THERE’S
NO HONOR IN REVENGE
Mystic
Falls 2011
Allison
non sapeva come era riuscita ad arrivare in Virginia senza andare a sbattere
con l’auto eppure ce l’aveva fatta. Era stata dura perché la febbre le
annebbiava la vista a tratti e perché la testa le faceva così male che sembrava
dover esplodere da un momento all’altro. Ma era arrivata.
La
villa dei Salvatore era esattamente come la ricordava; gotica e imponente, un
piccolo gioiello di pietra in mezzo ad un verde in un piccolo angolo di
paradiso di quella cittadina piccola e bizzarra.
L’ultima
volta che c’era stata era troppo tempo prima perché potesse ricordare
esattamente quanto. Allora conosceva solo Damon ma né lui né Stefan vivevano lì
e il maggiore dei due era stato ben lieto di darle libero accesso alla fornita
biblioteca.
Allison
aveva usato un vecchio diario di Stefan per cercare informazioni che le avevano
permesso di risolvere un caso, poi aveva lasciato quel posto assicurandosi che
non rimanesse traccia del suo passaggio.
Ora,
a distanza di tanto tempo, la casa era di nuovo abitata e Stefan e Damon
avevano bisogno di aiuto.
Non
l’avevano chiamata né glielo avevano chiesto in qualche modo, ma lei lo sapeva.
Lo sapeva perché aveva un dono che molto spesso somigliava di più ad una
maledizione; a volte vedeva le cose prima che accadessero e da quando aveva
fatto infuriare quella vecchia strega a Springfield non aveva smesso per un
solo istante di vedere immagini confuse e sfocate dei due fratelli in pericolo,
di una ragazza dai capelli castani e di un uomo elegante e distinto dotato di
un fascino che incuteva timore.
Quando
aveva consultato un’altra strega, una di quelle buone, per chiederle come far
smettere quelle visioni lei le aveva detto che l’unico modo per far sì che
smettessero era di affrontarle e affrontarle significava guidare fino a Mystic
Falls e vedere che diavolo stava succedendo.
Quanto
all’essere realmente di aiuto, vista la febbre forte che la affliggeva e il
freddo innaturale che sentiva, aveva dei dubbi ma valeva la pena tentare.
Parcheggiò
sul vialetto e scuotendo il capo per scuotere via un brivido raggiunse la porta
e bussò due volte. Passò qualche secondo e poi Stefan aprì.
“Allison?”
disse a metà tra la domanda e non. “Che ci fai qui? Stai bene?”
“Ciao
Stefan” rispose lei deglutendo a vuoto. “Anche se non sembra sono qui per
aiutarvi.”
“Che
vuoi dire?”
“Ti
spiegherò tutto” gli disse Allison. “Ma dentro perché qui fuori si gela.”
La
donna entrò senza aspettare un invito e senza aspettare il padrone di casa
raggiunse il soggiorno dove sapeva esserci un grande camino. Lì trovò anche
Damon, la ragazza dai capelli castani e l’uomo affascinante della sua visione.
“Allison,
che cavolo ci fai qui?” le domandò Damon alzandosi e guardandola passargli
accanto come una freccia verso il fuoco acceso. “Hai un aspetto terribile. Stai
bene?”
La
cacciatrice scosse il capo. “No, una dannata strega mi ha lanciato una specie
di incantesimo e da allora continuo a vedere tutti voi nella mia testa” spiegò
in modo confuso. “A proposito, sono Allison” si presentò agli unici due che non
conosceva.
“Io
sono Elena” rispose la ragazza avvicinandosi per poggiarle una coperta sulle
spalle, scoprendo che scottava. “Tu scotti.”
L’altra
annuì stringendosi addosso la coperta. “Grazie” sussurrò con un sorriso. “E tu
sei?” chiese all’uomo in completo elegante.
“Elijah
Mikaelson” rispose lui guardandola intensamente. “E questa è una riunione
privata.”
“Oh
credimi, Elijah Mikaelson, stare qui non mi diverte affatto ma continuo ad
avere delle visioni che mi fanno capire che state correndo un grosso pericolo e
se non vi aiuto a risolverlo questo tormento non finirà mai. Quindi
aggiornatemi.”
Elijah
guardò Elena in cerca di una qualche delucidazione ma lei scosse il capo
puntando lo sguardo su Damon.
Quest’ultimo
bevve tutto d’un sorso il suo bourbon e sospirò. “Credo che faresti meglio a sederti
dolcezza e” disse ad Allison riempiendole un bicchiere. “Avrai bisogno di
questo.”
Allison
si preparò ad ascoltare.
****
Un’ora
dopo la situazione per Allison era più che chiara; c’era un vampiro pronto a
trasformarsi in Ibrido spezzando una maledizione. Per farlo aveva bisogno di
uccidere Elena che era una Doppelgänger. L’aspirante Ibrido rispondeva
al nome di Klaus Mikaelson ed era il fratello di Elijah.
Elena
voleva sacrificarsi per il bene degli altri, Stefan voleva lasciarle fare le
sue scelte e Damon voleva che tutti andassero al diavolo perché di sacrificare
la bella ragazza non ne voleva sapere.
Allison
aveva ascoltato tutto e poi, quando Elijah aveva iniziato ad elencare i motivi
per i quali voleva il suo stesso fratello morto, si era messa a sedere sul
divano e aveva preso a fissare il fuoco persa nei suoi pensieri.
Quello
che il vampiro diceva sembrava giusto, tutte ottime motivazioni, ma c’era
qualcosa nella sua voce che Allison conosceva fin troppo bene. Era il tono di
chi è combattuto.
