Cry in the darkness

di Enderman
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Cry in the darkness :  prologo
 

 

Corri...

Non pensare, corri e basta... 

Hai i CELL alle calcagna...corri finché puoi. 

Proteggi i tuoi cari, perciò corri. 

 

Corri e spera di salvarti,  inizia a pregare... 

 

-Henry,  non è il momento delle visioni, abbiamo un problema. L'evacuazione? -  disse la voce di un giovane, alla mia sinistra. Eravamo barricati come topi nel bel mezzo di una struttura militare,  in una stanza con uno specchio a forma di ferro di cavallo. Una bella giornata insomma. 
- La radio non funziona, dobbiamo cavarcela da soli- dissi mentre mi avviavo verso lo specchio, che aveva qualcosa di anomalo. Sfiorai la superficie avvicinando la mano finché non la trapassò come fatta di gelatina. La ritirai e mi girai dicendo- Ace, dobbiamo attraversarlo. È un portale o una porta, ci tirerà fuori di qui-
Lui si alzò dubitante e s'immerse completamente nel gel. 
Una pallottola mi colpì alla nuca, ma fu inutile dato che la corazza da battaglia avanzata, la nanotuta, la deviò. Mi girai di scatto e con la mitragliatrice recuperata prima e iniziai a fare fuoco su tutto ciò che era vivo mentre indietreggiavo, fino a buttarmi di schiena nel portale...

Non vidi molto nitido, dato che l'energia della tuta era stata scaricata dal passaggio del gel, ma riuscii a riconoscere Ace, sebbene sotto forma di un cavallo grigio scuro, con coda e criniera marroni. Era accasciato a terra, come me ma privo di sensi. Vedendo delle figure in lontananza alzai la mano sinistra, anche se al posto di essa c'era uno zoccolo. Dunque ero anche io un cavallo... 
Quelle sagome erano quadrupedi, azzardai l'ipotesi che fossero dei lupi ma venne subito cestinata dal fatto che fossero di legno. Chiusi gli occhi stanco... Ricordo quell'odore fetido disturbarmi le narici, prima di svenire. 





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