I got life

di love_cookies
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Ho deciso di scrivere un finale alternativo e poi proseguire la storia perchè quello originale non mi ha mai convinta, semplicemente mi sembra tirato e con poco senso logico. Spero piaccia ugualmente a tutti i fan di questa magnifica opera ^.^

Claude Bukowski corse come mai in vita sua. Il sudore gli imperlava la fronte e delle lacrime iniziarono a formarsi nei suoi occhi, temeva di arrivare troppo tardi, quando ormai l'aereo era già partito, senza di lui e con Berger a bordo. Non poteva sopportare quell'idea. In un ultimo scatto arrivò all'hangar, il tenente stava per far chiudere il portellone e da dentro una voce rimbombava, una nota familiare, ma questa volta triste e sconsolata “Manchester, England England, across the Atlantic Sea, and I'm a genius genius, I belive in God and I believe that God beleves in Claude, THAT'S ME!”. Quelle ultime note lo fecero rabbrividire. Il portellone si stava chiudendo e non avrebbe più rivisto il suo amico se le ruote avessero iniziato a rullare sulla pista.
“Fermate quel aereo!” gridò a squarciagola, così forte che un brivido lo percorse lungo tutta la schiena, il comandante lo sentì e diede segno di arrestarsi. “Signore” si mise sull'attenti “Riapra, c'è stato un terribile errore! BERGER!”, “Tenente non capisco, rispieghi per favore”. Non ricordava di avere ancora indosso gli abiti che avevano rubato, “Lo riapra e le spiegherò!”. Appena fu possibile vedere l'interno del veicolo Buckowski gridò il nome del suo amico che rispose “Sono qui! Claude non voglio partire ti prego!” e corse fuori andando perfino ad urtare il sergente che lo squadrò e lo ammonì “Se ora te ne vai giovanotto ti faccio richiudere e dichiarare traditore della patria!”. George lo guardò, si slegò il casco e lo fece cadere a terra poi insieme a Claude andarono fino alla macchina ed uscirono dall'accampamento.
“Ehy amico, grazie davvero, senza te ci avrei rimesso la pelle in Vietnam di sicuro!”, Berger non era mai stato sollevato come in quel momento, avvertiva il freddo della morte essergli passato a fianco ed averlo sfiorato mentre ora il sole gli letteralmente entrava dentro e così azzardò un paio di note: “Life is around you and in you, answer for Timothy Leary, dearie let the sunshine, let the sunshine in”. Insieme risero fino ad avere i crampi e fino a che non raggiunsero gli altri componenti del gruppo.

 

 





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