Ufficialmente uno sciocco
Ufficialmente
uno sciocco
La sala da pranzo di Grimmauld Place
quella sera era molto affollata.
Buona parte dei membri
dell'Ordine
della Fenice avevano accettato l'invito a cena di Molly e i ragazzi
si godevano una delle ultime serate d'ozio prima della fine delle
vacanze natalizie.
Gli ospiti, ormai
sazi, scostarono le
sedie dal lungo tavolo di legno e si aggregarono in gruppetti di
due-tre persone per chiacchierare un po'.
Tonks sedeva tra Ginny
e Hermione e
ogni tanto gettava un'occhiata nella sua direzione.
Che illuso,
pensò Remus, era
sicuramente Sirius ad attrarre lo sguardo della giovane Auror.
Felpato, seduto
accanto a lui, era
troppo felice di avere tanta gente attorno per rammaricarsi
dell'imminente ritorno a scuola del figlioccio. I capelli gli erano
ricresciuti e gli coprivano parte del volto come quando era un
adolescente, ed erano ancora lucidi, neri e folti come allora,
nonostante l'età e la reclusione ad Azkaban. Sirius ne
sviò una
ciocca dagli occhi con un movimento elegante della testa e Remus vide
che Tonks intercettava il gesto del cugino.
Roso dalla gelosia,
Remus serrò i
denti fino a farli scricchiolare. Non capiva se Sirius lo facesse
apposta, se il suo scopo era sedurre qualcuno... e se quel qualcuno
era Ton...
La voce dell'amico lo
raggiunse da
molto, molto lontano.
“Remus?”
“Mpf?”
“Stai
digrignando i denti.”
Remus
rilassò la mascella.
“Nervosetto,
eh?” gli chiese
Sirius, riempiendogli il calice di Whisky Incendiario. “Toh,
manda
giù.”
“E questo a
cosa dovrebbe servire?”
“A
rilassarti. Bevi.”
“È
così che approcci le donne?”
commentò piccato.
Sirius
pensò si riferisse all'alcol.
“No. Non ho
bisogno di farle
ubriacare, io, lo sai benissimo,”
rispose e, perplesso dalla
piega assunta dalla discussione, aggiunse: “E neppure tu.
Siamo i
Malandrini, per Merlino, non dei Mocciosus qualunque! Chi altro
potrebbe cadere tanto in basso, a parte lui?”
ridacchiò,
abbozzando con un dito il naso adunco di Severus.
Remus non riusciva a
credere che
l'amico fosse tanto ingenuo, pensava davvero che lui avesse qualche
possibilità in più con le donne, rispetto a
Severus? Qualsiasi mago
era mille volte meglio di un lupo mannaro!
“Comunque,
'fanculo le donne. Ho
altre priorità,” asserì Sirius,
osservando di sottecchi Harry.
“Meglio
così,” tagliò corto
Remus.
Tonks si era alzata e
aveva lasciato la
sala da pranzo dopo un veloce saluto: quella sera era di turno al
Ministero della Magia.
Remus si
affrettò a seguirla: temeva
che si Smaterializzasse prima che riuscisse a parlarle e nella fretta
le andò a sbattere contro, minando il suo già
precario equilibrio.
La afferrò per un braccio prima che ruzzolasse a terra.
“Razza di
zampa di Troll...!” gli
urlò contro lei e quando lo riconobbe arrossì
leggermente. “Ops.
Non pensavo fossi tu.”
“Pensavi a
Sirius,” grugnì Remus,
arretrando di un passo.
Tonks
aggrottò la fronte.
“Veramente no.”
Attorcigliò
una ciocca di capelli rosa acceso attorno al dito. Era dannatamente
carina. “Ooookay. Io dovrei proprio andare...”
Remus si rese conto di
averla osservata
troppo a lungo muto e con un'espressione ebete.
“Ci hanno
messo in coppia,” le
disse. Voleva trattenerla ancora per qualche minuto.
La ragazza, confusa,
alzò le
sopracciglia.
“Domani
dovremo ispezionare Nocturne
Alley. Assieme,” le spiegò. “Non l'ho
deciso io,” chiuse
velocemente, spaventato da un suo possibile fraintendimento.
“Lo so,
controllo spesso i turni di
Malocchio, sono così contenta quando capito con
te.”
Qualcosa
sfarfallò nello stomaco di
Remus.
Tonks
infilò la variopinta ciocca tra
i denti e la mordicchiò, le guance contratte come se stesse
trattenendo una risatina.
“Ma io non
ci metto becco, eh, sia
chiaro,” precisò. “Mai fatte pressioni a
Malocchio in questo
senso.”
Remus
ripiombò coi piedi per terra: si
stava rendendo ridicolo, povero stupido che non era altro, se lei non
gli era scoppiata a ridere in faccia era solo perché gli
faceva
pena.
“Hai passato
tutta la sera a
parlottare con Sirius,” cambiò discorso la ragazza.
Il cuore di Remus si
pietrificò:
quindi i suoi timori erano fondati!
Disse la prima cosa
che gli passò per
la testa.
“Io sono
più giovane di lui, sai?”
Era probabilmente l'unico, microscopico vantaggio che avesse rispetto
a Sirius. “Un anno in meno.”
In realtà
avevano solo quattro mesi di
differenza, ma Sirius era nato l'anno precedente al suo, quindi
tecnicamente non era una menzogna.
Tonks si
immobilizzò per un istante,
poi spalancò la bocca.
“Cosa-cosa?
Sul serio? Ma è
in-cre-di-bi-le!”
Remus
avvampò. Era preparato a una
reazione di blanda sorpresa, non all'esternazione di un tale
sconcerto, che lo ferì profondamente.
“Sapevo che
non l'avresti mai detto,”
mormorò, sforzandosi di abbozzare un tiepido sorriso.
Un pugno gli
sfiorò l'avambraccio.
“Ma dai,
stavo scherzando, quanto sei
sciocco!” rise Tonks, e per un attimo sembrò sul
punto di
accarezzargli il viso, invece ritrasse goffamente la mano.
Probabilmente si era immaginato tutto, ma era così sollevato
che la
delusione lo sfiorò appena.
“Stavo
pensando che allora non mi
sono persa il tuo compleanno.”
Remus batté
le palpebre.
“Come?”
“Sirius l'ha
festeggiato a novembre,
tu, invece...”
“Io sono
nato in primavera... Magari
la sera del mio compleanno saremo di turno assieme.”
Che bel regalo,
sarebbe stato!
Tonks sorrise.
“Se vuoi,
potremmo trascorrerlo
assieme anche se Malocchio non ci accoppia.”
Remus era troppo
felice per
risponderle.
“Quanti anni
compirai?” domandò
quindi lei.
“Trenta...
trentasei.”
Tonks
fischiò.
“Troppi,
vero?” le chiese.
“Sei
ufficialmente uno sciocco. Sarà
un bel compleanno. Beh, ora devo proprio scappare, a domani.”
Lo lasciò
lì, impietrito dalla gioia.
“A
domani,” replicò, quando lei se
n'era già andata da un pezzo.
Remus e Tonks mi sono
mancati
moltissimo in questi mesi, ritorno con questa piccola storia, spero
vi piaccia. Mi scuso per la long che ho abbandonato, è stato
un anno
difficile. Sono ripiombata nello straordinario mondo delle malattie
infantili, e non è stato proprio il massimo XD
*Ringrazio Isidar per
i suggerimenti*
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