Io e te, noi.

di Keyrim
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Fisso il nero gelido schermo del mio cellulare aspettando un tuo messaggio che so non arriverà.
È appena iniziata l'estate ma la pioggia non accenna a fermarsi ed i venti freddi continuano imperterriti. Spezzano i rami degli alberi e fanno danzare le giovani foglie ovattando il mio ormai muto grido.
Utilizzo spesso e volentieri il computer, ho un ottimo rapporto con la tecnologia lo sai ma, nonostante riconosca la loro utilità, non amo parlare con le persone a cui tengo via messaggio o tramite l'ausilio di un microfono e di un impianto audio.

Non con te.

Le uso solamente perché sono ciò che ci permette di parlare e di abbracciarci nonostante la temporanea distanza che c'è tra noi.
Sto continuando ad aspettare un tuo messaggio perché, dopo la breve discussione di ieri sera.
Hai smesso di rispondermi ed hai fatto altro mentre io non ho smesso di pensare a te, di pensare a ciò che siamo chiedendomi se effettivamente "noi" siamo qualcosa o solo il modo più corretto e veloce di dire "io e te."
So che non mi scriverai, non per cattiveria o per farmi un dispetto ma, semplicemente, per l'orgoglio, lo stesso che sta rendendo infinita la già immensa distanza che vi è tra, ormai, me e te.




Questa è la prima delle quattro parti in cui è divisa la storia,
spero ti sia piaciuta.




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