Trial by fire

di MadLucy
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Trial by fire




Will dice di essere un pessimo artista.
Hannibal dice tu sei indipendente dalla tua bellezza. Le ha vissuto accanto con l'arroganza da eremita fra i civili, da dio al guinzaglio. Faceva il prezioso nel fango.
Il primo giorno che si sono conosciuti Hannibal lo guardava come si guarda un amnesico, uno con la faccia molle, ebete. Gli ha visto sopra la testa l'iperuranio di marmo e nella sua pupilla le linee progettuali. Come riconoscere una runa sotto la sabbia. Hannibal ha tolto la sabbia con le dita. Un lavoro senza guanti. Se c'è qualcuno che può amare come lo fa lui, deve farlo. L'ha disintossicato dei miasmi della discarica e ha respirato dentro di lui. Dopo non ha più potuto respirare al di fuori. Ha scorto l'ambrosia al primo colpo e si è innamorato man mano di come si sia adattata al recipiente.
Will sarà un pessimo artista, ma Hannibal non sa più quale disegno abbia inghiottito prima l'altro, chi abbia solo dipinto sopra, adeguato i propri arabeschi su fredda propulsione. Sa che la farsa ha bellezza solo se Will ci posa come argilla o la riflette come una lastra. L'altra metà del suo altare è solo un ritorno a se stesso.
Hannibal dice che Will non deve disprezzare la sua carne che sanguina, che anche il modo carnale di amare offre qualcosa all'idea. Per questo lo conserva in una teca a brodo aromatizzato al timo.






























Note dell'Autrice: Dormo di notte solo quando riassumo le mie otp. Grazie di aver letto.




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