That someone
Sono riuscita a finirla! Incredibile ma vero! Ho scritto un'altra shottina sui nostri Mariti alle Hawaii ^_^
Si tratta di un piccolo missing moment dell'episodio 4x18 (Ho'i Hou),
in cui proprio all'inizio Steve e Danny si recano in Cambogia a scavare
una miteriosa tomba (non dico altro per chi non avesse visto
l'episodio).
Spero che vi piaccia, fatemi sapere!
Il titolo è tratto da un verso della canzone "I am" di Bon Jovi,
mentre i versi in introduzione provengono da una delle mie canzoni
preferite in assoluto: "Tougher than the rest" di Bruce Springsteen.
I personaggi
usati appartengono ai loro legittimi autori e detentori dei diritti, la
storia è scritta senza scopo di lucro.
- I'll be there to be that someone -
The road is dark
And it's a thin thin line
But I want you to know I'll walk it for you any time
La notte è chiara fuori
dalla capanna, una grande luna quasi piena illumina la risaia e
può vedere le nuvole di zanzare sollevarsi dall'acqua ferma.
È troppo vecchio per questo,
riflette, osservando un'ultima volta il paesaggio cambogiano. Pensa
alla sua bambina, a casa, al fatto che non ha potuto darle la
buonanotte perché impegnato a saltellare tra i fusi orari dietro
ad un pazzo. Ok, un folle che ama e che stavolta proprio non poteva
lasciar partire da solo.
Non dopo la Corea, Wo Fat e tutto il casino di Doris.
Lo guarda. È appoggiato allo
stipite della capanna e gli da le spalle guardando fuori. Danny, per
l'ennesima volta, pensa che Steve non dovrebbe portare tutta la zavorra
che gli hanno messo sulle spalle i suoi genitori. Non se la merita.
Sospira, mentre chiude il proprio zaino con un po' troppa foga.
Sono arrivati in Cambogia nella
tarda mattinata, poi hanno viaggiato fino a quel villaggio sperduto
dove sono giunti di sera. Danny sa che Steve avrebbe voluto continuare
fino al loro obiettivo, ma è felice di essere stato abbastanza
persuasivo da convincerlo a passare la notte nella capanna che gli
è stata offerta dai contadini. Non è un resort hawaiano,
ma è certo meglio della prospettiva di passare la notte nella
foresta cambogiana, seppure in compagnia del suo Navy SEAL personale.
Con un verso affranto si siede
sulle vecchie stuoie che gli faranno da giaciglio per la notte. Merda
se è duro, ma va bene. Si tratta di una notte, al massimo due,
può farlo, anche se la schiena protesterà per un po'.
Le spalle di Steve sono rigide, la testa appena reclinata contro il vecchio muro sbrecciato.
Danny non vuole che stia lì
a rimuginare sulla montagna di segreti e bugie che ha ereditato. Non
vuole che soffra ancora per tutta questa storia. Non vuole che continui
a chiudere il suo cuore per colpa di due genitori che con l'ansia di
proteggerlo gli hanno incasinato la vita.
Vuole che si stacchi da quel cazzo
di muro e si stenda accanto a lui, tra le sue braccia, al sicuro, dove
nessuno può toccarlo, dove il suo cuore è protetto e
prezioso. Dove lui non è un figlio, un soldato, un fottuto
condottiero senza paura, ma solo Steve. Solo suo.
“Hey.” Lo chiama piano.
Steve gira il capo e lo guarda da sopra la spalla. “Hey.” Ripete dolcemente.
“Perché non vieni a stenderti un po', hai bisogno di dormire.” Suggerisce con tono amichevole.
Lui torna a girarsi verso
l'esterno. “Posso essere efficiente anche con qualche ora di
sonno in meno.” Sentenzia poi.
Danny sente la rabbia salirgli in
gola e deve fare uno sforzo per non saltare in piedi, afferrarlo e
scuoterlo con tutta la forza che ha. Prende un lungo respiro.
“Non m'interessa la tua
efficienza, Steven.” Dichiara cupo, l'amico lo guarda di nuovo.
“M'interessi tu.”
Si fissano per il lungo momento,
poi gli occhi di Steve si fanno più insicuri, correnti di
emozioni sempre controllate li attraversano, l'ombra delle sue lunghe
ciglia gli scurisce gli zigomi. Lui, per contro, si sente
all'improvviso più sicuro, determinato.
“Danny...” Tenta incerto Steve.
“Andiamo, non vorrai lasciarmi tutta la notte da solo con le piattole?” Replica con un mezzo sorriso.
Il suo amico alza gli occhi. Lo ha
colto di sorpresa, non pensava l'avrebbe buttata in umorismo. Passa
subito, ad ogni modo, e spunta uno di quei suoi ghigni idioti che Danny
segretamente adora.
“Non sono certo di essere una compagnia migliore di loro.” Afferma Steve, con un velo d'amarezza.
“Di sicuro sei più carino.”
“Ah, sono carino?”
