Senza Duchessa

di Biblioteca
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“Bhè Roma è ‘na gran bella città. Ma nessuna città è bella se tu non ci sei…”
Duchessa rise.
“Oh Romeo, sei sempre il solito. Ma perché ogni volta che ti chiedo di Roma cambi argomento?”
Gli occhi del gatto rosso divennero malinconici.
“Perché un po’ me manca sai. Non voglio dire che Parigi sia brutta. Né che io non stia bene con te o coi piccoli… ma sai, il sole rosso al tramonto, il rumore der tevere, la gente che si chiama ad alta voce nei mercati… il colosseo…”
Duchessa prese dolcemente la coda di Romeo con la sua.
“E se fuggissimo a Roma?”
“Eh?”
“I piccoli, come li chiami tu, ormai sono grandi. Possono badare loro a Madame, per un po’.”
Romeo sorrise commosso.
“Oh Duchessa… se proprio tu mi fai una proposta del genere, mi vien quasi da pensà che tò condizionato co le mie storie dei viaggi… però…”
“Io parlo sul serio… Con te qualunque avventura è speciale, Romeo.”
Romeo e Duchessa iniziarono a fare le fusa mentre le loro code dondolavano.
“Sai pupa, un giorno ti porterò a Roma. Ma non sta sera. Ora voglio solo te. Non c’è più posto ar mondo dove me possa sentì a mio agio… senza te affianco.”
“Oh Romeo….”
I loro occhi si incrociarono di nuovo, mentre la luna illuminava Parigi.
Ma a Romeo non importava. Non guardava nè Parigi nè la luna.
Ma solo lei, Duchessa e i suoi zaffiri lucenti.
Senza Duchessa, tutto avrebbe perso valore. Anche Roma, la sua città natale.




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