Frammenti di ricordi

di Eleanor_
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Topo di biblioteca
 

« Non fai altro che passare i pomeriggi sui libri, sei noiosa. »
Mi sentivo dire frasi del genere ogni giorno, quando, a sei anni, scoprii il mondo della lettura.
Non andavo da nessuna parte senza un libriccino sottobraccio, nonostante fossero semplici storielle per bambini.
Era la vigilia di Natale e come sempre, i cugini maggiori si sarebbero fermati a dormire alla Tana.
Per me era la prima notte in assoluto a casa dei nonni, la prima notte che avrei trascorso con i miei cugini, la prima notte senza i miei genitori.
Non ne avevo alcuna voglia, anzi.
Sono sempre stata, e da piccola lo ero ancora di più, una persona molto timida e chiusa in sé stessa, per questo ho avuto pochi amici stretti e non riuscivo ad aprirmi nemmeno con i miei parenti.
James era sempre stato speciale, stavamo crescendo insieme, e ovviamente non esisteva nessun tipo di riservatezza o di imbarazzo tra di noi, quindi era un caso particolare.
Comunque, avevo chiesto alla mamma che non mi costringesse a rimanere a dormire alla Tana, ma lei era stata irremovibile e così avevo dovuto accettarlo a malincuore.
Mi rincuorai sapendo che c’era almeno James.
Il suddetto, però, mi prese in giro tutta la sera, quando mi sedetti in un angolo, a leggere un libro.
Diceva che ero un topo, e io all’inizio ribattei, dicendo che lui era uno scarabeo, di quelli che mangiano la cacca. Lui non si offese, adorava quando lo insultavo perché poi poteva a sua volta farlo con me ed eventualmente darmi la colpa di avere iniziato.
Continuava a ripetermi di lasciare i libri e di non fare il topo con sempre più insistenza, e io non capivo cosa voleva dire, così mi misi a piangere, offesa, e gli diedi uno spintone che gli fece sbattere la testa contro una parete.
Anche lui cominciò a frignare e i nostri genitori ci rifilarono uno schiaffo a testa.
Cosa che ci fece zittire, nonostante continuassimo a guardarci con astio.
« Non dire mai più a tua cugina che è un topo! » sbraitò lo zio Harry.
« E tu non provare ad alzare le mani su qualcuno un’altra volta, chiaro? » mi rimproverò mia madre.
« Perché le hai detto che è un topo? Ti sembra carino? » rincarò zia Ginny, facendomi comparire nuovamente i lucciconi agli occhi.
« Perché è sempre che legge, non si sa divertire. È proprio un topo » spiegò ingenuamente James, che evidentemente non aveva ben capito il vero modo di dire.
« Si dice topo di biblioteca, casomai, Jamie » spiegò fin troppo dolcemente sua madre, che aveva sempre avuto un temperamento estremamente accomodante con suo figlio maggiore.
« Sì, quello. È la stessa cosa » si difese il bambino imbarazzato, alzando le spalle.
Io e James non ci parlammo per un paio di settimane, ma da quel momento in poi, non portai mai più un libro alla Tana.
 
 

Note:
Sono molto in ritardo, essendo stata via per vari motivi, ma comunque ecco qua la sesta Flashfic!
L'ho riletta una volta sola, ma spero che non ci siano errori!
Grazie mille a chi ha messo la mia storia fra le seguite/ricordate e ai lettori silenziosi
Ellie




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