Amo la natura.
Mamma mi ripete sempre che quando mossi i primi passi fu la fine: non c'è stato giorno in cui le mie manine paffute da bambina non siano state sporche di terra. È più forte di me, entrare a contatto con la terra, la pioggia, gli alberi e qualsiasi cosa faccia parte della flora del mio paese. Mi piace tuffarmi nell'acqua fresca quando fa caldo per poi lasciare al vento il compito di asciugarmi, mi piace correre fino a non avere più fiato nei polmoni ed infine riposarmi, sudata e soddisfatta, su un manto d'erba, mi piace scavare nella terra a mani nude per piantare nuovi semi, annusare i fiori del mio giardino, osservare le api che fanno il nido, sentire il sole pizzicarmi la pelle e leggere un libro d'avventura sotto le fronde dei salici.
Purtroppo, le mie gite nella natura selvaggia si limitano a comprendere i dieci chilometri quadri attorno alla mia fattoria: più lontano non sono mai potuta andare.
In famiglia siamo tre: io, cioè Ellie, la naturalista fanatica e un po' schizzata, mio fratello più piccolo John, che tutti chiamiamo Little John da quando abbiamo visto per la prima volta Robin Hood, e mia madre, Serena, una donna buona che pensa solo a come tirare avanti. Io non dico che sbagli a preoccuparsi tanto, dopotutto vuole solo il meglio per i suoi figli, ma ecco... nella vita ogni tanto bisogna improvvisare.
I miei genitori si sono separati quando io ero molto piccola e John non era ancora nato, mio padre per lavoro fa il mantenuto a tempo pieno della sua villa in California mentre noi non ce la passiamo troppo bene. È proprio per questo che non andiamo mai in vacanza e io sono costretta a limitarmi ad esplorare la zona attorno casa mia scoprendo solo maiali e contadini imbufaliti, ma quest'anno tutto è cambiato, quest'anno andiamo in campeggio!
Mia madre ha fatto qualche straordinario, e complice il suo nuovo fidanzato siamo riusciti a racimolare una sommetta sufficiente a mandare sia me che John al campo estivo "Oakland" (no, non la città Californiana: di quel paese ne ho abbastanza).
La mia storia iniziò la mattina del 21 giugno, quando il cielo sembrava più blu e la vita più bella. I ragazzi del campus non sapevano ancora di me, della quindicenne bionda che avrebbe scombussolato le loro vite. In meglio o in peggio, vi starete chiedendo. Beh, credo che la risposta la sappiate.
I guai cominciarono da quando un piede calzante una converse bianca numero 38 si poggiò sul terreno di Oakland dopo un viaggio in macchina durato quattro ore.
E forse, i ragazzi del campus già si erano accorti dell'arrivo di Ellie Cooper.
{ Ciao a tutti, mi scuso per l'assenza del codice HTML, sistemerò tutto nei prossimi giorni! Spero che questo primo capitolo, che è più un'introduzione, vi piaccia! Un bacione. } |