Portraits of modern lives

di Osage_No_Onna
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Ritratto n˚13: La bibliotecaria
 

Viveva appartata, lontana dalla città, in un gioiellino di campagna circondato da appezzamenti che, se non biondeggiavano per l’abbondanza di grano, potevano almeno vantarsi della frescura delle fronde verdi d’ estate, dell’ombra dei fichi e degli olivi, dei grappoli d’ uva e dei pampini nel tempo della vendemmia.
Lei amava inoltre circondarsi di fiori: eliotropi, fresie, viole del pensiero, rose tea e rossi tulipani d’ inverno, e ancora gerani, ortensie, narcisi, giunchiglie, calicanti. Era felice della sua vita semplice, piena anche se così lontana dai piaceri della modernità, e non l’avrebbe cambiata per nulla al mondo.
Tuttavia ogni mattina si alzava presto e, dopo una rapida colazione e un rapido saluto alla sua immensa libreria, la si vedeva allontanarsi dal suo paesino lungo quella strada dissestata e si appostava, lo sguardo acuto e attento di una lince, alla fermata del bus. Non sopportava né il cattivo odore né tantomeno lo smog cittadino, si ripeteva sempre che prima o poi si sarebbe abituata e invece non accadeva mai.
Ma le bastava entrare nella vecchia biblioteca del paese, inspirare un po’ di quell’ odore di carta antica e polvere, salutare con un cenno gentile l’antico mobilio e le scartoffie sulla scrivania e spalancare le finestre per sentirsi nuovamente a suo agio.
Amava la cultura e aveva scelto di dedicare ad essa tutta la sua vita, alla ricerca di una virtù che nemmeno lei sapeva definire.
Ogni giorno studenti universitari un po’ nervosi e visi incartapecoriti dall’ età la salutavano sorridendo, ma lei non si accontentava e avrebbe voluto vedere anche personcine più giovani. Magari di quelle che frequentavano il bar della sorella gemella a cui lei somigliava solo fisicamente…
La sua speranza rimase insoddisfatta fino a quando un giorno, per caso, due giovani dall’ aria smarrita bussarono alla sua porta… e fu subito intesa.




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