenta e
la porta del bagno aprirsi. Né usci un Richard Castle con
indosso solo un paio di boxer addosso e un asciugamano tra le mani, con
cui prese ad asciugarsi i
capelli.
Kate era rimasta imbambolata davanti al suo fisico modellato dalla
palestra e dal nuoto. Quella vista fece spuntare un sorriso sulle
labbra dello scrittore. Sorriso che fu ricambiato dalla detective,
contenta di veder spuntare finalmente un sorriso. Erano giorni che non
lo vedeva sorridere.
– Si sta godendo lo spettacolo, detective?- chiese Castle,
mantenendo il
sorriso.
Le gote della detective si colorarono di rosso mentre rispondeva con un – No, Castle – poco convinto.
Quest’ultimo rise e s’infilò una maglietta e un paio
di pantaloni prima di fiondarsi sotto le coperte. Quando fu disteso, la
prima cosa che cercò fu l’abbraccio di Kate. Sapeva che ne
avevano bisogno
entrambi.
Rimasero in silenzio, godendosi la presenza l’uno
dell’altro. Castle che accarezzava con gesti dolci la schiena di
Kate mentre quest’ultima lo stringeva a sé, disegnando dei
cerchi sul suo
petto.
– Ho avuto paura, Kate – pronunciò lui, rompendo il
silenzio che si era venuto a creare - Per un momento, ho pensato che
non avrei mai rivisto la mia bambina viva- continuò, il tono che
incominciava a
incrinarsi.
– Lo so, Rick. Ma adesso Alexis è qui, a casa, insieme a
noi. Non corre più alcun pericolo- cercò di
tranquillizzarlo e alzando il viso per poterlo guardarlo negli
occhi. Occhi che erano diventati
lucidi.
– Ma se non fossimo riusciti a salvarla? Se lei fosse morta prima
che io arrivassi a Parigi?- le lacrime avevano preso a scorrere sulle
sue guance – Se quel sangue che abbiamo trovato sul furgone non
fosse stato dell’autista ma suo?
Se…-
- Calmati, amore.- lo bloccò lei, posandogli un dito sulla bocca
– Non è successo niente di tutto questo, per fortuna. Non
continuare a colpevolizzarti per questo. E’ merito tuo e di tuo
padre se siete riusciti a uscirne vivi tutti e tre.- continuò,
asciugandogli le guance e lasciando che lo scrittore posasse la testa
su di lei.
Lo strinse forte a sè, passandogli la mano tra i capelli e
lasciandogli qualche bacio di tanto in tanto. Sentiva le lacrime del
suo uomo bagnarle la maglietta che indossava e il suo corpo era scosso
dai
singhiozzi.
Quando i singhiozzi iniziarono a scemare, Rick rialzò il viso e
mormorò:- Grazie,
Kate-
Aveva gli occhi rossi e gonfi per via del pianto e le sue guance era
rosse e bagnate. Kate gli sorrise prima di passargli una mano sul volto
per cancellare le ultime tracce delle lacrime.
– Always- disse la donna, prima di baciare l’altro sulle
labbra
- Always- rispose l’uomo, rispondendo al bacio della compagna.
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