Sai cosa significa Rivoluzione?

di lapoetastra
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< Sai cosa significa “Rivoluzione”, George-Jacques? >, lo apostrofò Camille.
Era apparso d’improvviso come un pensiero, il che rientrava perfettamente nelle caratteristiche insite nella sua personalità istrionica.
George-Jacques sospirò.
< Ribellione, rovesciamento. Un cambiamento radicale nelle strutture sociali e… >, rispose, ma si interruppe quando vide l’amico scuotere la testa.
< Non rimanere legato alla definizione lineare del termine, George. Pensa in sento lato. Pensa con la tua testa, non con quella degli storici o dei letterati. >
Notando l’incertezza sul volto dell’altro, Camille roteò gli occhi e continuò: < La rivoluzione è la fiducia nel diritto di resistere all’autorità che si ostina nell’errore, per assistere al ritorno della libertà in Francia, destino a cui il nostro paese è destinato ad approdare in questo tempo. Ma affinché giunga l’era della libertà, è necessario soffrire. Libertà non è crescita. Libertà è dolore, e forza, e unione. Se la rivoluzione non tende alla libertà del popolo all’interno del proprio Stato e dell’uomo all’interno della propria cultura, allora non è altro che una semplice, banale rivolta, il cui esito sarà un inutile e deleterio spargimento vano di sangue innocente. Ma ricorda, George-Jacques: bruciare non equivale a rispondere, né tantomeno a fare rivoluzione. Bisogna costruire il nuovo, prima di bruciare il vecchio. Solo così si entra nella storia. >
George-Jacques lo ascoltava in silenzio.
< Finirai alla ghigliottina, Desmoulins >, rispose semplicemente, chiamandolo per cognome, come accadeva solo quando lo metteva in guardia da un futuro già certo.
< Come te, Danton. Come te. Ma non è questo il giorno >, disse Camille, sorridendo ferino.
Un attimo dopo, veloce e silenzioso come era giunto, era nuovamente svanito, immerso nella folla palpitante per spiegare allo stolto volgo il significato di quella rivoluzione tanto agognata tra i cui fautori avrebbe ben presto campeggiato il suo nome.




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