young killer

di Lettrice_del_mondo
(/viewuser.php?uid=947794)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Le luci sfarfallavano, la vista di un elettricista era solamene un lontano miraggio ormai da settimane. Lo stidulo sottofondo di mille api pungenti richiamava gli squilli insistenti dei telefoni, poggiati sulle scrivanie o attaccati alle pareti grigie e poco rassicurative. L'abitacolo era colmo di uomini e donne, lavorandi o richiedenti, chi si sedeva, gli occhi abbandonati, chi preparava pratiche e continua lo strazziante lavoro. Un'uomo, dietro la scrivania, leggeva alcune informazioni sul grosso portatile sporco, era bianco, tempo prima, quando era stato acquistato, oramai, però, era ricco di tutti i  colori tranne il bianco, lindo e pulito bianco.

L'uomo grassotto cercava di leggere l'e-mail che li era appena arrivata ma, con tutto quel rumore che lo accompagnava come in un valzer, sembrava avesse davanti agli occhi un turbine di venti focosi, il terreno smembrata da un terremoto sperdeva le lettere, facendole sparire, o prendendo esempio dall'uragando Catrina, divorava le lettere come ombrelloni della California. Quando, però, sembrava, ormai , giunta la quiete, ecco che Catrina attaccò, di nuovo. La porta aperta per il troppo vento, un alto vento distruttivo. Le lacrime si diffondevano come pioggie interminabili, gonfie nubi grigiastre macchiavano il suolo di nero mascara, gelido ghiaccio, macchie scure e taglienti come vetri estivi, spiaggiati tra le rive marine, scurite da frequenti raggi solari, unici compagni d'avventura.

No, quella non era un'avventura. Era tutt'altro. Sofferenza.

《 Paul. 》 la donna sussurrava quel nome tra le lacrime forzate, come se una parte di lei non volesse che piangesse ma, l'altra, ne avesse bisogno per sopravvivere. 《 Paul. Paul. 》 L'uomo cicciottello acchiappò la donna, la sorresse. 《 Non ce la faccio. Non ho retto. 》 singhiozzava aspre parole, dolci suoni taglianti come mille corde di violino suonate da bottigilie rotte.  《 Pa... Paul.Lui... 》 L'uomo portò la donna in un ufficio, una donna più magra li seguì dopo, chiudendosi la porta dietro le spalle.

《 Devi raccontarmi cosa è successo. Tutto. Non tralasciare nulla, nessun dettaglio. 》 La donna minuta, i capelli legati in una treccia stretta come mille fili elettrici, pulì le mani della vittina in lacrime, silenziosa, piano, come carezze, per calmarla. 《 Devi dirmi tutto. Tutto ciò che ha fatto. Okay, Lola? 》

Lola, silenziosa, iniziò a raccontare. L'altra agente, veloce, sfuggì dalla chiusura della porta, la mano strettaa alla pistola.

Le parole di Lola sussurrate come un segreto, quella sera. La finestra aperta faceva entrare una fresca breccia d'aria, promessa di tacere gli oscuri segreti. Segreti racchiusi fino alla morte.

La pioggia scendeva, il terreno diveniva fangoso, la lacrime erano assenti, come la lapide, solo una piccola pietra.

 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3474951