Il giorno in cui venne creato il verde

di Spheres
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Amava passeggiare nelle sfere più lontane poiché questo gli permetteva di sbirciare frammenti nuovi d'universo. Lì risiedevano fratelli molto diversi da lui, energie più primitive guidate da ordini che spesso non vedevano, ma non per questo meno curiosi di sapere cosa succedesse altrove e lontano dai loro occhi, conoscevano la luce in maniera più periferica e la loro unica fonte erano queste piccole e sporadiche visite. Non essendo mai stati così vicini al sapere non sapevano come questo fosse formato e ne che aspetto potesse assumere e quindi, per semplicità di apprendimento per loro era stato facile accostare a questa idea la figura del suo emissario.

Noi uomini siamo soliti chiamare l'acqua sotto diversi nomi, ognuno in base al veicolo con il quale essa ci viene donata, dimenticando come essa sia sempre lo stesso elemento e fonte di vita. Così come il ruscello asseta il pastore stanco, lui dissetava i fratelli aridi, così spogli della loro vera natura da essere relegati a compiti che nulla avevano a che vedere con la vera essenza dei loro spiriti. Passava la mattinata a parlare e a riversare in loro l'acqua di cui sentivano il bisogno, senza di essa si sarebbero prosciugati privi di ricordi verso i fratelli lontani; così invece la luce li accendeva e gli permetteva di tornare a brillare di riflesso librandoli nei cieli come farfalle nei freschi prati di maggio. Era un compito che gli donava gioia e lo faceva sentire importante, molto più di quegli eterni sermoni ai quali doveva prendere parte e che nulla lasciavano al suo animo se non una polvere di stanchezza. Quel compito invece lo riempiva d'energia donando ai suoi occhi un fuoco di luce che raramente provava durante la sua esistenza, portare quel dono non solo lo faceva sentire importante, ma lo faceva sentire felice. Felice di se stesso. Sapeva che egli non stava che sostituendosi al Padre nelle sue mansioni più dispendiose, ma non capiva il perché gli fosse stato dato un compito così bello e puro.

Tornava verso il suo cielo più leggero di quando era partito, ed i fratelli che lo incrociavano lungo il cammino erano ancora più lieti di porgergli quei sorrisi di amore, non facendosi grosse domande sul perché di quel mutamento sincero nei lineamenti del suo volto. Quando si è felici e carichi di luce viene più semplice ed istintivo guardare il mondo sotto uno sguardo diverso, è come se il mondo mutasse al mutare dei nostri sentimenti, lasciandoci vedere sfumature più in armonia con il nostro stato d'animo.

L'unico modo per capire il mondo è entrare in armonia con esso, qualsiasi sia la sua armonia. Non è possibile capire l'amore finché non lo si prova sulla propria pelle; così come tante altre facce d'un diamante il mondo va scoperto a poco a poco, un tassello alla volta, sotto luci e colori diversi. Chi può meglio capir la notte se non le stelle che la popolano?





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