“Non
c’è onore nella vendetta” mormorò convinta che nessuno l’avrebbe sentita.
Elijah invece la sentì.
“Chiedo
scusa,” le disse. “Potresti ripetere?”
Allison
fece un grosso respiro, lo guardò per un istante, poi tornò a guardare il fuoco
scoppiettare nel camino. “Dal modo in cui mi guardi e mi parli ho la sensazione
di non piacerti molto ma voglio comunque dirti una cosa, Elijah” iniziò. “So
che pensi che uccidere tuo fratello e avere la tua vendetta in nome del resto
della famiglia che lui ha sterminato, ti farà sentire meglio… E la verità è che
ti sentirai meglio, per più o meno cinque minuti. Poi realizzerai che uccidendolo
non solo sei diventato come lui ma hai anche ucciso l’unica famiglia che ti
rimaneva, e il senso di colpa ti travolgerà” fece un grosso respiro prima di
continuare, la sua voce l’unico rumore nella stanza. “Proverai a convincerti
che hai fatto la cosa giusta, che se lo meritava e non c’era speranza per lui,
ma non riuscirai a toglierti dalla testa il pensiero che forse c’era. E a quel
punto ti renderai conto che non c’è onore nella vendetta. Ti accorgerai che è un
sentimento per vigliacchi e per deboli; per i primi che non hanno il coraggio
di provare a cambiare le cose anche quando sembra impossibile e per i secondi
che non hanno la forza di perdonare.”
Elijah
mise le mani nelle tasche, sentiva gli occhi di tutti sopra di sé ma non riusciva
a staccare i suoi dalla donna febbricitante seduta sul divano.
“Se
mentre sei lì pronto a vendicarti, ti accorgi che c’è ancora una scintilla di
bontà negli occhi di tuo fratello, fai la cosa giusta e risparmialo” riprese
Allison dopo un istante di silenzio. “Poi salvalo e fallo lasciando che sappia
che non ti arrenderai con lui, non finché avrai vita. Fagli sapere che non lo
odi perché credimi… non importa quanto cattivo sia o quanto si atteggi ad
essere invincibile, posso dirti con assoluta certezza che nessuno lo odia più
di quanto lui odi se stesso ma forse non ha mai avuto qualcuno per cui valesse
la pena provare a cambiare. Sii quel qualcuno per lui Elijah e scoprirai che
nel perdono c’è molto più onore che nella vendetta” la donna distolse lo
sguardo dal fuoco. “Sembra che tutti pensiate che stanotte sia la notte giusta
per uccidere ma forse è la notte giusta per salvare.”
Calò
il silenzio nella stanza e silenzio rimase per alcuni lunghi istanti. Poi Damon
si alzò e si avvicinò ad Allison. Si piegò sulle ginocchia e le prese le mani
sorridendole con gentilezza.
“È
ovvio che stai delirando a causa della febbre” le disse sarcastico. “Riposati
mentre noi aiutiamo Elijah ad uccidere quel folle di suo fratello.”
Allison
diede un rapido sguardo proprio al vampiro Mikaelson. Rimase seduta vicino al
fuoco mentre tutti lasciavano la casa.
****
TRE
ORE DOPO
Allison
sobbalzò quando si ritrovò Elijah davanti, lì in piedi nella camera di cui si
era appropriata come ospite. Si sentiva meglio ma tremava ancora di freddo e
aveva pensato che forse era il caso di farsi una bella dormita prima di
ripartire.
“Che
ci fai qui?” chiese al vampiro scuotendo poco il capo.
“Ho
seguito il tuo consiglio” rispose lui con calma.
“Lo
so. Damon mi ha telefonato in preda all’ira sostenendo che per colpa mia e
delle mie commoventi parole sulla famiglia Klaus è ancora vivo e la zia di
Elena invece no.”
“Damon
è impulsivo, aggressivo, convinto di dire e fare la cosa giusta anche quando
invece fa tutto il contrario” le disse Elijah. “È arrogante e anche se ha un
fratello non credo abbia ancora davvero capito il senso della famiglia. Tu
invece sembri aver capito molto delle dinamiche familiari, così tanto che mi
viene da pensare che quando hai detto quelle cose in realtà non era a me che
stavi parlando, ma a te stessa.”
Allison
abbozzò un sorriso. “Ti racconterò la mia storia un’altra volta, ora vorrei
riposare ed è meglio che tu vada.”
Fece
qualche passo in avanti, barcollando e per poco non cadde. Le braccia di Elijah
la afferrarono con decisione prima che accadesse e il tempo sembrò fermarsi per
un istante quando i loro sguardi si incrociarono.
“Hai
detto delle cose sagge prima ma hai sbagliato su una cosa” le disse lui a voce
bassa. “Non è vero che non mi piaci, tutto il contrario. C’è una luce nei tuoi
occhi che mi ricorda cosa amavo dell’essere un umano, una luce che mi ridà
speranza in qualche modo. Non perderla mai Allison.”
“Ci
proverò” sussurrò lei guardandogli le labbra per un secondo. E senza pensarci
troppo avvicinò la sua bocca a quella del vampiro e vi posò sopra un bacio
leggero. “Buona fortuna con tuo fratello, Elijah” gli disse quando quel
contatto si interruppe.
Lui
le accarezzò piano i capelli. “Spero di rivederti un giorno. Prenditi cura di
te.”
Sparì
lasciando una scia calda a farle compagnia ed Allison sorrise smettendo di
tremare.