Danny continua a fissarlo con un
mezzo sorrisetto impertinente. Lui risponde con quella dolcezza che
troppo spesso nasconde o reprime. E non vorrebbe ammettere di sapere
che Steve non guarda così molte persone. Solo te, guarda così, lo sai... No, anche Grace! E questo cambia molto, eh? Scuote il capo abbassando gli occhi e scacciando la sua voce interiore.
Come fosse un segno per lui, Steve finalmente si muove e va a sedersi sulla stuoia al suo fianco.
Steve è seduto con le gambe
piegate, i gomiti sulle ginocchia. Danny gli appoggia una mano sulla
schiena e la muove in una carezza circolare, sperando di farlo
rilassare.
“Lo so che hai paura, babe.” Gli dice piano. “Non hai notizie di tua madre da molto e...”
“Non credo che in quella
tomba ci sia il corpo di mia madre.” Risponde l'altro
interrompendolo. “Le coordinate erano scritte sulla cassetta
degli attrezzi da molto tempo, probabilmente da prima che Doris
fingesse la sua morte, quindi sono abbastanza certo che il cadavere sia
di qualcun altro.”
Si avvicina d'istinto, senza togliere la mano dalla sua schiena. Steve, in risposta, praticamente si appoggia a lui.
“E allora?” Domanda Danny.
“Temo comunque ciò che
troverò in quella fossa.” Confessa l'amico, il capo ancora
piegato in avanti e la voce tirata. “Ho paura delle nuove
domande, delle nuove bugie...”
Le sue spalle si affossano e la
testa affonda ancora di più tra le sue braccia, un sospiro
liquido e stanco lascia le sue labbra. Danny praticamente lo abbraccia,
mentre gli accarezza la nuca.
“Perché tutti mi
mentono, Danny?” Chiede triste Steve, lui si stringe di
più al suo corpo. “Perché, alla fine, tutti mi
lasciano?”
Ora lo abbraccia davvero, lo tira fino a fargli posare il capo sulla sua spalla e gli accarezza la testa.
“Hey, io sono qui.” Gli dice poi, con dolcezza, sorridendo.
Un braccio di Steve si muove e gli
abbraccia la vita. Restano un momento così, cullandosi piano,
poi Danny si scosta un po' e guarda Steve negli occhi.
“Sai che con me non devi farlo, vero?” Gli chiede serio.
“Cosa?” Lo interroga lui.
“Il cavaliere senza macchia e senza paura.” Risponde. “Non sono una principessa, io.”
Steve fa un sorriso piccolo, il
viso ancora appoggiato alla sua spalla. “I capelli biondi e gli
occhi azzurri ce li hai...”
“Cazzone...” Replica mentre gli passa una mano tra i capelli.
Si stendono sulle stuoie, il capo
sullo zaino di Danny. Restano abbracciati e guardano entrambi fuori
dalla capanna, dove la luna si alza lenta.
“Chi lo farà, se non lo faccio io?” Mormora all'improvviso Steve, rompendo il silenzio.
Quindi si gira verso l'amico, lo
guarda intensamente negli occhi. Le sue ciglia sono così lunghe
da sembrare piume. I suoi occhi sono seri ma non può ignorare
quella scintilla di speranza. Danny se lo stringe addosso.
“Ai mostri ci pensa
Danno.” Gli dice con la naturalezza e la convinzione che userebbe
con Grace, poi gli bacia la fronte. “Ora dormi.”
Steve abbassa le palpebre e
sorride, poi si accomoda meglio sulla spalla di Danny. Sa di buono, sa
di casa, di qualcosa di solido. Di qualcuno che resta.
Danny non riesce a dormire e guarda
le travi sul soffitto della capanna. Non è certo comodo essere
stesi su un pavimento in terra battuta coperto solo da una stuoia
mentre si ha addosso centonovanta centimetri di muscoli.
Ma Steve sta dormendo. Il suo
respiro gli sfiora il collo e la sua mano gli pesa dolcemente sullo
stomaco ed è tutto così giusto. Riposa e Danny non voleva
altro da questa notte.
Non sa cosa succederà
domani, cosa o chi troveranno in quella tomba e quanto altro dolore
darà a Steve. Lui è solo un poliziotto e un padre,
nessuno gli ha mai insegnato ad essere un eroe. Ma c'è una cosa
che può fare per quest'uomo: esserci quando nessun altro lo
farà.
Ha capito molto tempo fa che i
sentimenti che prova per Steve sono un po' diversi da quelli che si
provano per un amico, sebbene il più caro. Forse questo non
porterà da nessuna parte e loro vivranno vite parallele che non
si mescoleranno mai. O forse arriverà il giorno in cui uno di
loro avrà il coraggio di fare il passo che potrebbe renderli
felici o rovinare tutto.
Ma non è ancora arrivato
quel momento. Ora può solo stringere Steve un po' di più
e restargli accanto mentre disseppellisce l'ennesimo segreto di sua
madre.
E se il destino gli ha riservato di
essere il pilastro d'appoggio di quest'uomo, allora svolgerà il
suo compito con tutta la forza e l'amore che ha dentro di se.
|