Portraits of modern lives

di Osage_No_Onna
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Ritratto n˚3: La dea in terra
 

Il suo nome correva per la bocca di tutti i ragazzi del suo quartiere, da chi confessava di voler farle almeno un complimento per “saggiare il terreno” a chi consigliava loro di desistere e si lamentava della sua freddezza. Lei ne era consapevole, ma non gliene importava niente.
Lei era superiore e di fronte a quelle inutili avances rideva sprezzante e scappava via.
E se si trovava di fronte a delle teste calde, consigliava loro di leggere la parola impressa in caratteri cubitali dorati sulla sua maglia rossa preferita: dovevano ficcarsi bene in testa che non si sarebbe mai piegata alle loro richieste.
Eppure, per quanto potesse essere sdegnosa e calcolatrice, per quanto spesso le augurassero di patire ciò che lei faceva soffrire loro, la sua bellezza era la più potente calamita per gli sguardi di quelle zone.
Era un’ immigrata di seconda generazione e questo spiegava il cognome cinese. Parlava ancora la sua lingua madre e spesso la adoperava quando veniva presa da emozioni improvvise. Aveva il corpo flessuoso del giunco, color della madreperla, occhi marroni dal delizioso taglio allungato, le labbra sottili color del corallo e lunghi, lunghissimi capelli neri e mossi che le danzavano attorno ad ogni movimento: era la sua figura seducente a spingere i suoi mille spasimanti ad assistere ai suoi saggi di ginnastica artistica e non un reale interesse verso di lei, per quanto non si potesse negare che la sua interpretazione di Orinoco Flow avesse molti elementi fuori dal comune.
Tutte le volte che li sentiva sperare in un suo abbassamento al loro livello, nemmeno fosse una dea, non poteva fare a meno di commiserarli: ancora non avevano capito che lei era al loro livello, ma aveva anche un cervello con cui pensare.
Che la spingeva a mantenersi la sua indipendenza.


 




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